3 aprile 2012

FERMO IMMAGINE SU DONNE NORMALI


Seimila copie in poco più di un mese e ‘Non è un paese per donne’ va subito in ristampa. La piccola antologia edita da Mondadori, nata a seguito della mobilitazione delle piazze del Se non ora quando? dalla proposta della giornalista Cristina Zagaria e realizzata nel giro di pochi mesi da un gruppo di quattordici donne diverse per età, formazione e provenienza, sta riscuotendo un immediato successo grazie al passaparola e alla presentazione itinerante curata in prima persona dalle stesse autrici (*).

Quest’opera collettiva raccoglie racconti che partono da un presupposto comune, raccontare storie vere di “straordinaria normalità” di donne che non si rassegnano, fanno i salti mortali, diventano testimoni di solidarietà ed esempi di tolleranza, di resistenza alle difficoltà, con lo sguardo rivolto al futuro per “superare gli scossoni e le sberle che ci riserva la vita”. Donne “combattenti”, impegnate a mettere in moto il cambiamento, che sono la maggioranza dell’universo femminile.

Ritratti veri e non immagini mediatiche – quelle delle donne-corpo protagoniste quotidiane delle cronache dei media -, ma storie che spesso purtroppo non fanno neppure notizia, corpi in lotta per non cedere alla malattia, corpi segnati dalle violenze inflitte da uomini rabbiosi, corpi in balia della prostituzione di strada, corpi oversize che usano il cibo come difesa e che con fatica si cimentano nella discesa dalla sommità della taglia 64, verso la 58. Donne che “ogni giorno lavorano (o cercano un lavoro)” – in Italia quasi una donna su due è fuori dal mercato del lavoro -, “studiano (spesso con notevole successo), si occupano dei propri figli (con le difficoltà determinate dalla mancanza dei servizi sociali), stabiliscono reti di solidarietà e di affetti”, come scrive Miriam Mafai nella prefazione.

Le autrici ci fanno incontrare Mina, Ina Velleca, una degli “invisibili” che dormono alla stazione di Greco Pirelli, protagonista del grande gelo a Milano “dove morire di freddo si può” e presidente di Linea Gialla, la prima onlus italiana creata e gestita da senza fissa dimora per aiutare chi vive per strada; le mamme “vulcaniche” protagoniste dell’emergenza rifiuti a Napoli, in prima linea per proteggere la salute dei propri figli contro un nemico, la discarica di Cava Sari che “vomita ogni notte puzza e gabbiani”; Matilde Sorrentino mamma coraggio assassinata per aver denunciato un giro di pedofili del Rione dei Poverelli a Torre Annunziata. Il racconto delle donne coraggio continua, nei caffè letterari e nei blog.

I proventi dell’antologia vengono donati dalle autrici all’Associazione di volontariato Smile again, nata per dare un aiuto alle donne del Bangladesh, Pakistan e Nepal sfigurate con l’acido, una pratica usata di solito per punire offese legate all’onore familiare.

La questione femminile in Italia è tutt’altro che superata, è troppo il divario in termini di accesso alle opportunità del mondo del lavoro ancora attribuibile a differenze di genere e il nostro Paese non è ancora un paese per donne: secondo The global gender gap Index 2011, il rapporto che studia le differenze fra uomini e donne, stilato dal World Economic Forum, l’Italia continua a essere fanalino di coda e si trova al posto numero 74 su 135 nazioni, più vicina a nazioni come il Bangladesh e il Ghana, che alle altre democrazie occidentali. Il posto migliore per essere donna è infatti l’Islanda. Per essere mamma la Norvegia (**).

Ed è degli ultimi giorni l’invito del Presidente Napolitano alle donne a farsi sentire, perchè “più si faranno sentire, prima arriverà il momento in cui ci sarà anche una candidata donna al Quirinale e potrà essere finalmente eletta”. Presto, è l’augurio del Capo dello Stato e non solo.

 

Rita Bramante

 

 

(*) Francesca Barra, Viola Di Grado, Alessandra Faiella, Raffaella Ferrè, Barbara Garlaschelli, Manuela Iatì, Emilia Marasco, Margherita Oggero, Carmen Pellegrino, Patrizia Rinaldi, Elvira Seminara, Cristina Sivieri Tagliabue, Buci Sopelsa, Cristin Zagaria.



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