15 maggio 2012

SANITÀ LOMBARDA: TARIFFE A OCCHI CHIUSI


La Lombardia è la Regione italiana più generosa con la sanità privata, che pesa per il 43,8% sul bilancio sanitario regionale, pari, nel suo complesso, a 17 miliardi di euro. La cifra si evince dalla “Relazione sullo stato sanitario del Paese (2009–2010)” del ministero della Salute, che usa come indicatore la spesa per “assistenza sanitaria erogata da enti privati, accreditati e convenzionati”. Un dato molto più significativo e distante da quello usato, peraltro in modo impreciso, dal presidente Formigoni, che invece, considerando solo il numero di posti letto del privato accreditato, senza conteggiare quegli degli IRCCS privati e degli istituti religiosi, sostiene che la Lombardia è al settimo posto in Italia nella classifica della sanità privata.

Risorse cospicue quelle destinate alla sanità privata dunque che comprendono tre voci: il pagamento dei DRG (funzioni tariffate), i progetti speciali, destinati al privato no profit, per cui tra il 2008 e il 2010 Regione Lombardia ha previsto di impegnare 176 milioni di euro e le funzioni non tariffabili.

E proprio queste, ossia le risorse distribuite in maniera discrezionale a supporto delle eccellenze, sia pubbliche che private, quali le cardiochirurgie pediatriche, l’attività di ricerca degli IRCCS e la didattica universitaria, i centri regionali per l’epilessia, quelli per il trapianto d’organi e le riabilitazioni complesse, sono le più controverse.

Alle funzioni non tariffabili è stato destinato, (dati 2011) un miliardo di euro, più che in ogni altra regione italiana, circa il 6% del fondo sanitario regionale. Il maggior beneficiario di queste risorse è stato il San Raffaele, che tra il 2008 e il 2010 ha ottenuto quasi 147 milioni di euro, seguito a breve distanza dalla Maugeri, con oltre 72 milioni nello stesso periodo.

Il criterio della flessibilità nell’erogare fondi ha sconfinato troppo in una discrezionalità che i recenti scandali nella sanità hanno fatto emergere in maniera drammatica. Questo non significa che debba essere messo in discussione il mix tra privato e pubblico, che in Lombardia ha prodotto anche eccellenze, che certamente devono essere finanziate, bensì che, oggi più che mai, occorre garantire più trasparenza sulle modalità di assegnazione e sulla rendicontazione delle risorse pubbliche.

Casi come quelli del San Raffaele e della Maugeri non devono più accadere. Per evitarlo occorre agire sui controlli che, come hanno dimostrato i fatti, non sono efficaci. Le verifiche sui conti delle fondazioni non garantiscono trasparenza. La vigilanza sui bilanci, che oggi fa capo alle prefetture, non ha impedito il dilagare degli scandali.

Per questo è necessaria una’iniziativa legislativa urgente per rivedere i criteri di assegnazione dei fondi pubblici alla sanità e garantirne così un uso trasparente e corretto secondo due criteri: per quanto riguarda i pagamenti dei DRG non basta, come ha fatto finora Regione Lombardia, aumentare il numero delle cartelle cliniche controllate, ma bisogna rivedere i criteri di qualità con cui vengono effettuati i controlli stessi.

Per quanto riguarda le funzioni non tariffabili i contributi devono essere erogati a fronte di rendicontazione, a oggi non sempre richiesta, per tutte le tipologie di linea di finanziamento, oltre a inserire tetti di spesa. Come un’associazione o un’impresa, dunque, anche le fondazioni no profit, che ricevono denaro pubblico per fornire prestazioni sanitarie o assistenziali, dovrebbero poter dimostrare sia di avere bilanci sani, sia di non avere rami societari che fanno profitto.

Infine è necessario, anche per evitare che, come è accaduto fino a oggi, gli eventuali illeciti emergano solo a fronte di indagini della magistratura, aumentare il livello di attenzione e responsabilità della politica. Criteri e modalità di controllo devono essere decisi nelle assemblee legislative alle quali devono essere forniti gli elementi per svolgere un ruolo di controllo effettivo. Alla giunta deve essere lasciata solo la loro applicazione.

 

Sara Valmaggi*

 

 

*vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia

 



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