11 aprile 2012

libri – VIAGGIO IN ITALIA – ALLA RICERCA DELL’IDENTITA’ PERDUTA


 

VIAGGIO IN ITALIA – ALLA RICERCA DELL’IDENTITÀ PERDUTA

M. Aime, G. Dalla Zuanna, L. De Biase, I. Diamanti, S. Natoli, E. Pozzi, L. Zoja

Intesa San Paolo, 2012

Ebook scaricabile gratuitamente da www.perfiducia.com

 

In poco più di 130 pagine il piccolo e prezioso volume riunisce, in un dialogo a più voci, sette pensatori italiani che si interrogano sull’Italia di oggi, partendo da queste domande: qual è l’identità degli italiani? A cosa possiamo ricondurre la personalità del nostro paese? Cosa ci rende diversi e perciò unici nella famiglia europea? Come raccontare i cambiamenti profondi, le nostre crisi, la nostra forza?

L’iniziativa è collocata in un format di comunicazione lanciato da Intesa San Paolo con il progetto “perFiducia” diretto anche a mantenere vivo un dibattito in un momento difficile e un clima d’opinione oggi non propriamente favorevole alle banche. Gli incontri sono stati curati da Giulia Cogoli e Vittorio Meloni.

A Luigi Zoja, una delle menti più vivaci ed eclettiche che animano a livello internazionale il mondo della psicanalisi, è stato chiesto perché intere parti di una generazione stiano perdendo i loro anni migliori in una sorta di stato di sospensione. Cosa produce i cosi detti. neet, qual è la spinta profonda che li isola dal mondo in una specie di non vita professionale? Zoja risponde parlando di giovani “isolati e inabissati” nei quali “lo spirito critico individuale e la sensazione, pure individuale, di fallimento si sovrappongono.

Salvatore Natoli invece, celebre per le sue brillanti analisi storiche sull’identità del paese, torna all’insegnamento di Guicciardini, teorico di quel particulare, e alla frammentazione non solo politica dell’Italia di allora. Connotato che ritroviamo anche oggi, nei propositi politici dei partiti e nei comportamenti della società. Scontiamo così le conseguenze “di un ritardo evolutivo che non ha favorito l’emergere e il distribuirsi di poteri diffusi e con essi di quel bilanciamento conflittuale che nell’Occidente è stato il terreno pratico in cui sono maturate le democrazie”.

Luca De Biase, giornalista attento a quanto produce il web, osserva e interpreta le modalità con le quali prende vita la nuova identità fatta di “network sociali”, dove i legami che contano non si sviluppano “in base alla discendenza dallo stesso padre o dalla stessa patria, ma dalla condivisione di uno stesso spazio virtuale”.

Giampiero Dalla Zuanna, demografo che non si fa distrarre dalle apparenze, ci consegna un ritratto di un paese in fortissima trasformazione, dove “nei prossimi trentanni è verosimile che gli abitanti di origine straniera raggiungano i 9 milioni, e dove gli italiani con più di 80 anni saranno 6.600.000, il doppio di oggi.

Marco Aime, un antropologo abituato a leggere il riprodursi nella modernità delle forme più arcaiche di associazione, rintraccia nell’Italia contemporanea gli indizi di una “eccessiva sovraesposizione della identità, di una identità, che potrebbe trasformarci in cittadini unidimensionali e a spingerci dentro una dimensione tribale”.

Enrico Pozzi, psicologo sociale, indaga l’azione sottotraccia di pulsioni profonde. Tanto più insidiose in un’epoca e in un paese come il nostro, che ha fatto dell’immagine trionfante del capo la sola medicina al “caos locale e globale”, per restituire ordine all’incomprensibile complessità del mondo.

Sul tema di chi sono gli italiani e come si percepiscono, Ilvo Diamanti, precursore delle ricerche sui cambiamenti dei rapporti tra società e politica, ci riporta alla nostra identità molteplice, alle molte Italie che compongono un puzzle di identità molto complesso, nel quale appartenenza locale e nazionale coesistono, anzi è probabile che si salvino reciprocamente. Una caratteristica che rende gli italiani un popolo senza stato, e l’Italia una nazione nella quale ci si riconosce a partire dal proprio vissuto locale. Una condizione che oggi, nel pieno di una crisi globale, può rappresentare un limite serio, che la flessibilità e la adattabilità del nostro paese non sono, forse, più in grado di compensare. (Paolo Bonaccorsi)

 

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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