10 aprile 2012

musica


LA SETTIMANA DI PASQUA

Sembra che all’arrivo di Pasqua i musicisti di valore vadano in vacanza e a Milano non voglia venirci più nessuno. La settimana è trascorsa all’insegna della mediocrità – o quanto meno a quella della svogliatezza – come nel caso della Filarmonica scaligera che ha seguito di malavoglia il bravo direttore Christoph Eschenbach in una modesta Jupiter mozartiana replicata tre volte senza alcuna misericordia per il pubblico. Un ascoltatore molto attento e competente, che vuole restare anonimo, ci ha scritto che “… è stato penoso ascoltare la Filarmonica suonare Mozart … si nota un continuo decadimento nella qualità del suono mai limpido … il direttore è sicuramente bravo (un po’ senz’anima ma con grande tecnica) e in Mozart ha fatto quasi pena a dovere dirigere un’orchestra così disastrata…“!.

Non molto meglio è andata alle coraggiose Serate Musicali che – dopo la deludente prova di Shlomo Mintz con l’Orchestra Camerata Ducale si è azzardata a scritturare il premiatissimo Eduard Kunz, pianista siberiano non proprio giovanissimo (ha 32 anni) che vive a Bucarest e debutta in Italia con un concerto tanto impegnativo quanto deludente. Bel ragazzo, che mostra meno della sua età e accattiva il pubblico con i suoi modi gentili, suona in piena libertà sfoggiando la solita grande tecnica della scuola russa senza capire il senso di ciò che suona. E così le 10 Sonate di Scarlatti hanno gli stessi timbri e suoni e ritmi della famosissima Ciaccona di Bach-Busoni, e questa sembra parte della successiva Sonata in la maggiore opera 120 di Schubert. Tutto uguale. L’uso sdolcinato del pedale, il fraseggio fantasioso e irrispettoso delle indicazioni degli autori, pochissima attenzione nei confronti del testo fanno disperare che questo ragazzo trovi con la maturità una strada seria e professionale per diventare un vero musicista. Come sempre non basta saper suonare, bisogna anche capire cosa si suona. Vorremmo consigliargli di ascoltare qualche disco, per esempio la Ciaccona suonata da Arturo Benedetti Michelangeli, per capire di che si tratta e darsi una base di partenza.

Nel frattempo l’Auditorium ha presentato i suoi gioielli, l’Orchestra Verdi e la Verdi Barocca dirette da Ruben Jais che, insieme al Coro della Verdi diretto una volta da Gianluca Capuano e l’altra da Erina Gambarini, eseguiranno la “Passione secondo Giovanni” e l'”Oratorio di Pasqua”; sono due opere fra quelle che Bach era costretto a scrivere in esecuzione del contratto capestro che lo legava al Municipio della città di Lipsia, e che infarciva di ricopiature e ripetizioni di sue precedenti Cantate e pezzi vari scritti per altre circostanze. Capolavori assoluti e vette altissime, come sempre, che tuttavia acquistano un certo sapore di stantio quando le si sente ripetere anno dopo anno come l’Oratorio di Natale a Natale e la Nona Sinfonia di Beethoven a Capodanno. Capiamo il valore dei riti, li abbiamo anche celebrati e applauditi, ma forse andrebbero un po’ svecchiati, per esempio invitando direttori da un anno all’altro diversi o cambiando qualche prima parte che aiuti l’orchestra – da noi peraltro molto amata e apprezzata – a rimettersi in gioco.

Questa volta, a dire il vero, una novità Jais l’ha introdotta e infatti nella “Passio” ha sostituito soprano e contralto (signore) con sopranista e controtenore (signori) le cui voci assomigliano di più alle voci “bianche” di quei bambini che Bach era costretto a utilizzare in quanto alle signore non era permesso di “servire il Signore” in chiesa. È sufficiente per arricchire l’esperienza del fedelissimo pubblico che ogni anno si reca ad ascoltare gli stessi Oratori?

Più brillante, nella settimana “santa” appena trascorsa, è stata la Società del Quartetto che ha proposto il Trio di Parma (Enrico Bronzi, Ivan Rabaglia e Alberto Miodini) in due Trii di Dvorak per violino, violoncello e pianoforte – il n. 1 in si bemolle maggiore opera 21 e il n. 4 in si minore opera 90 (il meraviglioso Dumky trio) – con i quali è stata avviata l’esecuzione del loro ciclo integrale. Esecuzione impeccabile di due capolavori non molto conosciuti al grande pubblico da parte di un Trio applauditissimo che ha offerto ben due bis, fra cui lo Scherzo del meraviglioso trio dell’Arciduca di Beethoven.

 

Musica per una settimana

*giovedì 12, venerdì 13 e domenica 15 all’Auditorium l’orchestra Verdi diretta da Jader Bignamini, al pianoforte Mikhail Rudy, in un programma tutto dedicato a Musorgskij con i Quadri di un’esposizione nell’edizione originale per pianoforte con proiezione in sincrono del film d’animazione dalla versione teatrale di Kandinsky, Una notte sul Monte Calvo (nella orchestrazione di Rimskij Korsakov) e ancora i Quadri di un’esposizione nella trascrizione per orchestra di Ravel

*giovedì 12 e sabato 14 al Teatro Dal Verme, l’orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Carlo Boccadoro esegue The unanswered question di Charles Ives, il Concerto per violino e orchestra opera 14 di Samuel Barber (violinista Marcus Placci) e la suite per 13 strumenti Appalachian Spring di Aaron Copland

*domenica 15, lunedì 16 e mercoledì 18 alla Scala concerto della Filarmonica diretta da Riccardo Chailly con Stefano Bollani al pianoforte. Il programma: Aldorada del gracioso, Concerto in sol e La valse di Ravel, Catfish Row – suite da Porgy and Bess – di Gershwin

*lunedì 16 al Conservatorio (Serate Musicali) il pianista Alexei Volodin esegue: i quattro Improvvisi di Schubert dell’opera 90, la sonata “Patetica” n. 8 in do minore opera 13 di Beethoven, la suite da Schiaccianoci di Čajkowskij (trascrizione Pletnev) e la Sonata n. 2 opera 54 di Kapustin

*martedì 17 al Conservatorio (Società del Quartetto) Leonidas Kavakos al violino e Enrico Pace al pianoforte eseguono tre Sonate di Beethoven: la n. 1 in re maggiore (opera 12 n. 1), n. 8 in sol maggiore (opera 30 n. 3) e la n. 9 in la maggior opera 47, la famosa Sonata a Kreutzer

*mercoledì 18 al Conservatorio (Società dei Concerti) il Quartetto di Venezia sostituirà il Quartetto della Scala (come si sa impedito da una recente legge di suonare extra moenia) in un programma che prevede l’Adagio e Fuga K. 546 in do minore di Mozart, il Quartetto anch’esso in do minore opera 110 di Šostakovich e l’ultimo Quartetto di Beethoven, in fa maggiore, opera 135.

*inoltre segnaliamo il concerto straordinario che si terrà lunedì 23 aprile al teatro alla Scala per la Lega italiana per la lotta contro i tumori, con la Mahler Chamber Orchestra e la WDR Big Band dirette dal maestro Michael Abene e le voci di Kevin Mahogany e Jocelyn B. Smith, in un tributo a Ray Charles

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



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