13 marzo 2012

teatro


 

BLACKBIRD

di David Harrower – versione italiana Alessandra Serra

regia Lluìs Pasqual – scene Paco Azorìn – costumi Chiara Donato – luci  Claudio De Pace

con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa e con Silvia Altrui

produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

 

Dopo il debutto dello scorso anno torna al Piccolo Blackbird. Uno spettacolo breve, energico, che tiene per un’ora e venti con la schiena staccata dalla sedia e gli occhi fissi sulla scena. Una testimonianza di come il teatro possa davvero parlare della contemporaneità senza bisogno di niente di più che una storia forte.

Perché della scenografia, perfetta per l’ambientazione e adatta alla forma circolare del Teatro Studio, nonostante arricchisca la messa in scena, si potrebbe fare tranquillamente a meno. Come forse si potrebbe fare a meno di tutto, anche dei movimenti. Se i due protagonisti stessero tutto il tempo seduti a parlare lo spettacolo sarebbe ugualmente interessante, grazie appunto alla forza della storia e alla bravura dei due attori diretti da Pasqual.

Il testo di Harrower, che ha debuttato nel 2005 al Festival di Edimbrugo, è ispirato a un fatto di cronaca: un uomo accusato di violenza sessuale su una ragazza di undici anni. L’atto unico si svolge quindici anni dopo, quando i due si re-incontrano. L’uomo, dopo essere stato in carcere, ha cambiato nome e si è rifatto (o perlomeno ha cercato di rifarsi) una nuova vita. La bambina, che nel frattempo è diventata donna, cerca di convivere coi suoi ricordi e con gli strascichi che questi hanno nel presente.

I due ripercorrono senza retorica quel che è successo e l’influenza che questo ha avuto sulle loro vite. Con dialoghi netti e brillanti, in equilibrio costante fra il realismo e una ricerca autorale nel “togliere” che ricorda vagamente Pinter, grazie anche alla traduzione di Alessandra Serra.

Il finale è aperto e volutamente incerto, sia dal punto di vista degli accadimenti che da quello morale. Resta il dubbio che l’uomo non abbia smesso di essere accondiscendente verso la sua attrazione per le bambine, ma su questo non c’è un giudizio o una presa di posizione. Perché Harrower ha il grandissimo merito di non aver voluto illustrare un tema, ma di essersi concentrato nel raccontare una storia, di essere rimasto il più possibile sul piano umano rispetto al piano concettuale. In scena non ci sono un carnefice e una vittima, ma due individui alle prese con le loro debolezze e le loro ossessioni.

Popolizio riesce a convogliare la sua grande tecnica e presenza scenica in un personaggio che – oltre a far emergere le qualità attorali dell’interprete – ha anche un forte impatto emotivo sul pubblico. Lo stesso vale per Anna Della Rosa, che riesce a essere credibile anche nei difficili cambi d’intenzione cui la obbliga un ruolo molto impegnativo.

 

Piccolo Teatro Studio dal 1 al 20 marzo.

 

In scena

Al Teatro Elfo Puccini fino al 18 marzo La resistibile ascesa di Arturo Ui di Bertold Brecht, regia di Claudio Longhi, con Umberto Orsini.

Al Piccolo Teatro Strehler fino al 5 aprile Santa Giovanna dei macelli di Bertold Brecht, regia di Luca Ronconi.

Al Tieffe Teatro Menotti fino al 18 marzo L’arte della commedia di Eduardo De Filippo, regia di Michele Sinisi.

Al Teatro Franco Parenti fino al 17 marzo Esequie solenni di Antonio Tarantino, regia di Andrée Ruth Shammah.

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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