1 maggio 2012

MEDIA STUDENTESCHI: W LA CARTA STAMPATA


Alla fine di marzo per iniziativa della Consulta Provinciale degli studenti di Milano e grazie alla tenacia di Eleonora Sacco, classe 4Fdel Liceo Carducci, vivace caporedattore del giornale studentesco L’oblò sul cortile, si sono riunite presso il liceo milanese alcune decine di redazioni dei giornali delle scuole di Milano e Provincia. Non solo Licei, ma anche istituti tecnici e professionali, che hanno risposto al tam tam avviato da Eleonora attraverso Facebook.

L’iniziativa ha offerto la possibilità agli studenti membri della redazione dei giornali scolastici delle proprie scuole di partecipare a un’assemblea finalizzata a dar vita a un dibattito intorno a diversi temi, quali scelte editoriali, modalità organizzative e strategie di lavoro, risorse per la stampa, libertà di espressione e rapporti con docenti e dirigente scolastico.

Un modo sicuramente efficace per favorire il confronto, che continuerà a livello interregionale e nazionale in aprile con i Convegni della Stampa Studentesca presso le Serre Reali del Castello di Racconigi e a Perugia, dove avverrà un vero e proprio baratto delle cose e delle idee, con scambio di giornali, inserti speciali, progetti e documenti tra le varie redazioni.

Firme prestigiose dei quotidiani hanno cominciato a muovere i primi passi nella redazione del giornale scolastico.

Enzo Biagi scrisse già in un tema alle medie del suo sogno di fare il giornalista: lo immaginava un ‘vendicatore’ capace di riparare torti e ingiustizie; era convinto che quel mestiere l’avrebbe portato a scoprire il mondo. Proprio in quegli anni con alcuni compagni fece il suo primo giornale, Il Picchio, cronache della vita scolastica con qualche riferimento a quello che accadeva intorno, stampato in ciclostile (1).

Walter Tobagi iniziò la sua carriera di giornalista al Liceo Parini, dove nel 1966 si trovò coinvolto nell’ancora famoso ‘scandalo della Zanzara’, in quanto redattore del giornale scolastico che aveva fatto tanto scalpore con un articolo che toccava un argomento tabù come la sessualità (2).

Anche Federico Rampini si è avvicinato al giornalismo a scuola, a Bruxelles e non ha perso questa passione neppure durante gli studi di Economia in Bocconi. Passione innata per la lettura, fiuto, curiosità, desiderio di conoscere che lo hanno portato a importanti incarichi come inviato speciale del quotidianoLa Repubblicain giro per il mondo.

Alcuni giornali scolastici sono rimasti in vita per decenni, con alti e bassi e con qualche periodo di interruzione, come quello del Liceo Carducci appunto, nato nel 1940, asoli otto anni dall’apertura della scuola milanese. E se nel 2009 L’oblò era magro e smunto, la redazione si è data da fare per rinnovarlo e renderlo più appetibile con investigazioni culturali a basso contenuto di noia.

Altre redazioni stanno per pubblicare il numero zero, tra mille difficoltà organizzative e un po’ di demotivazione. Anche nel momento della supremazia della rete e dei blog la carta stampata resiste comunque anche nel giornalismo scolastico e continua a costituire una buona pratica di aggregazione e di cittadinanza attiva e consapevole. Il giornale scolastico è un’irripetibile occasione di crescita e formazione anche per chi legge – dice Eleonora Sacco -, ma spesso i media si dimenticano dei tanti ragazzi che a scuola sono attivi e contribuiscono in vari modi a migliorare la qualità dell’offerta formativa, anche con il lavoro della redazione.

Forse una delle prospettive a medio termine a cui gli studenti stanno pensando è il lancio di un giornale cooperativo on-line. E forse in futuro per alcuni di loro il passo da un giornale scolastico al giornalismo potrà essere breve.

 

Rita Bramante

 

 

(1) E. Biagi, Era ieri, Milano, 2005

(2) ‘Zabaione’ novembre XXXI

 

 



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