12 giugno 2012

musica


 

I CONCERTI ALL’AUDITORIUM

 

La grande novità dei prossimi mesi è rappresentata dalla stagione estiva che viene proposta dall’Auditorium di Milano per la prima volta nella sua storia. Quella dell’Orchestra Verdi è una sala sempre piena, frequentata da un pubblico fedele e appassionato che da vent’anni accompagna la “sua” orchestra – che non abbiamo esitato qualche settimana fa a dichiarare esser probabilmente la migliore d’Italia – premiandola con vere e proprie ovazioni alla fine di ogni concerto, anche quelle (poche) volte in cui forse non lo meriterebbe. Purtroppo il pubblico dell’Auditorium è un po’ sempre lo stesso, perché si sa che i milanesi la sera vogliono raccogliersi intorno alla Madonnina e sono restii ad allontanarsene anche solo di poche centinaia di metri. Eppure largo Mahler, con il suo bel “sagrato” sul quale affaccia il teatro, si raggiunge in un battibaleno da piazza del Duomo, con qualsiasi mezzo (ben diversamente, ad esempio, da quanto accadeva con il teatro degli Arcimboldi) e la Verdi mette a disposizione corse speciali di tram, taxibus e persino – come nei migliori teatri europei – un parcheggio convenzionato.

Dunque quest’anno, non appena finita la stagione 2011/2012 – con i suoi 38 concerti della “sinfonica”, ognuno con tre repliche, i 6 dell’orchestra barocca, i 9 della serie MAGGIORE – minore, i 10 concerti per bambini, i concerti della domenica mattina, e gli altri eventi fuori abbonamento – comincerà la Stagione estiva: altri 14 concerti che si svolgeranno all’Auditorium tutti i giovedì alle 20.30 e tutte le domeniche alle 18.00 dal 5 luglio al 30 agosto, oltre a due concerti straordinari il 9 e il 15 agosto al Castello Sforzesco. Se si pensa che l’ultimo concerto della stagione attuale si terrà il 28 giugno e il primo della prossima il 13 settembre (e che fra il 5 e il 23 settembre Milano sarà travolta dal ciclone MI.TO) possiamo finalmente dire che la città della musica non chiude più d’estate e che la vocazione a trascorrere l’agosto a Milano – coltivata da pochi, ma più di quanti non si creda – forse non sarà del tutto peregrina.

In questo scorcio del programma che sta per concludersi all’Auditorium abbiamo ascoltato concerti molto interessanti come quelli dedicati a Musorgskij (direttore Jader Bignamini), a Britten e Bruckner (Claus Peter Flor), e a Beethoven e Mahler (Zhang Xian). L’ultimo, la settimana scorsa, ancora diretto da Zhang Xian, aveva un programma magnifico e un interprete eccezionale: il programma prevedeva l’Ouverture del Franco Cacciatore di Carl Maria von Weber, il quarto Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore opera 58 di Beethoven e la quarta Sinfonia in mi minore opera 98 di Brahms. Da leccarsi le dita. Ma la cosa più straordinaria è stata l’interpretazione del pianista.

Napoletano, giovane ma non più giovanissimo (è del 1969), Roberto Cominati a quindici anni è allievo di Aldo Ciccolini, a venti di Franco Scala, a ventidue anni vince il primo premio Alfredo Casella di Napoli e due anni dopo il Busoni di Bolzano. Ma la cosa più straordinaria è che a trentasette anni diventa incredibilmente pilota di aerei: non aerei da turismo, ma Boeing 737 di linea della Air One e per anni, suonando nei giorni di riposo, fa sia il pilota che il pianista! Con un curriculum di questo genere si avrebbe il diritto di essere sospettosi e prevenuti, ma il suo “Quarto Concerto” è stato indimenticabile: una esecuzione lucida, raffinata ed elegante. L’andante con moto – quelle settantadue meravigliose battute cui il Cominati e la Xian hanno dato un colore di intimità e di meditazione eseguendolo più “adagio” che “andante” – è stato un momento di grandissima poesia, assolutamente magico, come solo grandi interpreti sanno creare.

La Xian è un direttore d’orchestra molto mutevole: sempre precisa, preparatissima, ha talento e un gesto sicuro e rassicurante per l’orchestra. Talvolta è una interprete raffinata – così ci è apparsa nel pezzo di von Weber raccontato con tutta la sua carica di beethovenismo – talaltra un po’ scolastica come ci è sembrata nella quarta di Brahms, eseguita con scarsa intensità e sostanzialmente priva di approfondimento della sua sofferta ragion d’essere. Nel terzo tempo, il bell’allegro giocoso, i toni quasi bandistici con i quali ha impegnato gli ottoni (purtroppo i corni non erano nella loro miglior serata) hanno avvilito la sinfonia, mentre la famosa passacaglia o ciaccona dell’ultimo tempo è stata proprio negletta: le trenta variazioni, costruite da Brahms sulle otto note dell’apparentemente semplice tema iniziale, non hanno avuto l’ovvia e necessaria evidenza e hanno perso la loro inquietante ossessività. Questa volta dobbiamo dire che le è mancato un po’ del pascaliano “esprit de finesse“.

 

 

Musica per una settimana

 

*mercoledì 13 al Conservatorio (Società dei Concerti) la Sudwestdeutsche Philarmonie diretta da Vassilis Christopoulos esegue l’Ouverturedel Franco Cacciatore di Carl Maria von Weber, e – di Rachmaninov – la Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra opera 43 (pianista Olga Kern) e la Sinfonia n. 2 in mi minore opera 27

*giovedì 14, venerdì 15 e domenica 17, all’Auditorium, l’Orchestra Verdi diretta Zhang Xian esegue di Čajkovskij il Concerto per violino e orchestra in re maggiore opera 35 (solista Sergej Dogadin, vincitore del premio Čajkovskij 2011) e la Sinfonia n. 5 in mi minore opera 64

*venerdì 15, lunedì 18 e giovedì 21 alla Scala repliche della Luisa Miller di Verdi diretta da Gianandrea Noseda per la regìa di Mario Martone, con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari

*martedì 19 alla Scala prima della Manon di Massenet diretta da Fabio Luisi, con la regia di Laurent Pelly e le scene di Chantal Thomas; Manon sarà Anna Netrebko

 

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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