19 giugno 2012

PGT: I PRINCIPI DELLA RIFORMA DEL PIANO


Il Consiglio comunale di Milano ha concluso l’iter d’approvazione del PGT (Piano di Governo del Territorio) con una nuova valutazione delle oltre 5.000 osservazioni, introducendo – su indicazione della Giunta – alcuni decisivi correttivi al piano approvato durante l’Amministrazione Moratti. L’orizzonte politico e culturale entro cui si è lavorato (la “città come bene comune”), ha tenuto conto della difficile condizione economica, cercato di porre rimedio alle ferite aperte nella città, avviato una concreta risposta ai referendum del giugno 2011.

La trasformazione e lo sviluppo urbano tornano a essere espressione di una concezione della regia pubblica non ideologica, ispirata al conseguimento dell’interesse della città e di chi la abita, capace di generarne una visione moderna e aperta e di confrontarsi con i mutamenti in corso. Il lavoro è stato accompagnato da una robusta fase di ascolto (più di 100 incontri pubblici in sei mesi), con la raccolta delle istanze dei cittadini e riaprendo un dialogo interrotto da oltre trenta anni con i Consigli di Zona.

Accogliendo oltre il 40% delle osservazioni, si sono introdotti correttivi in grado di restituire concretezza al disegno della città e di aprire nuove prospettive di politica urbana, con particolare riferimento ai temi della rigenerazione, della residenza sociale, del dialogo con la regione urbana attraverso una manovra più oculata su quantità e localizzazioni strategiche.

Ridurre – L’accoglimento delle osservazioni ha permesso di ridurre in modo significativo le smisurate previsioni insediative, confermando solo circa 3 milioni di mq di Slp (rispetto ai precedenti 8,5 milioni, – 60%), incidendo sulle potenzialità edificatorie: 1) del Parco Agricolo Sud Milano, che avrebbero generato 3,5 milioni di mq da trasferire nel Tessuto Urbano Consolidato (TUC); 2) – degli Ambiti di Trasformazione (ATU), ridotti di oltre 2 milioni di mq.

Un’ulteriore manovra di contenimento ha riguardato il TUC, attraverso due operazioni: a) – la menzionata cancellazione dell’impropria generazione di potenzialità edificatorie che, dalle aree marginali e agricole, avrebbero avuto come recapito la città esistente, senza alcuna indicazione fisica – morfologica; 2) l’introduzione di un indice massimo di utilizzazione territoriale di 1,00 mq/mq di Slp, orientando la corretta composizione spaziale delle trasformazioni e consentendo di non “appiattire” il progetto della città ma di valorizzarne gli elementi qualitativi, orientando le quote aggiuntive verso un superiore livello morfologico e ambientale.

Con queste misure e quantità sarà più semplice promuovere strategie e politiche urbane che abbraccino l’intera area metropolitana, attraverso un progetto territoriale che declini a quella scala il tema della densificazione, delle grandi attrezzature e dei servizi territoriali, della rete ecologica e della mobilità.

Sostenere – Unitamente alla riduzione delle potenzialità edificatorie, il PGT approvato ricerca una più marcata e concreta presenza dell’Edilizia residenziale sociale (Ers), che passa – negli ATU – dal 10% delle potenzialità edificatorie (piano adottato) a circa il 35% (piano approvato). In valore assoluto, le quantità di Ers aumentano del 25%, nonostante il deciso taglio delle potenzialità edificatorie prima ricordato. Ciò grazie anche alle nuove regole del TUC, che disciplinano quote obbligatorie di Ers negli interventi di riordino urbano, per le aree produttive da dismettere superiori a 1 ha. Più di 20.000 alloggi di Ers sono prodotti dalla nuova manovra: 10.963 alloggi previsti negli ATU, 5.385 disciplinati obbligatoriamente nel TUC, 3.393 prodotti dai Piani Attuativi obbligatori, altri 400 derivanti dal Piano dei Servizi; ai quali cui si aggiungono 4.025 alloggi da piani e programmi in corso.

Selezionare, orientare e qualificare – Il PGT approvato segna un’importante discontinuità nell’individuazione e nel trattamento delle grandi trasformazioni. In primo luogo, accogliendo le richieste dei cittadini, che incontrano analoghe istanze degli operatori in ordine alla praticabilità degli interventi più densi, il PGT approvato stabilisce una significativa riduzione degli indici edificatori (portata a 0,7 mq/mq), di cui la metà per residenza sociale o in accoglimento dei diritti perequati delle pertinenze indirette per gli interventi non residenziali. Inoltre, prevede la cessione di una dotazione minima di suoli da destinare all’edilizia sociale all’interno delle aree per servizi.

In secondo luogo, cancella alcuni ambiti inopportunamente indicati di trasformazione: San Vittore (a seguito della rinuncia alla realizzazione della nuova Città della Giustizia), Cadorna (per impossibilità di realizzare la prevista concentrazione volumetrica); nonché gli ambiti nel Parco Agricolo Sud Milano (Forlanini, Cascina Monluè, parte di Porto di Mare), riperimetrando l’ambito della Piazza d’Armi con l’esclusione dell’area dell’ospedale esistente. Opera infine una selezione funzionale negli ambiti di Stephenson e Toffetti, escludendo la residenza, mentre per Expo e Cascina Merlata si rimanda ai relativi Accordi di Programma.

Per gli scali ferroviari (Farini – Lugano, Greco – Breda; Lambrate; Romana; Rogoredo; Porta Genova; San Cristoforo), sostiene la scelta di procedere con un Accordo di Programma, che, attraverso un processo di ascolto e partecipazione, assicuri un contenimento delle previsioni insediative e un rilevante interesse pubblico, in via prioritaria finalizzato al miglioramento dell’efficienza trasportistica metropolitana su ferro.

Consolidare, valorizzare, tutelare – La città esistente è disciplinata dal Piano delle Regole (PdR). Il PGT adottato prevedeva un unico indice di edificabilità (0,5 mq/mq), indipendente dai caratteri urbanistici di contesto, peraltro incrementabile senza alcun limite superiore e con il pieno recupero della Slp esistente. Il trasferimento delle potenzialità edificatorie, così come la localizzazione delle funzioni, venivano delegati al mercato, senza alcuna cura e governo degli effetti indotti in termini di carichi insediativi, fabbisogno di servizi o di implicazioni infrastrutturali. Il PGT approvato valorizza la città esistente, promuovendo un insieme di azioni tese a ridurre i rischi di una densificazione impropria, senza deprimere le necessarie azioni di riqualificazione e rigenerazione, così sintetizzabili:

– la Slp esistente può essere mantenuta, anche se superiore all’indice massimo, a condizione di parità di destinazione d’uso, che rappresenta il limite quantitativo per tutti gli interventi edilizi sul patrimonio esistente. Detto presupposto viene meno solo nel caso dei cambi d’uso da funzioni produttive a funzioni urbane (ma solo per le aree superiori ai 5.000 mq), per le quali è prevista una specifica disciplina, differenziata in riferimento alla dimensione dell’intervento;

– anche nel TUC, l’indice di base viene ridotto a 0,35 mq/mq di Slp. Per le pertinenze indirette, tale indice rappresenta la potenzialità edificatoria trasferibile in cambio della cessione gratuita dell’area per la realizzazione degli standard urbanistici e di altre dotazioni; per le pertinenze dirette rappresenta invece la potenzialità edificatoria minima per interventi privati, incrementabile fino a 1,00 mq/mq con il recupero della Slp esistente, l’accoglimento delle potenzialità trasferite dalle pertinenze indirette, delle potenzialità incentivate derivanti dal risanamento energetico del patrimonio edilizio e dal restauro architettonico degli edifici storici, nonché con la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale (0,35 mq/mq);

– la nuova disciplina per i cambi d’uso da funzioni produttive a funzioni urbane, che costituiva uno degli automatismi più delicati e critici introdotti dal piano adottato, approfondisce gli aspetti di valutazione delle qualità dei suoli e dei relativi interventi di bonifica, introducendo regole per la trasformazione urbanistica che consentono l’applicazione dell’indice di base o il recupero della Slp esistente fino a un massimo di 0,65 mq/mq, incrementabile fino a 1,00 mq con meccanismi simili a quelli previsti per gli interventi ordinari;

– l’incremento della classe di sensibilità paesaggistica per ampie parti del TUC, attraverso il riconoscimento del valore d’impianto dei tessuti del Piano Beruto e dei quartieri moderni, così da estendere le azioni di tutela;

– l’introduzione di semplici regole morfologiche per la realizzazione degli interventi in cortina nei tessuti storici, unitamente all’eliminazione delle costruzioni in altezza nei cortili, che negli anni recenti hanno snaturato diversi isolati, con problemi di sostenibilità insediativa e ambientale. Riconducendo le trasformazioni nel tessuto urbano entro limiti di sostenibilità e facilitando l’attuazione degli standard urbanistici, con una concreta e regolamentata disponibilità di accoglimento delle potenzialità edificatorie generate attraverso la pubblicizzazione delle pertinenze indirette che il PGT adottato non assicurava.

Non si tratta del miglior piano possibile, né dello strumento che la nuova Amministrazione Comunale avrebbe costruito se non avesse avuto il campo di azione delimitato dal riesame delle osservazioni; ma di una riforma pragmatica, che marca una profonda discontinuità nelle politiche urbanistiche milanesi.

 

 

Paolo Galuzzi*, Stefano Pareglio**, Piergiorgio Vitillo*

 

 

* Politecnico di Milano

** Università Cattolica del Sacro Cuore

 

Gli autori sono membri della Consulta Tecnico – Scientifica (CTS) per la revisione del PGT di Milano



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