20 marzo 2012

LA CALDAIA DI BARBIE E IL RISPARMIO ENERGETICO


Nell’ottocento non sapevano nemmeno cosa fosse il PM10, non c’era l’Europa, (meno male, direbbero i “padania libera”) … lo spread era una marca di burro irlandese eppure….. La prima centrale elettrica, non solo italiana, ma dell’Europa Continentale, fu di tipo termoelettrico e sorse a Milano in una piccola area compresa fra le vie Santa Radegonda e Agnello, vicinissimo al fianco sinistro del Duomo. Per la sua costruzione furono acquistati i locali del teatro di Santa Radegonda, che era ormai in disuso da qualche anno. Nel corso del 1882-83, il teatro fu demolito e al suo posto fu eretto l’edificio della Centrale, che accoglieva al primo piano le caldaie a carbone e al piano terra le macchine alternative a vapore e le dinamo (1). E poi si dice l’orgoglio meneghino….

Quindi cento trenta anni fa si usava il carbone ma tu lettore, Il prossimo inverno, se dovessi scegliere compreresti la “Caldaietta di Barbie” ecologica o la nuova City car europea di moda a ciclo diesel, o entrambe? Non è questione di caldaie o di autovetture ma di sviluppo e di ricerca. È tutto interesse della collettività che ci siano idee innovative che inducano nuova tecnologia e poi le aziende, sempre alla ricerca di marginalità e prestazioni economico finanziarie in crescita, si adegueranno e gli utenti compreranno le “nuove macchine” quelle del terzo millennio.

Bisogna parlarne e trovare soluzioni senza danneggiare l’economia reale. La distillazione frazionata del petrolio grezzo genera dopo il processo di raffinazione: benzina, GPL, olefine, paraffine, cherosene, gasolio, olio combustibile, lubrificanti, cere, bitumi e coke. È evidente che in una logica economica l’ottimizzazione dei profitti prevede l’impiego totale di tutti i prodotti della raffinazione per il riscaldamento in città, anche degli olii pesanti.

Esiste un grande dibattito sull’inquinamento che riemerge spesso sui mezzi di informazione quando superiamo la fatidica soglia di allarme del PM10, purtroppo troppo spesso a Milano.Le serie storiche  dell’ anidride solforosa e del monossido di carbonio sono in trend calante a Milano dagli anni ’50 in poi, il PM10 risulta risulta stabile dagli anni ’80 (2). Quando andiamo in una concessionaria a comprare la macchina nuova quella più bella o quando si rompe a gennaio la caldaia e abbiamo freddo, nessuno di noi pensa minimamente al PM10. Nel grafico di seguito vengono riportate le percentuali di emissioni di PM10 in relazione alla fonte generatrice. e le percentuali CO2 relative all’anno 2008: dunque non sono solo auto e riscaldamento a causare l’inquinamento.

Ma andiamo a vedere in particolare ciò che ci tocca più da vicino, e ciò su cui siamo attori protagonisti nell’utilizzo: le autovetture e i generatori di calore. Riassumo per sommi capi i dati della città di Milano relativi al riscaldamento perchè non ci sono dati ufficiali ma si tratta di informazioni “di contrabbando” piuttosto affidabili. Milano 1.300.000 abitanti, circa 30.000 condomini di cui 7.000 serviti da impianto centralizzato alimentato a Gasolio, 1240 (3) alimentati con il teleriscaldamento e 20.000 riscaldati da impianti autonomi, la cosiddetta Caldaietta di Barbie. Esistono poi svariate migliaia di scaldabagni a gas.

Dunque il panorama del riscaldamento è piuttosto vario e variegato composto di fauna e flora tra loro in evidente competizione, un grande mercato su cui molti vivono e nessuno è disponibile a cedere quote di mercato . Ma serve parlarne per sviluppare soluzioni alternative e possibili, non arrendersi mai e coinvolgere produttori e manutentori oltre che utenti finali.

In Italia nel 2011 sono state vendute circa 600.000 auto del segmento B, il 40% circa del mercato dell’auto (1,7 mio/pz). Si stima un 10% su Milano quindi circa 60.000 pezzi anno. Un bel mercato! Qui c’è forse maggiore sensibilità al bello, alla tecnologia e al consumo dato l’aumento del costo dei carburanti da autotrazione, ma non basta.

Chiudo con una frase da una canzone di Carosone: M’aggio affittato ‘nu cammello (ecologico, va benissimo per girare in città), m’aggio accattato ‘nu turbante, ‘nu turbante ‘a Rinascente (quella della centrale a carbone), c’o pennacchio russo e blù (il PM10 non si vede).

 

Breve rassegna dei generatori di calore e affini:

Caldaiette: in Italia esiste un parco installato di 15,4 milioni di caldaiette (4), si sostituiscono circa 900.000 caldaie l’anno e di queste solo l’1,6% sono cambiate per ridurre l’inquinamento e il 10,5% per ridurre i consumi, il resto della sostituzione avviene per rottura etc etc. La caldaietta è quel parallelepipedo bianco nel corridoio, in cucina, nel locale lavanderia o sul balcone e deve funzionare. Il mercato della caldaietta da lavoro ad aziende, agenti di commercio, centri assistenza. A Milano si stima si vendono circa 20.000 pezzi anno (si sostituisce [stima media] circa il 10% del parco installato dunque 200.000 pezzi). Una Caldaietta media a camera stagna di 24 kW (la turbo) emette orientativamente 5.000 g di CO2/ora e funziona circa 1/3 della giornata a seconda della latitudine etc etc.

Caldaie centralizzate: in Italia esiste un parco installato di 1.000.000 di caldaie centralizzate, nel 2009 si sono sostituite 19.200 caldaie (5) e di queste l’8,9% è alimentato a gasolio. Non conosco i numeri di Milano ma stimo almeno un 10% del totale e cioè 170 pezzi/anno. Dunque se ne producono e se ne installano, e qui dovrebbe intervenire il legislatore a indirizzare le aziende produttrici a introdurre nuova tecnologia e togliere dal listino tali prodotti, ma se non si chiudono le porte i buoi scappano dalla stalla. Vale come sopra il criterio dei posti di lavoro.

Impianti di teleriscaldamento: attualmente gli impianti di Teleriscaldamento realizzati e gestiti da A2A nella città di Milano e nell’hinterland sono 12: Tecnocity – Sesto San Giovanni – Famagosta – Figino – Cassano d’Adda – Bovisa (Palizzi) – Novate Milanese – Santa Giulia (Città 2000) – Silvio Pellico – Bensi – Canavese – Linate. La situazione attuale di tutte le utenze allacciate alla rete di distribuzione del Teleriscaldamento ha portato a servire oltre 200.000 abitanti.

“La centrale di cogenerazione per il teleriscaldamento della zona Milano Est denominata “Canavese” è situata nell’area della ex stazione gasometrica AEM, in via Cavriana 32, nei pressi di viale Forlanini. L’impianto è stato inserito nell’area precedentemente occupata dal gasometro demolito. La centrale, realizzata nel 2007/2008, presenta il seguente schema di impianto: * un sistema di sfruttamento dell’energia geotermica contenuta nell’acqua di falda, costituito da pompe di calore ad alta temperatura e di grande potenza; * una sezione di cogenerazione ad alta efficienza, costituita da motori alternativi a combustione interna o da turbine a gas; * serbatoi di accumulo termico per il disaccoppiamento tra la produzione di calore e l’assorbimento termico della rete; * una sezione di integrazione e riserva, costituita da caldaie a metano.

La parte più innovativa del progetto é la sezione a pompe di calore con acqua di falda che garantisce una consistente produzione termica con elevata efficienza, integrata dai contributi provenienti dalle sezioni. La rete di teleriscaldamento, attualmente in fase di progressiva realizzazione, interessa sostanzialmente i quartieri: Città Studi, Argonne, Corsica, Lambrate.”

Delle emissioni da teleriscaldamento non si sa nulla. Si parla di motori a gas caldaie etc etc. Sarebbe auspicabile che A2A fornisse i dati della centrale e il differenziale tra le emissioni dei vecchi impianti centralizzati a gasolio e quanto erogano le centrali. Sarebbe interessante avere i dati relativi ai rendimenti della centrale rispetto ai bruciatori a gasolio del passato.

Bruciatori: ce ne sono di varia forma colore misura e grado di inquinamento, è un mercato antico di gente antica che ha garantito il calore nelle case degli italiani quando non si parlava di inquinamento. Nella città di Milano se ne vendono circa 500 pezzo/anno (stima), di varia tipologia. È un mercato che non muore perché ci sono sempre dei prodotti residui della raffinazione del petrolio che si vendono e generano guadagno e calore a chi li brucia.

Scaldabagni: il mercato degli scaldabagni a gas in Italia si stima in circa 200.000 pezzi anno con un indice di sostituzione del 10% circa. Da una stima personale in città a Milano si cambiano circa 4.000 pezzi anno.

City car europea di moda: autovettura di produzione estera il cui modello base a ciclo Diesel consuma: (ciclo misto): 3,8 l/100 km e ha emissioni di CO2 pari a 99 g/km quando la media Lombardia è 188 g/KM anno 2008 (Fonte: INEMAR ARPA LOMBARDIA). Se si stima un tragitto medio in città al giorno di 20 km i grammi di C0 2 sono circa 1900. Se ne vendono circa 20.000/anno di cui 11.000 circa diesel e su Milano si stimano 1500 pz/anno (dati relativi a un solo marchio).

Lessico famigliare:

Caldaietta di Barbie: generatore di calore installato in casa, brucia sostanzialmente quanto metano o gpl vuoi, fatto salvo i vincoli di legge. Puoi anche litigare con la moglie sul consumo tanto decide lei. Spesso la modalità di installazione è quantomeno esteticamente oscena.

Impianto di teleriscaldamento: sito industriale con torri fumanti in periferia, da cui esce acqua calda che ti arriva in casa tramite tubi speciali e poi nei tuoi termosifoni e dovrebbe riscaldare, in realtà dipende dalla stanza e dall’esposizione del palazzo, se hanno fatto il collaudo …sarebbe ecologica dicono… la moglie ha freddo e ti “martella”: infine spendi in termosifone elettrico per avere la temperatura desiderata (della serie “cornuti e mazziati”)

Bruciatore: grosso pezzo di ferro sagomato che brucia idrocarburi di vario genere residui della raffinazione del petrolio, genera calore consuma poco inquina tanto, nessuno li vuole sostituire e nessuno dice che li ha da tempo immemorabile e risparmia un sacco di soldi.

Scaldabagno: parallelepipedo di ferro bianco con serpentina interna produce acqua calda bruciando il metano o GPL, ce ne sono di antidiluviani che inquinano più della vecchia Trabant, la macchina comunista che espelleva le nuvolette azzurre di “azoto a pezzettoni”, a Milano è installato spesso sul balcone nei modi più disparati e “tendenzialmente” fuori norma di legge. Ci sono poi quelli all’interno degli appartamenti spesso oltre la norma, andrebbero cambiati ieri l’altro.

City car europea di moda: autovettura alimentata a gasolio con filtro anti particolato serve per andare al bar parcheggiare in seconda fila e dire “sono il più fico”… in genere la usa la moglie, l’amante ….

 

Riccardo Lo Schiavo

 

(1) http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/elettricita/radegonda0.htm

(2) http://www.codatu.org/wp-content/uploads/D_Croci.pdf

(3) http://www.a2acaloreservizi.eu/home/export/sites/default/a2a_caloreservizi/impianti_reti/documenti/FOLDER_Ok_Folder_TLR.pdf

(4) Cresme

(5) Cresme




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