6 marzo 2012

MILANO, LA CITTÀ CHE TRADISCE L’ACQUA?


A Milano è nato il Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’acqua da cui prese il via quel movimento che ha portato 27 milioni di italiani a votare un referendum per l’acqua pubblica, affermando così il valore della partecipazione. Da Milano via Rembrandt 9, sede del Comitato, partì l’idea di chiamare i movimenti per l’acqua di tutto il mondo a un Forum Mondiale alternativo a quelli ufficiali che ogni tre anni le Multinazionali SUEZ e VEOLIA, promuovono con la legittimazione di 150 governi, l’ONU, la Banca Mondiale, i sindacati e migliaia di enti locali.

Una grande idea: l’acqua è un diritto umano, l’acqua è un bene comune. Contrapposta a quanto i Forum Mondiali “ufficiali” affermano, che l’acqua è solo un bisogno umano (che si compera) e un bene economico (che si vende). Beni Comuni e Diritto Umano hanno rotto l’unanimità dei partiti, dei governi, degli enti locali, dei sindacati. Dopo anni di Forum alternativi, l’assemblea dell’ONU vota una risoluzione dove, per la prima volta, viene riconosciuto il diritto umano all’acqua. E quest’anno, a Marsiglia, all’appuntamento, molte isituzioni parteciperanno al nostro Forum Alternativo e daranno vita al Forum delle Autorità Locali, (dei sindaci e degli amministratori) per l’acqua pubblica, con il vicesindaco di Parigi, di Barcellona, di Napoli, di Sesto San Giovanni ecc…

I Beni Comuni, un paradigma al centro della contraddizione del XXI secolo: quella tra l’intera umanità e le Multinazionali, hanno fatto cultura, hanno cambiato il volto dell’America Latina, riportato la gestione pubblica dell’acqua a Parigi, promosso e vinto un referendum in Italia e a Berlino. I Beni Comuni erano sconosciuti, oggi ne parlano tutti e Milano è stata il laboratorio di questa cultura, qui nascono le campagne “imbrocchiamola” contro l’acqua minerale, le case dell’acqua, i progetti di educazione al risparmio.

Triste perciò è sentire la lontananza della giunta da tutto ciò. Ho partecipato con i sindaci di grandi e piccole città, a centinaia di convegni, ma nella mia città il sindaco non ha mai partecipato a una nostra iniziativa, né prima, né durante, né dopo la sua vittoria elettorale e quella dei referendum.

Una sola udienza, un mandato senza delega alla brava Tajani, che viene smentita nei fatti ogni giorno da Tabacci. Un indifferente silenzio sulla partecipazione alle scelte di un movimento che esprime la volontà della maggioranza assoluta dei cittadini milanesi. Abbiamo presentato una Carta dell’acqua per Milano, abbiamo chiesto che l’assessore Tajani rappresentasse Milano a Aubagne e a Marsiglia, con il ruolo che le aspetta. Abbiamo fatto su questa presenza internazionale di Milano, un convegno dentro Palazzo Marino, con il Presidente del consiglio comunale, l’assessore e leader internazionali. Abbiamo chiesto che questa città, che ospiterà Expo, diventi una visibile protagonista mondiale di queste battaglie, ma… Nessuno andrà ad Aubagne, forse qualcuno andrà al Forum delle Multinazionali e non sappiamo cosa dirà.

La vocazione alla mondialità non è di questa giunta, la città resta nel suo provincialismo, nelle sue fiere campionarie. Deve arrivare Prodi a richiamare “finalmente” Milano ad assumersi il ruolo di città internazionale dell’acqua, fonte di diritto, solidarietà e di Pace. Ma nemmeno “il grido di Romano” sembra scuotere Palazzo Marino. L’assessore Tabacci e il direttore generale Corritore invece parlano ma di affari, della fusione tra A2A e Iren, di una multiutility del Nord. Acqua, energia, gas, rifiuti in una grande Holding finanziaria privata, partecipata dai comuni, quotata in borsa.

Uno schiaffo ai referendum, ai comuni, ridotti a cacciatori di dividendi e a predatori sul mercato (per dirla con l’ex presidente di A2A Zuccoli). Ma li abbiamo eletti per fare questo? Una scelta mai discussa in giunta, nel consiglio, nella città. Ipocrita, perché nasconde il clamoroso fallimento delle privatizzazioni dei servizi pubblici locali: A2A con 4 miliardi di debito e Iren con 2,5 miliardi. Che dire se non esternare la mia delusione.

Le istituzioni internazionali ci dicono che a metà del secolo il 70% della popolazione mondiale vivrà in grandi città e i problemi strategici saranno: acqua potabile, energia, rifiuti e trasporti. Drammatici scenari: chi governerà e garantirà questi diritti? Le municipalità e le comunità o il mercato speculativo? Milano ha vissuto un Maggio e Giugno straordinari e oggi vorrei sentirmi orgoglioso della mia giunta ed essere cittadino di una città che sta nel mondo e non sul mercato. Non lo sono. Che fare?

 

Emilio Molinari*

 

*Comitato Acqua bene comune – Milano

 

 



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