12 giugno 2012

teatro


 

UBU REX

di Alfred Jarry

regia Enrico Casale – con Alessandro Cecchinelli, Sara Battolla, Davide Faggiani, Simone Biggi, Raffaele Briganti, Daniele Cappelletti, Ino Cecchinelli, Rossana Crudeli, Chiara De Carolis, Giovanni Franceschini, Emanuele Cucurnia, Paolo Turini

scenografie Alessandro Ratti e Officina Teatro De Carolis – luci Daniele Passeri – suono Andrea Cerri – costumi Rossana Crudeli, Davide Faggiani, Cristiana Suriani trucco Elisa Fialdini – produzione Compagnia degli scarti

 

Arriva per la prima volta a Milano la Compagnia degli scarti, nata alla Spezia nel 2007 e ospitata in questa occasione al Pim Off in risposta a un appello lanciato dal gruppo di giovani artisti dopo i danni subiti a causa dell’alluvione dello scorso ottobre.

Lo spettacolo, presentato al Kilowatt Festival 2011, è una rivisitazione (abbastanza fedele) del testo di fine ottocento di Jarry. Una piece assolutamente rivoluzionaria per l’epoca in cui è stata scritta, anticipatrice del surrealismo, di certi aspetti del teatro dell’assurdo e, forse, anche di una visione post-moderna e post-ideologica del rapporto fra individuo e potere. Ubu prova a sterminare la dinastia reale polacca per prendere la corona, senza averne però né diritto né motivo e neppure, come ad esempio Macbeth, la smisurata brama. Lo fa quasi per gioco, come un bambino a cui gli amici hanno proposto un’avventura pericolosa e lui non si è tirato indietro, anzi, ha esagerato lasciandosi prendere la mano dalla situazione. In questa fanciullezza vi è tutta la viltà, l’ipocrisia e la vanagloria di cui può essere capace l’uomo, espressa con la mancanza di giudizio che può avere solo chi è sincero nel guardare in faccia anche la propria meschinità, magari col sorriso.

Troppo spesso l’Ubu Re viene usato come pretesto per raccontare qualcosa che ha poco a che fare con Jarry (vedi Paolo Rossi) o come scusa per mostrare le capacità fisiche e vocali degli attori (vedi Roberto Latini), in questo caso va dato merito a Enrico Casale di essere riuscito a esprimere la propria visione registica non a dispetto del testo ma insieme a esso, valorizzando anche le diverse specificità – e la diversa esperienza – dei suoi attori. Avrebbe potuto fidarsi ancora di più delle parole, alternando maggiormente il ritmo che risulta forse un po’ troppo frenetico e che avrebbe giovato di qualche rallentamento, ma nel suo complesso lo spettacolo è fresco, vitale e con una direzione precisa che non viene mai abbandonata dall’inizio alla fine.

L’allestimento è brillante e la scena composta in modo originale, con moduli in legno che si spostano e si aprono, un cavallo/palloncino che invece di portare viene portato, spade rosse, armi bianchi, elmetti, bandiere e pure una chicca filologica: l’armatura di Ubu è costruita proprio come appare nei disegni di Jarry. Tutti gli attori hanno una tutina nera attillata e si muovono in modo corale, combattendo, sollevandosi, scontrandosi, mimando rapporti sessuali (non sempre a proposito, forse, ma che comunque non disturbano) e non lasciando che niente accada fuori scena, offrendo al pubblico un tableau vivant organico, estetico e di forte impatto.

 

PIM OFF dal 10 al 13 giugno.

 

 

In scena

Al Teatro Strehler fino al 17 giugno Il mistero buffo di Paolo Rossi.

All’Elfo fino al 17 giugno Pater Familias di Fiammetta Carena, regia Maurizio Sguotti.

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org

    
 

 

 



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