27 marzo 2012

LA CRIMINALITÀ A MILANO: BONIFICARE E SEMINARE


Nuovo passo avanti del Comune di Milano nell’attività di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata. Dopo il Consulta antimafia istituita dal Sindaco e composta da cinque esperti, è stata creata anche la Commissione consiliare permanente in materia di contrasto alla criminalità organizzata, composta da diciotto consiglieri, con la consulenza di dirigenti e funzionari, professionisti, associazioni di volontariato e di categoria.

Il nuovo organismo dovrà indirizzare l’Amministrazione comunale nella predisposizione di idonei e incisivi strumenti per contribuire alla prevenzione e al contrasto del radicamento delle associazioni di tipo mafioso. Nei confronti della cittadinanza, inoltre, la Commissione lavorerà per promuovere la cultura della legalità democratica e dell’antimafia “come elemento fondamentale per la crescita sociale, civile, economica di Milano e del Paese”.

In particolare, la Commissione contribuirà alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, indicherà “regole, indirizzi, buone prassi” in relazione, tra l’altro, alle convenzioni attuative dei piani territoriali e urbanistici e alle concessioni d’uso di beni immobili, rivolgendo attenzione anche ai lavori in area Expo.

La Commissione, infine, sosterrà con iniziative concrete quanti – tra le Forze dell’Ordine, la magistratura, il giornalismo, il volontariato e l’associazionismo – combattono quotidianamente contro il potere criminale mafioso, promuoverà percorsi di formazione per amministratori pubblici e favorirà iniziative di educazione alla legalità, soprattutto nelle zone di Milano maggiormente colpite dal fenomeno mafioso. L’impegno istituzionale della Giunta e del Consiglio comunale è indubbio e deve essere valutato con estremo favore in questi primi mesi di gestione politica.

Tuttavia non dobbiamo e non possiamo fermarci a questo. La criminalità organizzata, come tutte le recenti e più raffinate indagini giuridico – sociologiche ci dicono, è fenomeno ramificato e diffuso a tutti livelli sociali e professionali e, soprattutto in questi ultimi tempi, si nasconde spesso sotto parvenze formali di legalità, cercando di compiere “nell’ombra” i propri affari. Si pensi, a solo titolo di esempio, la riconosciuta diffusione della criminalità organizzata nel mondo degli appalti pubblici e privati e nel mondo delle amministrazioni locali, come le recenti indagini giudiziarie hanno messo prepotentemente in luce.

Proprio per questa invasività del fenomeno occorre, ad avviso di chi scrive, che la tutela non si fermi a livello istituzionale, ma si radichi nel territorio, a qualsiasi livello della comunità sociale. Il fatto che siano state create tali commissioni comunali ad hoc è un buon inizio, ma non dobbiamo dimenticarci che l’educazione alla legalità e la conseguente lotta alla criminalità si compie nelle scuole con incontri formativi e informativi, nelle associazioni di categoria con l’adozione di prassi professionali virtuose, nei servizi sociali con la prevenzione e la tutela soggettiva di persone “a rischio”, insomma tra la società civile.

Solo con tale capillare azione preventiva e repressiva contro la criminalità organizzata si potrà davvero combattere il fenomeno “ad armi pari”, adeguandosi ai mutamenti strutturali della stessa e contribuendo davvero a una crescita civile della nostra Città.

 

Ilaria Li Vigni

 

 

 

 

 

 

 

 



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