8 febbraio 2012

NAVIGLI: NON SOLO UN SOGNO MA UN PROGETTO FATTIBILE


Non buttiamo via i soldi dell’Expo, è questo il messaggio che vogliamo far passare. Inutile costruire nuovi canali destinati a essere abbandonati una volta finita l’Esposizione Universale. Milano e la Provincia hanno un patrimonio immenso che versa in una situazione di degrado per mancanza di fondi. La soluzione è quella di usare parte dei 175 milioni di euro messi a disposizione per le vie d’acqua e altri fondi disponibili in Regione e Comune per riaprire, là dove possibile, i Navigli milanesi e riqualificare la Darsena.
È un’occasione imperdibile che difficilmente si ripeterà. Lo hanno capito tutte le forze politiche che all’unanimità in Consiglio regionale hanno approvato una mia mozione in cui chiedevo di impegnare la Giunta a utilizzare questi soldi per la riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema navigli milanesi sulla base di un percorso progettuale di fattibilità a tappe.
La riattivazione dei Navigli non può prescindere dal recupero della loro funzione originaria, ovvero la loro navigabilità, utilizzata nel passato per il trasporto di merci, oggi, reinterpretabile in una navigazione di tipo per lo più turistico lungo itinerari culturali, artistici, enogastronomici che collegano Milano al territorio della Martesana, al Pavese e al Ticino e solo in minima parte dedicata al trasporto pubblico “lento”. Quella che per anni è stata considerata una boutade potrebbe trasformarsi in realtà e riportare l’acqua a essere la protagonista della nostra città facendola schizzare in vetta alla classifica delle città più vivibili con un paesaggio urbano di qualità che ha contraddistinto Milano nei secoli.
Parlare di riapertura dei Navigli milanesi è dunque un’ipotesi plausibile e utile sia da un punto di vista del regime complessivo delle acque sia da un punto di vista ambientale perché riaprire la cerchia vorrebbe dire creare una barriera naturale a traffico e inquinamento in grado di attirare l’interesse dell’Unione Europea che in Veneto, dove la navigazione interna di linea viene utilizzata per turismo e trasporto merci, contribuisce già con 12 milioni di euro.
Quello che insieme al Gruppo di Lavoro sul referendum Navigli del comitato Milano sì Muove vogliamo proporre è un percorso progettuale di fattibilità a tappe, un procedere graduale con una prima fase in cui si prevede il ripristino di un itinerario navigabile – ciclabile tra il lago Maggiore e Milano e la risistemazione delle sponde nel tratto urbano del Naviglio Grande, il recupero della Darsena con il ripristino del collegamento con la conca di Viarenna e la riattivazione idraulica di quella dell’Incoronata.
A livello urbano il progetto ipotizza un percorso ciclo pedonale lungo la cerchia del Naviglio interno. Nelle fasi successive si parla invece di riattivazione della navigazione tra la Darsena di Milano, Pavia e il fiume Ticino, il ripristino del collegamento tra il lago di Como e il laghetto di San Marco a Milano e della Fossa interna. La concreta realizzazione di questo ambizioso progetto dipende ovviamente dalla volontà delle amministrazioni e dalla disponibilità finanziaria ma c’è da ben sperare perché a livello regionale si è già cominciato a realizzare alcune opere per ripristinare la navigabilità dal lago Maggiore alla Darsena.

Enrico Marcora*

*Consigliere regionale



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