29 febbraio 2012

libri – LA ROSA DEL FREDDO E L’AVVENTURA DELL’UOMO


 

LA ROSA DEL FREDDO E L’AVVENTURA DELL’UOMO

Renzo Mosetti, Roberto Purini, Marina Silvestri

Bruno Mondadori, 2011

pp. 139, euro 15,00

 

Gli autori, come “i tre moschettieri del freddo”, ci fanno rivivere l’emozione di una delle più grandi avventure dell’uomo davanti alla sfida della natura. Tra le pagine emergono grandi enigmi: è possibile il ritorno di una nuova glaciazione? Lo scenario del noto film apocalittico The day after tomorrow potrebbe realizzarsi?

Le oscillazioni del clima, che da sempre hanno segnato la storia, determinano lo sviluppo, la migrazione o la morte delle civiltà. Tredicimila anni fa, il mondo subì un cambiamento climatico repentino. Il diffondersi della “rosa del freddo”, il bianco fiore artico, annunciò un crollo delle temperature di circa 10° e un rallentamento della fase di riscaldamento, della durata di 1.000 anni. Non sappiamo molto su ciò che accadde alle comunità primitive in quel drammatico ritorno al grande freddo. Possiamo ipotizzare che l’uomo abbia trovato rifugio nelle medie latitudini, che sia passato da predatore a produttore di cibo, ma quel che successe in quel lontano passato misurò la resilienza umana: la capacità di affrontare in modo dinamico gli eventi negativi, non solo resistendo, ma superando le fasi critiche. Fu un’avventura che rese possibile l’avvio consapevole di una trasformazione culturale.

Lo Younger Drays, la fase fredda prima dell’Olocene, che prende il nome dalla rosa artica, incise sullo sviluppo dell’agricoltura. L’uomo maturò una profonda conoscenza dell’habitat in cui viveva, del comportamento degli animali di cui si cibava e del ciclo delle piante, che iniziò a domesticare. La memoria collettiva sembra sia stata tramandata nei miti sull’origine delle piante alimentari e sulla nascita dell’agricoltura. Unendo cultura e poesia, Marina Silvestri ci conduce per mano tra i popoli antichi: ci narra il mito di Demetra, la bionda dea del grano, generosa nutrice che partorì Persefone dalle bianche braccia. E mentre Demetra si strugge nel tempio per la figlia perduta, la carestia affligge gli uomini.

Oggi il riscaldamento dovuto all’enorme immissione di gas serra sta causando danni su scala planetaria: scioglimento della calotta artica, del permafrost siberiano con conseguente aumento della portata dei fiumi che sfociano nell’Oceano Artico, lo spostamento verso nord del vortice polare con periodi sempre più siccitosi, sono tutti segnali di un periodo caldo che potrebbe precedere un nuovo Younger Dryas.

I climatologi sostengono che l’aumento delle temperature potrebbe innalzare il livello del mare di circa 6,5 metri. Se fosse così, addio a numerose regioni costiere della Florida meridionale, a Manhattan e ai paradisi terrestri come le Maldive. Ma, osservando le previsioni delle principali istituzioni scientifiche mondiali, solo due mostrano il collasso della Circolazione Termoalina, che determina i processi fisico-chimici associati alla nota Corrente del Golfo.

Chi avrà ragione? Questa è la sfida che ci attende per il futuro, un futuro che affonda le sue radici in un passato “ghiacciato”. (Cristina Bellon)

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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