14 marzo 2012

IL DOPO EXPO: L’ARABA FENICE


Una domanda che si sta facendo strada nell’opinione pubblica, oltre a quella più scontata e immediata sul modo in cui verrà declinato, durante i sei mesi dell’Esposizione Universale, il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” riguarda l’eredità sia materiale che culturale dell’EXPO. Al momento, in base al quadro informativo di cui si dispone, l’eredità materiale sul territorio metropolitano e sulla città di Milano, escludendo naturalmente le grandi opere infrastrutturali, sarebbe rappresentata da nuove piste ciclabili, da un canale di 20 km che unirebbe, passando per il sito espositivo, il Canale Villoresi con una Darsena finalmente recuperata per l’occasione. Non rientra in questa eredità un sistema dei Navigli completamente riattivato per una navigazione non solo a fini turistici, essendo richiesti tempi di progettazione e di realizzazione che vanno al di là dell’evento espositivo.

Per quanto riguarda invece il lascito sull’area espositiva bisogna andare indietro nel tempo e precisamente al 26 aprile 2010 in occasione della presentazione del Masterplan al Teatro Dal Verme quando veniva dichiarato ufficialmente che il lascito era costituito da: le serre per clima tropicale umido, arido, secco, due aree bioclimatiche all’aperto, Palazzo Italia, Cascina Triulza, EXPO Center, Decumano, Cardo e Canale navigabile. Dichiarazioni recenti, più criptiche, accennano a una eredità costituita da: un parco urbano destinato a occupare il 52% dell’area espositiva mentre nel resto dell’area dovrebbe sorgere un quartiere residenziale da 1,4 milioni di mc e una grande, non ben precisata, sede pubblica. Ugualmente criptiche le dichiarazioni sull’eredità culturale legata ai temi affrontati con l’EXPO incentrati sull’alimentazione, la biodiversità, l’energia per la vita, etc., tanto da far nascere il timore che il patrimonio di conoscenze esibito dai Paesi partecipanti non sia destinato a lasciare una traccia duratura nel tempo.

La proposta che viene qui avanzata (illustrata sul sito: www.dopoexpo2015.it) consiste nel valorizzare sia l’eredità materiale che quella culturale attraverso la nascita di un Parco ludico-educativo che riprende, allargandole e spettacolarizzandole, le tematiche dell’EXPO. Un Parco da insediare all’interno del parco urbano, al centro di una rete di piste ciclabili di cui si prevede il completamento in occasione dell’EXPO. Si tratta di una rete di piste ciclabili, di un Parco tematico da vivere come un unicum per i visitatori del Parco che vogliano esplorare il territorio metropolitano servendosi di un mezzo ecologico per eccellenza.

La rete di piste ciclabili – Da una analisi condotta su piste già esistenti o da realizzare in vista dell’EXPO è stata individuata la configurazione di una rete di piste ciclabili che ha come direttrici principali il Canale Villoresi e il Naviglio Grande e che attraversa, oltre alla città di Milano, un territorio metropolitano di particolare interesse. In Fig. 1 è riportata la configurazione di questa rete, in Tab. I centri principali interessati e in Tab. II le lunghezze dei singoli percorsi. Come evidenziato in Fig. 1, la rete ha due baricentri (punti naturali di aggregazione) nell’area metropolitana e in Città rappresentati rispettivamente dal Parco tematico e dalla Darsena.

 

Fig. 1 La rete di piste ciclabili da e per il Parco tematico

 

Prendendo il Parco come punto di partenza e di arrivo sono individuabili i seguenti principali itinerari, due dei quali si chiudono ad anello.

Anello (A): Parco tematico, Garbagnate Milanese, Nosate, Abbiategrasso, San Cristoforo-Darsena, Parco di Trenno, Bosco in Città, Strada del Sempione, Parco tematico (106 km); oppure Parco di Trenno, Cascina Merlata, Parco tematico (100 km).

Anello (B): Parco tematico, Garbagnate Milanese, Nosate, Cassinetta di Lugagnano, Bosco in Città, Strada del Sempione, Parco tematico (89 km); oppure Bosco in Città, Parco di Trenno, Cascina Merlata, Parco tematico.

Percorso (C): Parco tematico, Garbagnate Milanese, Monza (Villa Reale) e ritorno (50 km).

 

 L’esplorazione del territorio – Il territorio metropolitano raggiungibile da questa rete di piste ciclabili si caratterizza per la presenza di bellezze architettoniche, centri storici, agriturismi, fattorie didattiche, parchi naturali, luoghi di interesse ambientale e paesaggistico, boschi con una ricca fauna. Le principali di queste attrazioni sono riportate in Tab. III, alcune delle quali già segnalate nell’ambito del progetto “EXPO diffusa e sostenibile” sotto la direzione scientifica dell’architetto Emilio Battisti.

 

Il Parco tematico – La proposta elaborata da un Gruppo di lavoro multidisciplinare, (www.dopoexpo2015.it), consiste nel recupero, nella valorizzazione del lascito EXPO per dar vita ad un innovativo Parco tematico. Le tematiche del Parco, come già anticipato, ampliano e spettacolarizzano quelle dell’EXPO, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” che da sole, spente le luci sull’EXPO non risulterebbero particolarmente accattivanti per il grande pubblico. Il visitatore compie, nell’attraversare il Parco, un ideale percorso che muove dalle profondità della Terra e arriva sino ai confini più lontani dell’Universo conosciuto dopo aver attraversato i più suggestivi biomi del pianeta ricostruiti all’interno delle serre e aver esplorato la Terra dallo spazio grazie ai satelliti e alle stazioni orbitanti.

È un percorso dotato di exhibits, pannelli/schermi interattivi, diorami, animazioni/simulazioni, di una sala grande schermo, di un planetario digitale, il tutto strutturato come mostra interattiva e lungo il quale vengono affrontati temi come: struttura della Terra, biodiversità, alimentazione, sviluppo sostenibile. Per i suoi contenuti a indirizzo ludico-educativo il Parco vuol essere una versione moderna dei classici Musei scientifici, tecnologici o a indirizzo naturalistico dei quali troviamo a Milano degli esempi eccellenti. Il Parco vuole perseguire finalità aggiuntive a quelle ludico-educative con l’obiettivo di porsi come benchmark nei confronti dei più celebrati parchi tematici come, in California, l’Accademia delle Scienze e in Europa, l’Eden Park, Cité de l’Espace, Futuroscope, Museo delle Scienze Principe Felipe.

In particolare:

– essere verso l’area metropolitana motore culturale, scientifico, tecnologico, turistico ed economico,

– essere servito da una Smart Grid allacciata localmente a sistemi di generazione di energia elettrica rinnovabile e pulita (ad es. impianti fotovoltaici, mini hydro, di cogenerazione/trigenerazione a biomasse), dotata di stoccaggio di energia per raggiungere una completa autosufficienza energetica e un impatto ambientale vicino a zero,

– essere esempio di struttura complessa progettata secondo i principi della bioarchitettura, a impatto ambientale vicino a zero essendo servita dalla Smart Grid e avendo posto attenzione al riciclaggio/recupero dei rifiuti generati internamente,

– affidare il trasporto di persone/cose da e per il Parco e al suo interno a un sistema di mobilità sostenibile basata su questo tipo di energia, con l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative candidabili a un impiego di massa.

Va infine sottolineato come il Parco tematico potrebbe beneficiare di un’importante eredità di EXPO rappresentata dalla “Digital Smart City”, la città del futuro a basso impatto ambientale risultante dall’impiego di tecnologie messe a disposizione da Cisco System. Il lascito EXPO, le piste ciclabili, la “Digital Smart City” rappresentano un formidabile trampolino di lancio per la nascita di un innovativo Parco tematico ludico-educativo. Un messaggio rivolto alle forze politiche, all’imprenditoria italiana e non solo.

Eugenio Repetto

 



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