5 giugno 2012

CALAMITÀ: I CITTADINI RESPONSABILI ATTIVI DEI PROPRI BENI


Un decreto coraggioso negli intenti e perfettibile nella sostanza: il testo di legge che di fatto introduce la responsabilità diretta del cittadino nella tutela dei propri beni in caso di calamità naturali, entrato in vigore solo tre giorni prima del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna e, in parte, la Lombardia, nella provincia di Mantova. Il D.L. n. 59 segna una svolta nel nostro sistema di welfare, soprattutto a livello di principio, escludendo la prosecuzione di un sistema assistenzialista che, oggi, non è più sostenibile, chiedendo al cittadino di farsi parte proattiva, anche con un’assicurazione volontaria supportata da incentivi.

Questo in teoria, ma in pratica? Il Governo ha tempo fino al 15 agosto per emanare i regolamenti attuativi che dovranno esplicitare anche le misure individuate per evitare che le compagnie si prendano i rischi migliori, non stipulando polizze nelle aree maggiormente a rischio. Le strategie di previsione e prevenzione si basano su alcuni capisaldi che sono:

1) la riduzione sistematica del rischio, con azioni e interventi che devono essere attuati prima che il danno si concretizzi in forma di disastro o catastrofe. Si tratta di una razionalizzazione del rapporto tra ambiente e insediamenti antropici, ottenuta con il controllo pianificato della sicurezza su tutto il territorio

2) la preparazione e l’approntamento dell’organizzazione di protezione civile e, in particolare, la predisposizione delle forze, dei mezzi, delle misure organizzative, delle procedure operative

3) l’elaborazione dei programmi e dei modelli da applicare per la riabilitazione e la riparazione definitiva dei danni che possono essere causati da un evento catastrofale

All’interno della spesa per l’attività di soccorso e ricostruzione si possono liberare delle risorse attraverso un sistema misto che affianchi, all’intervento statale, come avviene in molti paesi colpiti spesso da simili eventi catastrofali, l’intermediazione assicurativa, opportunamente incentivata attraverso specifici provvedimenti fiscali. Nel caso si optasse per un’assicurazione privata obbligatoria con l’estensione della copertura incendio, sarebbe fondamentale che la valutazione dei rischi sia lasciata autonomamente alla Compagnie, senza interventi “politici” non supportati da valutazioni tecniche. Un altro aspetto sarebbe la creazione di un fondo di garanzia, in grado di intervenire in forma integrativa per eventi di particolare gravità.

Il terremoto in Abruzzo ha evidenziato casi di abusivismo e mancate verifiche, infatti il pubblico controlla poco e male a causa dei suoi conflitti d’interesse e spesso anche perché coinvolto nella corruzione. Una Compagnia di assicurazione, il cui compito è stimare i rischi per costruire il premio, sarebbe invece motivata a chiedere ai controllori che le norme siano rispettate. Inoltre il modello assicurativo risarcirebbe direttamente i soggetti danneggiati, affidando loro le risorse necessarie per la ricostruzione ed evitando che si perdano nelle inefficienze dei ritardi, negli sprechi della macchina burocratica e nella corruzione, per non parlare della criminalità organizzata.

Il risarcimento diretto consente ai danneggiati di essere padroni delle proprie scelte. La ricostruzione deve avere un senso per l’individuo, che potrebbe, se vuole, anche decidere di allontanarsi da un territorio che lo angoscia, per ricostruirsi la vita da un’altra parte, e questa è una grande scelta di libertà individuale ed economica.

La nostra regione ha un livello di rischio di calamità naturali relativamente basso. Non ha mai fatto mancare la solidarietà nei confronti di zone e popolazioni colpite da disastri. Il principio della solidarietà farà parte anche della nuova modalità di gestione positiva del rischio. La Lombardia può fare di più: essere laboratorio per la messa a punto del nuovo livello di collaborazione tra pubblico e privato, auspicato anche dalla Commissione Europea, essere un test per il Paese.

Questa proposta, potrebbe essere il banco di prova per chi adesso è all’opposizione, ma ha l’ambizione di governare.

 

Massimo Cingolani

 



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