12 giugno 2012

BILANCIO DIMEZZATO: COME PER IL PASSATO?


È iniziata la grande kermesse del bilancio comunale di previsione. Le dirette dal Consiglio Comunale si susseguiranno e mi permetto di dare un consiglio ai nostri lettori: non dico di non perderne nemmeno una ma almeno, quando l’ora è propizia, dategli un’occhiata, tanto per capire. La Giunta capitanata dall’assessore al Bilancio, il buon Tabacci, ha di fronte a sé due scogli, anzi uno scoglietto, i mali di pancia della maggioranza, e uno scoglio insidioso: l’opposizione.

Quanto allo scoglietto non va sottovalutato perché la Giunta è visibilmente attraversata da brividi di quartana e non mostra quella compattezza che l’elettorato di sinistra agognava da tempo e continua ad agognare e sempre più flebilmente lo rammenta ai suoi eletti: personalità molto diverse, provenienze diverse, culture e “fedi” molto diverse e, per finire, tutti affetti dalla famosa sindrome di sinistra, quella che alla fine fa “spiaggiare” Giunte e Governi. Speriamo che gli interventi in aula da parte della maggioranza siano pacati, concisi e non tributari della fiera delle vanità elettorali.

Quanto all’opposizione possiamo aspettarcene di tutti i colori ma quello che non mancherà di stupirci sarà lo stupore di lorsignori rispetto ad alcune dolorose necessità di tirare la cinghia come se fossero ignari marziani e non chi ha mal governato per vent’anni. Come sempre, per non lasciarci vincere dallo sconforto, culliamo almeno qualche sogno. Converrete con me che una cosa è praticamente nota: le entrate a disposizione del Comune sono certe, o almeno vi è la sicurezza di non poterle far lievitare, né aumentando tasse o imposte né, a breve, vendendo i gioielli di famiglia perché lo scrigno lasciato dalla nonna, oculata amministratrice, da un lato sta rapidamente vuotandosi e dall’altra non ci sono folle di acquirenti.

Detto questo assisteremo al solito giochino di chi vorrebbe aumentare ora qua ora là le spese ma tacendo accuratamente dove qua e dove là togliere. Anche a Roma il Governo Monti si diverte a questo gioco di rimpiattino finanziario/contabile. Il tutto all’insegna di un principio fondamentale: ignorare il lapidario articolo 53 della Costituzione Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività“. Peccato, così va il mondo. Era un sogno sperare di non sentire più certi vuoti proclami o certi ragli d’asino alla luna?

C’è però un altro aspetto ignorato quando si parla di bilanci pubblici: ragionare un po’ di più sull’utilità della spesa oltre che sulla sua nuda quantità e guardare indietro per non fare gli stessi errori, soprattutto trattandosi di bilanci di previsione. La vecchia storia del rapporto costi/benefici. Questo sì è il problema, soprattutto in una situazione di scarsezza di risorse e dove diventa cruciale dunque allocarle al meglio. Qualche esempio. Ogni anno spendiamo milioni per rifare pavimentazioni stradali ma conviviamo con le buche. Chi va a vedere da quanti anni è stato rifatto il manto? Chi l’ha fatto? Di quale qualità? Le scuole vanno a pezzi, quelle fatte anche solo vent’anni orsono. L’elementare Comunale di via Ruffini l’ha frequentata mio padre, io, i miei figli e ora due miei nipoti. È sempre lì come allora: come mai?

Altro esempio: il cavalcavia di Piazza Maggi, quello che si transita per andare sulla A7, anno 2000 di inizio lavori. Contestato dai residenti e non solo. Uno svincolo su tre livelli costato 15 milioni di euro di cui 10 per le sole rampe soprelevate: detto “il mostro di Piazza Maggi”. I residenti lo contestavano soprattutto perché sopradimensionato. Visto il traffico odierno avevano perfettamente ragione. Parte ora la TEEM (la tangenziale Est Est Milano), che non riguarda direttamente Milano ma il suo hinterland: sorgeranno nella campagna altri svincoli degni di Los Angeles come quelli lungo la linea dell’alta velocità Milano Torino. Fin dove si va nel passato a fare una “spending review” retrospettiva nella speranza che quella attuale sul presente ci porti a un futuro migliore?

Ecco perché è molto forte la tentazione di dire che si rischia l’ennesimo bilancio dimezzato: solo una “previsione” di spesa ma non di spendere meglio.

 

Luca Beltrami Gadola



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