9 maggio 2012

EXPO 2015: FUORI EXPO FINALMENTE!


Finalmente i cittadini milanesi di ogni componente sociale, razza e cultura sono stati fattivamente coinvolti nella realizzazione di Expo 2015. Expo Days – Il Mondo a Tavola, la manifestazione organizzata da Stefano Boeri con il suo assessorato alla cultura e da lui stesso definita come l’inizio del “Fuori-Expo”, ci ha impegnato per un’intera settimana a riflettere sulle problematiche del cibo nelle sue svariate implicazioni e ha dato la dimostrazione di quanto possa essere importante, per il successo di Expo la partecipazione attiva della città e del territorio.

Le questioni affrontate non hanno riguardato soltanto la nutrizione e il cibo, ma anche la fondamentale e primaria tematica della sua produzione in un rapporto non più scisso dalla città. Tema trattato nei due convegni “Terra Ri-Genera Città” sul ruolo strutturale della neoagricoltura per la rigenerazione della città e del territorio e “L’agricoltura è salute, l’agricoltura è arte” per la rivalutazione dell’agricoltura come disciplina che oggi richiede conoscenze, creatività e risorse per formare figure professionali adeguate alle sfide del presente. È anche utile segnalare il numero di ‘Lotus in the fields’ che ha documentato come l’evoluzione della relazione tra città e campagna presenti fenomeni inediti nelle sue implicazioni paesaggistiche, favorendo quest’ultima come l’ambito nel quale mettere finalmente in pratica quegli ideali che il prevalere di un approccio essenzialmente percettivo ha in passato rimosso.

La manifestazione avviata fin dallo scorso novembre con la convocazione delle comunità straniere ha visto il Comune svolgere essenzialmente un ruolo di sensibilizzazione, accompagnamento, organizzazione e comunicazione. Un’iniziativa che ha consentito di valorizzare componenti sociali e culturali presenti tra noi, ma misconosciute o rimosse, ponendole invece al centro dell’attenzione e conferendo loro a pieno titolo cittadinanza, significato e valore. Milano ha dato dunque l’esempio di cosa potrebbero fare molte altre realtà territoriali interessate a Expo 2015 mettendo in rapporto soggetti pubblici e privati, favorendo sinergie, evitando sprechi e sovrapposizioni, creando un enorme spazio di partecipazione per tutti quei soggetti che non potendo essere ospitati nel sito ufficiale sarebbero esclusi dalla possibilità di contribuire al successo della manifestazione e da ogni conseguente vantaggio in termini di immagine ed economico.

Tutti ormai si sono espressi a favore di un ‘Fuori Expo’: il sindaco Pisapia che l’aveva espressamente previsto come Expo Diffusa e Sostenibile al punto 8.) del proprio programma elettorale; Giuseppe Sala che si pronunciò nel luglio 2010 in occasione della sua nomina a capo di Expo Spa dichiarando che Milano nei sei mesi di durata dell’Expo, deve diventare una specie di enorme ‘Fuori Salone’ prendendo spunto da ciò che accade ogni anno in occasione del Salone del Mobile in alcune zone della città; Roberto Formigoni che lo scorso agosto segnalò tale esigenza richiamando anch’egli i successi del Fuori Salone e buon ultimo il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli che nei giorni scorsi ha anche lui aderito all’idea del Fuori-Expo.

L’analogia con il Fuori Salone può tuttavia servire solo far comprendere a tutti il senso generale della proposta e a indicare che il Fuori-Expo dovrebbe essere un insieme di iniziative autonome rispetto all’Expo ufficiale che si terrà nel sito in prossimità della Fiera di Rho-Pero, così come il Fuori Salone è del tutto autonomo rispetto al Salone del Mobile. Oltretutto, mentre il Fuori Salone dura solo una settimana e Milano in quei sette giorni cambia d’abito e alla fine tutto può facilmente tornare come prima, nel caso di Expo, per la sua durata e per l’impegno organizzativo ed economico che comporta, è indispensabile che il Fuori-Expo lasci dopo la manifestazione un’eredità positiva ai territori in termini di maggiore efficienza, qualità ambientale e sostenibilità.

Regioni, province e comuni dovrebbero quindi soprattutto favorire le iniziative agevolando le procedure nel rispetto delle tutele di carattere ambientale e svolgendo una semplice ma essenziale opera di accompagnamento, favorendo la costituzione di tavoli attorno ai quali far sedere privati, associazioni, università, istituti di ricerca e tutti i soggetti che sono insediati nei vari contesti territoriali che nella generalità dei casi dispongono di eccellenze monumentali, paesaggistiche e agroalimentari di grande qualità ma spesso poco conosciute e valorizzate. Per portare avanti il Fuori-Expo non si tratta quindi di rivendicare la disponibilità di finanziamenti pubblici, che del resto già sappiamo non essere disponibili, ma di mobilitare tutte le risorse latenti in molte situazioni territoriali: volontariato, organizzazioni imprenditoriali, Camere di Commercio e i moltissimi comitati che si impegnano su varie tematiche, anche per favorire il superamento della dimensione spesso troppo localistica delle loro rivendicazioni.

Altro aspetto determinante per la qualità del Fuori-Expo riguarda il fatto che il proliferare delle iniziative sul territorio potrebbe causare ingovernabilità, inaccessibilità, congestione, sovrapposizione di iniziative e conseguenti sprechi di risorse. Il proposito più volte manifestato in tutte le sedi di fare rete tra i soggetti e le iniziative, facile a dirsi, nei fatti serve a ben poco se non si mette a disposizione un reale strumento di partecipazione; una piattaforma di e-collaboration che consenta a tutti i soggetti di interagire nello spazio e nel tempo. Nello spazio, registrando l’ubicazione territoriale delle varie iniziative attraverso la loro georeferenziazione nel momento della registrazione e schedatura sulla piattaforma. Nel tempo, consentendo a ogni iniziativa di documentare la propria evoluzione in modo che tutti siano in grado di valutarne le fasi di sviluppo, i progressi, il rispetto dei tempi e il raggiungimento degli obiettivi.

Esattamente il tipo di strumentazione di cui si è dotato il progetto Expo Diffusa e Sostenibile già on line (www.eds.dpa.polimi.it) a cui chiunque può liberamente accedere anche semplicemente per constatare quale sia lo scenario territoriale che si è formato a seguito del lavoro eseguito e tutt’ora in progress. Oltre alla possibilità di interpretare la distribuzione territoriale delle opportunità e dei progetti e assecondarne il coordinamento a scala ampia, regionale e nazionale, individuare anche circoscritti contesti contraddistinti da specifiche caratteristiche come ad esempio quelli del Parco Sud, dei Navigli e della Villa Reale di Monza con il suo splendido parco. Ma anche attestandosi sulle direttrici che da Milano si proiettano nel territorio con infrastrutture ferroviarie che in occasione dell’Expo potrebbero offrire ai visitatori un servizio di maggiore efficienza, dando al contempo più adeguata risposta alla domanda di mobilità regionale per dare accessibilità all’area metropolitana di sette milioni di abitanti della Grande Milano.

Per fare tutto ciò serve un soggetto qualificato che sappia interpretare le potenzialità del Fuori-Expo, utilizzando la metodologia e la strumentazione del progetto Expo Diffusa e Sostenibile del Politecnico di Milano, e prefigurarne lo sviluppo e la realizzazione anche in termini imprenditoriali, analogamente a quanto si è verificato per il Fuori Salone. I titolati a svolgere questo compito naturalmente non mancano: dalla Camera di Commercio, ad Assolombarda e Confindustria, a Confcommercio che proprio il mese scorso, insieme a Expo 2015 Spa, hanno firmato una convenzione per dotarsi di un unico spazio virtuale, un Fuori-Expo digitale, dove le imprese possano presentare e promuovere la propria offerta ai visitatori e fare di Milano una moderna smart city.

Integrare questo importante strumento di comunicazione e accesso alle informazioni con la piattaforma di e-collaboration del progetto Expo Diffusa e Sostenibile del Politecnico, porrebbe tutti i soggetti imprenditoriali in condizione di interagire e potrebbe costituire un importante passo avanti per consentire ai territori, in occasione di Expo 2015, di organizzarsi e attrezzarsi nel modo più adeguato, con importanti ritorni in termini di sviluppo economico e sociale.

 

Emilio Battisti

 



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