13 marzo 2012

CI VUOLE L’AREA «P»: P COME PERIFERIE


Ancora una volta, grande dibattito e attenzione sull’Area «C», il “Centro”. Ma la necessità, la sfida è portare al centro dell’attenzione l’Area «P», la “Periferia”. Milano saprà raccoglierla? E i Consigli di Zona a cosa servono? Intanto alla MM Bisceglie 400 posti auto rimagono inutilizzati.

Di Area C – «C» come Centro, come anche sottolineato dal Sindaco Pisapia nella lettera ai milanesi – se ne è parlato e discusso parecchio. Peraltro, se andiamo indietro nel tempo, anche decenni, gira e rigira, possono cambiare gli argomenti, ma i confini sono sempre quelli del Centro. Ma la città non è solo il «Centro». Allora, bisogna dedicare la stessa attenzione all’Area «P» come Periferia. E non solo per la viabilità o lo smog, bensì per la Periferia vista nel suo insieme, nei suoi vari aspetti problematici, ma anche propositivi. Infatti, la Periferia continua a scontare una superficialità generalizzata: delle istituzioni politiche, ma anche del mondo economico o culturale, e della stampa … forse soprattutto della stampa.

C’è un meccanismo che non funziona! Focalizziamo l’attenzione sull’Amministrazione comunale con alcuni esempi in tema di mobilità (ma potrebbe valere per tutto il resto): 1. È il meccanismo che, da venti anni, lascia 400 posti auto inutilizzati sopra il capolinea della MM1 Bisceglie! La Metropolitana Milanese ha come obiettivo quello di gestire il migliaio di posti auto interrati e non quello di risolvere il problema delle vie del quartiere invase dalle auto dei pendolari. La Polizia Locale si occupa di viabilità e non di utilizzo dei parcheggi (ciascuno cura la “propria” competenza).

2. «C» come Congestion. E di congestione del traffico ne sanno qualcosa le decine di migliaia di abitanti dei quartieri attorno allo Stadio. E i parcheggi loro destinati (righe gialle)? A domanda, la risposta è sempre che se ne occupa qualcun altro. Così, circa il 30% dei parcheggi destinati ai residenti è occupata da non aventi diritto. E le contravvenzioni? Risultato non pervenuto, anzi partita neppure giocata. 3. Dopo la tragica morte del piccolo Giacomo, in Via Solari “sono state elevate 266 contravvenzioni nella giornata di domenica 6 novembre“. E il giorno prima? E l’anno prima? Eppure, i residenti le segnalazioni le avevano fatte. Ma chi se n’era fatto carico, naturalmente avendo la possibilità di intervenire?

Il problema è che purtroppo, l’azione sul territorio risulta frammentata e spesso lacunosa. Manca una regia “vicina” al territorio, che coordini le varie risorse presenti. Proprio in tal senso, c’è un punto dirimente che, al momento, continua a non trovare risposta. In ciascuna Zona operano numerose funzioni comunali: tutti dicono che bisogna “fare sistema”, ma il primo a non farlo, da sempre, è proprio il Comune. Infatti, l’organizzazione “gerarchica” comunale non prevede connessioni sul territorio: ciascuna funzione zonale interagisce con il proprio centro, ma opera disgiuntamente dalle altre funzioni. Insomma, sul territorio non c’è nessuno che faccia da collante.

Che fare allora? Non riteniamo che risponda a questa necessità il concetto di “stretta collaborazione” che, secondo il vigente Regolamento del Decentramento – approvato nel 1997, ma mai attuato – dovrebbe informare l’azione dei Comandi di Polizia Locale con i presidenti dei Consigli di Zona. Infatti, ci permettiamo di osservare che questa previsione non è un concetto organizzativo; al massimo è un auspicio, una buona intenzione.

Dal punto di vista organizzativo, infatti, si deve rispondere alle domande “chi dipende da chi?” e “chi risponde a chi?”. Per questo, Consulta Periferie Milano propone che tutte le funzioni comunali – dai Comandi di Zona della Polizia Locale alle Guardie Ecologiche Volontarie – dipendano “funzionalmente” dal Consiglio di Zona. Certo, è un cambio culturale, ma anche operativo: dalla “frammentazione” al “sistema”. Come farlo? Intanto, scrivendo nei regolamenti che “Le Funzioni comunali operanti in ciascuna Zona, mantenendo la dipendenza gerarchica dalle proprie Direzioni, dipendono funzionalmente dal Consiglio di Zona”.

Ma questa è solo una parte delle questioni riguardante l’Area P. Certo, Massimo Rebotti (Corriere, 23 dicembre, pagina milanese), ricordando un impegno del Sindaco Pisapia preso poco prima di vincere le elezioni – «Nei miei primi cento giorni ridarò dignità alle periferie, le riporterò al centro» – ha commentato che i “primi «cento giorni» della giunta Pisapia (che sono ormai di più) dimostrano che pensare a una città partendo dalle periferie è molto più complicato che prometterlo“. Ma, questa è la sfida.

 

Walter Cherubini*

 

*Consulta Periferie Milano



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