19 marzo 2009

“LE SCUOLE FANNO SCUOLA”. BUONE PRATICHE A MILANO


“Le scuole fanno scuola” è lo slogan che dà il nome al primo salone di progetti e iniziative di più di cento scuole secondarie superiori e delle università della provincia di Milano, che si è tenuto il 13 e il 14 marzo u.s. nei padiglioni della Fieramilanocity. Il messaggio che proviene da questa iniziativa è molto chiaro: le scuole milanesi, almeno quelle presenti nei padiglioni della Fiera, sanno “fare scuola”, cioè elaborare e mettere in pratica modelli didattici che non solo meritano di essere conosciuti, ma possono anche essere applicati in altre strutture formative e perciò costituiscono un importante stimolo di riforma diffusa.  Ma per riuscire in questo disegno la scuola ha bisogno di chiarezza, impegno e serietà.

Chiarezza, in primo luogo, e impegno nell’individuare gli obiettivi. La secondaria superiore non da oggi ha la necessità di essere riformata per divenire capace di fornire allo studente una metodologia d’apprendimento che lo renda progressivamente autonomo nei propri atti conoscitivi, cioè che gli insegni a fare, non solo a ripetere ciò che altri hanno fatto: fare cultura, fare ricerca, fare comunicazione. Tale meta è stato messa in buona evidenza anche dal Convegno dal tema “Quale futuro per l’istruzione tecnica e professionale” , organizzato nell’ambito del salone dal CISEM – Centro per l’innovazione e la sperimentazione educativa di Milano – con la partecipazione di esponenti delle istituzioni e dei sindacati e soprattutto di un folto gruppo di dirigenti scolastici, a testimonianza che l’autonomia scolastica – ambito specifico dell’iniziativa dei presidi – è (o può essere) lo strumento fondamentale per affrontare i problemi che i troppo numerosi e spesso confusi tentativi di riforma hanno incrementato invece di avviare a soluzione.

Ciò non significa che sia possibile o auspicabile una sorta di riforma “fai da te”,  ma che con un utilizzo attento degli strumenti esistenti (flessibilità dell’orario, monte ore di sperimentazione in orario curricolare, autonomia nelle scelte didattiche, ecc.)e delle esperienze compiute si possono introdurre notevoli miglioramenti nell’offerta formativa. Certo, i progetti realizzati dalle scuole di Milano fanno comprendere che per raggiungere questi obiettivi è indispensabile far leva sull’iniziativa di chi opera nella scuola, cioè il coinvolgimento attivo di studenti e insegnanti: strada sicuramente percorribile, ma quasi impossibile se prevale nel Governo e tramite l’informazione si riversa sull’opinione pubblica distratta e manipolata la tendenza alla sottovalutazione del compito dei docenti e la logica dell’ostilità punitiva verso gli studenti insita negli stucchevoli proclami sul 5 in condotta (scusi, onorevole Gelmini, ma su questo argomento ci farebbe il favore di prendere una decisione diciamo ponderata e di mantenerla possibilmente per più di quindici giorni di seguito?).

La serietà e la chiarezza devono riguardare anche lo stanziamento e la finalizzazione degli investimenti: è impensabile che una realtà scolastica che riesce a produrre tante idee e tanti validi progetti debba continuamente fare i conti con la mancanza di fondi e con lo spreco dissennato – ad esempio per pagare inutili visite fiscali – delle scarse risorse ancora a disposizione. Un Paese governato seriamente in presenza di una grave crisi che sta modificando in profondità il sistema produttivo investirebbe fino all’ultimo centesimo per la formazione dei giovani: invece anche nella nostra regione, la più ricca d’Italia, le scuole non hanno più neppure i soldi per pagare i supplenti, per attuare i corsi di recupero (molte le promesse del ministro, ma ben pochi gli stanziamenti), per finanziare nuovi progetti. Certo qualcuno potrebbe pensare che nella scuola pubblica si può anche fare a meno di tutto ciò, ma sarebbe un calcolo molto miope: sono tutte opportunità di formazione che, di fatto, vengono sottratte ai nostri studenti, a migliaia di giovani che, se correttamente guidati e sollecitati, mostrano capacità e interesse.

Vincenzo Viola



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