24 aprile 2012

LA CITTÀ COME UN SERPENTE CAMBIA LA PELLE


La città come un serpente cambia la pelle. Sembra così ovvio da dire. Eppure guardiamoci intorno: in venti anni Milano ha subito cambiamenti radicali. Mi ricordo ancora quand’ero piccolo il treno della Pirelli a Greco che attraversava viale Arbe. Ora c’è la Bicocca. A sud di casa mia ho visto nascere, giorno dopo giorno prima comparire tra le case e poi svettare fino al cielo grigio, il Pirellone due e gli altri grattacieli di Garibaldi. Una linea di metropolitana a breve arriverà a cinquanta metri da casa mia.

Ma di cambiamenti c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ce ne sono di sociali: oggi nelle scuole i ragazzini ostentano quasi inconsapevolmente i privilegi del benessere. Quando andavo a scuola io eravamo di sinistra e se facevi quello che fa vedere che hai soldi era perché eri ciellino. Ora mi pare sia nella norma fare la festona col DJ pagato e i camerieri in livrea.

Un tempo a Milano l’eroina era quasi scomparsa e si vendevano solo hashish e marijuana. I ragazzi usavano solo quelle e, i più trasgressivi, qualche pastiglia. Oggi siamo la borsa europea della cocaina e, secondo me, se andiamo a vedere almeno un milanese su tre la usa o comunque l’ha provata.

A Milano le colonne di San Lorenzo erano per gli alternativi e i Punk. C’era il Rattazzo e un po’ di bar. Ora ci arrivano i tamarri da tutta la regione e i locali sono diventati tutti uguali con i divanetti in pelle e i cocktail a 10 euro. Oramai c’è lo stile Milano dell’aperitivo con la pasta coi gamberi, le lasagne e l’insalata di granchio (in scatola) tofu e finocchio: una volta a Tel Aviv mi hanno detto “cool, i love Milan. Wonderfull nightlife and expecially aperitivo!” e io ho riso.

In Colonne di San Lorenzo cento anni fa c’era la Vetra con le puttane e i pappa: c’era la mala e la scighera del naviglio che passava li vicino. Era un quartiere popolare come ci raccontano, in epoche e modi diversi, Delio Tessa e Scerbanenco. Poi ci sono state le serate del Movimento studentesco e Avanguardia operaia e negli anni ottanta gli eroinomani. Quando ero piccolo piccolo che andavo a trovare la nonna mi ricordo che ce n’era ancora qualcuno.

Oggi c’è un cancello verde che chiude il parco e i residenti si lamentano per il degrado dovuto alle birre e ai locali che di notte si popolano di strani individui a bordo di BMW bianche. I residenti però non si ricordano mai di aver comprato le case a prezzi astronomici perché è diventata una zona fashion e non pensano mai che un popolo è stato sfrattato dal centro per fare spazio alle loro domestiche e ai loro cani con nomi da bambine anoressiche.

Se giri a Milano di notte c’è sempre traffico sui bastioni e perfino al semaforo in fondo a viale Arbe tra Sesto e Cinisello: l’amore mio viveva a Monza, per questo lo so. A qualsiasi ora le macchine sono tantissime e gli autobus sono vuoti, tranne quando i pendolari vanno al lavoro e i ragazzi vanno a scuola. Dieci anni fa dopo le dieci Milano era vuota.

Ho fatto fatica a capire cosa cambiava, se ero io che cambiavo o era Milano che stava cambiando. Non posso certo dire di averlo capito né di saperlo spiegare. So solo che dopo vent’anni di una Milano uguale a marzo 2012 è cambiato qualcosa e la città ha cambiato colore. E si vede, ci odiamo di meno e pensiamo un po’ più a come migliorarla. La città è cambiata in vent’anni e dopo vent’anni ha chiesto alla politica di cambiare con lei, perché era troppo cambiata per gente che la voleva sempre uguale. Resta da capire, ora, se questi nuovi, saranno all’altezza delle aspettative di noi ragazzi.

Se i cambiamenti saranno tutti positivi, se i sogni promessi diverranno realtà da ricordare, ma questa è una storia da raccontare la prossima volta…

 

Lorenzo Lanza

[contact-form-7 id=”18305″ title=”Modulo di contatto 1″]



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti