24 aprile 2012

SAVIANO ‘MILANESE’: LA DURA LOTTA DI MILANO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA


Forse, fino a qualche anno fa, parlare di mafia a Milano avrebbe fatto “scappare a un sorriso o a una risatina” ma oggi non è più così; infatti la criminalità organizzata si è evoluta e negli ultimi anni ha puntato forte sul Nord e sulla nostra città, in quanto capitale economica, capitale anche dei traffici.

La realtà milanese ha però fortemente negli ultimi anni cercato di combattere l’incremento della mafia al nord.

A supporto di questo il Comune di Milano il 19 gennaio scorso, ha voluto premiare Roberto Saviano, facendolo diventare un cittadino onorario di Milano. L’onorificenza è stata consegnata all’autore di ‘Gomorra’, per riconoscergli l’impegno contro le mafie, un cancro che si è sviluppato in maniera capillare anche al Nord, a Milano in particolare.

Il gesto da parte della città, che è avvenuto nel corso di un Consiglio Comunale al quale non hanno però presieduto gli esponenti del Pdl e della Lega, testimonia come le istituzioni politiche milanesi siano in prima linea nel combattere la criminalità organizzata nel capoluogo lombardo e che questa battaglia potrà portare a risultati anche nazionali come dichiarato dallo stesso Saviano: ‘Qui può partire la resistenza alla mafia più che al Sud. Qui non ci sono faide, l’omertà si declina in modo diverso, il riciclaggio ha modalità vincenti con strutture di investimento’.

Una mafia più nascosta quindi, più addentrata nelle dinamiche sociali, economiche, finanziarie e politiche cittadine: non a caso la Lombardia, essendo la regione più ricca del Bel Paese è quella in cui le mafie trovano più guadagni e dove possono fare più investimenti anche perché Milano, sotto questo punto di vista è diventata ‘la più grande città del Mezzogiorno’, come ha dichiarato lo stesso autore.

La città negli ha negli ultimi tempi aderito e promosso molteplici iniziative contro le mafie e ha sempre accolto con favore tutte le iniziative che viaggiavano verso questa direzione: dalla manifestazione del 20 marzo 2010 (giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia) in cui per la prima volta dal palco di piazza Duomo sono stati letti i cinque nomi delle persone uccise in seguito all’attentato di Cosa Nostra di via Palestro nel 1993, al patto del 19 ottobre 2011 firmato da 26 comuni della provincia di Milano e di Monza-Brianza, volto a rafforzare l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata che opera nei rispettivi territori.

Un problema così profondo e radicato come la mafia va indubbiamente trattato e combattuto specialmente in una città come Milano, da sempre esempio di efficienza, produttività e sicurezza per tutto il paese. Combatterlo può significare anche semplicemente farlo con le parole come ha fatto e continua a fare Saviano, che indica con un segno di civiltà che Milano deve parlare di mafia prendendo a cuore questo problema in un’ottica di cittadinanza universale.

E questa cittadinanza milanese data a Saviano è un forte messaggio a tutti i cittadini milanesi che grazie anche a queste manifestazioni si possano rendere conto della gravità di questa situazione e in particolar modo i giovani per comprendere i meccanismi e iniziare ad avere fame di informazione e di legalità.

Lo scorso gennaio, oltre a ‘incoronare’ Saviano, dopo molte vicissitudini è stato finalmente trovato anche l’accordo per il Comitato Antimafia milanese, e questo, così come tutte le altre iniziative che soffiano verso la stessa direzione di giustizia e di legalità, non punta a essere solo un messaggio a cui poi non seguano fatti concreti che possano far sperimentare come davvero “il vento sia cambiato” (come recitava lo slogan di Pisapia in campagna elettorale) Milano e i milanesi devono dimostrarlo. BENVENUTO ROBERTO, CITTADINO DEL MONDO, CITTADINO DI MILANO!

 

Sara Santi

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