3 aprile 2012

SEA: UN NODO DIFFICILE DA SCIOGLIERE


Il secondo argomento caldo della politica locale milanese – il primo incontrastato resta il PGT – è il destino della SEA – la società controllata dal Comune di Milano che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa – dopo l’annuncio della Giunta comunale di considerare “non strategica” la partecipazione “pur condividendo il fatto che il sistema degli aeroporti milanesi sia strategico per lo sviluppo di Milano”. Con polemiche e scontri non solo con l’opposizione ma anche all’intero della maggioranza. Un’abdicazione, una contraddizione, un atto di realismo?

Ne hanno parlato la settimana scorsa al Circolo De Amicis il presidente della SEA Giuseppe Bonomi, Franco D’Alfonso assessore alle Attività produttive Commercio, Marketing e Turismo, Onorio Rosati segretario Generale della Camera del Lavoro di Milano, Mario Artali presidente del De Amicis, Franco Brioschi, coordinatore regionale Trasporto Aereo, Anna Gervasoni che dirige il Centro di Ricerca sui Trasporti e le Infrastrutture dell’Università Carlo Cattaneo (LIUC), Salvatore Bragantini (editorialista del Corriere della Sera), Stefano Rolando, professore allo IULM, avviata da Beppe Merlo (Club Porto Franco) e coordinata da Luca Pagni (Repubblica).

La discussione, naturalmente, s’inquadra da un lato nel ragionamento sulle priorità del bilancio collegate agli obiettivi di finanziamento dello sviluppo del territorio. Dall’altro lato in un più generale tema di rapporto con le aziende partecipate rispetto al quale il confronto al De Amicis ha messo in chiaro una più moderna lettura del rapporto non solo tra pubblico e privato ma anche rispetto a una più ampia membership a condizione di creare condizioni di patti e di alleanze laddove s’individuino possibilità di crescita e di competizione.

Sembrerebbe essere proprio il caso del trasporto aereo, stando almeno a ciò che ha detto il presidente della SEA Giuseppe Bonomi, che ritiene, nel quadro competitivo tra i siti aeroportuali d’Europa, il traffico e quindi il business sia destinato a raddoppiare in breve tempo spingendo gli operatori a consorziarsi, integrarsi, razionalizzarsi e non a distinguersi fino alla frammentazione come succede in Italia.

Il punto di vista dell’amministrazione milanese è stato illustrato con la chiarezza da Franco D’Alfonso – che fa parte del tavolo di competenze che discute su SEA e partecipate – attorno al convincimento della Giunta Pisapia di mettere insieme risorse per due miliardi, nei quattro anni di attività che restano, per rimettere in sesto la città, ammodernarla, intervenire negli ambiti ora alla deriva, insomma agire – in affiancamento dei programmi per Expo 2015 – in condizioni di sostenere la prospettiva sia qualitativa sia competitiva che una città come Milano deve avere per reggere ruolo e confronti. “A bilanci tagliati e a casse esangui, la Giunta apre una riflessione sulle possibilità di operare sul patrimonio anche alienandolo, avendo naturalmente a cuore che realtà che restano comunque partecipate, crescano in modo sano“.

È comprensibile che i rappresentanti sindacali sollevino perplessità (anzi, parte addirittura uno sciopero con 60 voli cancellati) e pongano questioni sia strategiche sia legate agli interessi dei lavoratori del settore. Ma è altrettanto naturale che la vicenda debba chiamare in causa dapprima la Regione (ricordando che Malpensa opera nel territorio di un’altra provincia, rispetto a Milano, quella di Varese) e anche altri soggetti istituzionali e di impresa che sono attivabili a fronte di un rilancio di competitività non a tagli depressivi. È quello che, per esempio ha sostenuto nel dibattito, Stefano Rolando, professore allo IULM e tra gli animatori del nuovo De Amicis e che ha ribadito nelle conclusioni Mario Artali. La complessità economica di questa potenziale crescita è stata ben delineata da Anna Gervasoni mentre Salvatore Bragantini ha posto problemi di trasparenza nelle annunciate operazioni di alienazioni di quote della SEA.

Un avviamento di dibattito che l’impegno del De Amicis a ragionare sia sui nuovi possibili rapporti tra città e regione, sia sulle condizioni per sostenere lo sviluppo economico e del welfare a Milano porteranno certamente a riprendere e sviluppare.

Il Circolo De Amicis di Milano sta confermando la sua svolta, organizzativa e di proposta, orientata a fare rete tra coloro che sono interessati a superare ostacoli e frammentazioni del passato in una visione riformatrice e di dedizione della politica agli interessi generali. Dunque orientata a fare emergere problemi attuali e di prospettiva per contribuire a uno dei punti essenziali di consolidamento della democrazia, soprattutto a Milano: rilanciare la cultura del dibattito pubblico.

Con una formula alternata di seminari in piccoli gruppi e dibattiti con più ampio pubblico, nell’ultimo mese al Circolo De Amicis si è parlato di diritti civili, ma anche di nuova politica e nuova comunicazione politica, identità e cittadinanza, di prospettive di Regione Lombardia

 

Patrizia Galeazzo



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