8 febbraio 2012

PEDONI, AREA C, NAVIGLI: UN DISCORSO


Ci sono due aspetti della gestione del territorio milanese che, ognuno per conto suo, si stanno trascinando da tempo tra mille perplessità nella sensibilità dei cittadini verso la loro città e che rimandano la loro soluzione finale, perché manca a entrambi l’ultimo coraggioso passo. Perché per ognuno la problematica, non ancora evidentemente completamente condivisa, si ripresenta in occasione dei grandi momenti riorganizzativi della città, dove strumenti urbanistici come l’EXPO, il Piano Urbano della Mobilità, il Regolamento Edilizio e il Piano di Governo del Territorio sono contemporaneamente in preparazione. E dove nelle linee programmatiche di tutti questi piani emerge il problema della qualità della città, con l’imperativo di aumentarla e portarla ai livelli che stanno raggiungendo tutte le città Europee.
Purtroppo però quando i provvedimenti urbanistici in preparazione sono così importanti, si nota come di solito manchi il momento del coordinamento tra di essi, essendo elaborati da Assessorati o settori della Amministrazione Comunale che hanno evidenti difficoltà di dialogo, portando avanti ognuno scelte che se condivise con gli altri risulterebbero più credibili perché rafforzate dall’approccio interdisciplinare e globale.
I due aspetti ai quali mi riferisco sono la riapertura dei Navigli dalla Martesana alla Darsena e la completa pedonalizzazione del Centro Storico, come inteso dal vecchio PRG, compreso appunto nella Cerchia dei Navigli. Sulla riapertura dei Navigli si discute da tempo e il suo auspicato inserimento nel PGT tra i Grandi Progetti di Interesse Pubblico elencati al punto 4 del Documento di Piano, è stato l’argomento di molte Osservazioni allo stesso PGT presentate da Enti, Associazioni o semplici cittadini, che però sono tutte state respinte con questa stravagante controdeduzione: “Proposta di non accogliere. La relazione del Documento di piano descrive il processo di elaborazione di tematiche settoriali sulla base delle situazioni e condizioni socio-economiche territoriali, in relazione alle quali sono state individuate le linee di azione e definiti gli obbiettivi, già discussi e condivisi dal Consiglio Comunale in sede di adozione del PGT”.
I Navigli dalla Martesana fino alla Darsena sono stati oggetto di numerose proposte di recupero, trattandosi di infrastrutture storiche, come anche la cerchia dei caselli daziari e delle porte, opere essenziali per l’economia milanese di quei tempi e che in una città ben dotata di monumenti singoli fornirebbero, se recuperati alla città, due rari “Monumenti a Sistema” di grande impatto.
Ebbene, sembra che l’ultimo ostacolo per il recupero dei Navigli sia il problema del traffico veicolare verso il Centro Storico che ne uscirebbe fortemente ridimensionato, ma anche per la complessa ricostruzione, perché mentre il problema idraulico è solo tecnico e quindi superabile, portare avanti il recupero stante l’importanza della Cerchia per la mobilità di oggi è effettivamente un problema. Naturalmente c’è anche il problema economico, ma non avendo le varie amministrazioni utilizzato le leggi speciali e relativi finanziamenti che sono piovuti a Milano negli ultimi venti anni per i Campionati di Calcio, le Colombiadi, i 150 anni del Paese e ora per l’EXPO, si dovrà probabilmente aspettare altri avvenimenti o a fare la coraggiosa scelta di scovare le prime risorse (almeno per il progetto) tra le poste del bilancio attuale destinate ad altri fini, ma di impatto assai minore sulla qualità della città.
L’altro problema sul quale non si riesce a venirne a capo è la “Pedonalizzazione del Centro Storico” compreso nella cerchia dei Navigli, anche se ben dotato del consenso popolare del referendum dell’84. Servito in modo eccellente da linee di trasporto pubblico di superficie e dalla MM, presenta dimensioni ridotte che facilitano la sua completa pedonalizzazione se non fosse per la forte opposizione della categoria del Commercio e della Moda.
Le parziali pedonalizzazioni realizzate in via Dante e corso Vittorio Emanuele hanno fatto riscoprire che il Centro Storico di Milano, nel disegno uscito dai bombardamenti dell’ultima guerra (con le rovine di edifici ancora largamente presenti e scandalosamente tollerati), ha svelato dignitose architetture, spazi pubblici e scenari interessanti come la serie di piazze e slarghi susseguenti, caratteristica del Centro Storico Milanese, che non possono assolvere alla loro funzione urbana perché lasciati in balia di traffico e parcheggi.
Ebbene, il PGT e il PUM, oggi in elaborazione, devono trovare le sinergie per prevedere il Recupero dei Navigli con la Pedonalizzazione del Centro, facendo superare a esse gli ultimi ostacoli perché possano trovare un interesse comune proprio per le loro specificità. Infatti la pedonalizzazione potrà giovarsi di nuovi scenari urbani di grande qualità che il recupero dei Navigli offrirà alla città (Milano era una città d’acqua) e per l’aumento di nuove spettacolari zone appetibili al commercio e alle movide, senza che il problema della viabilità venga penalizzato grazie appunto alla pedonalizzazione che porterà a diminuire gli accessi destinati alla mobilità che sarà composta prevalentemente da mezzi pubblici.
La sinergia tra il PGT e il PUM su Pedonalizzazione e Navigli è importante, se non decisiva, per fermare il progressivo declino del Centro Storico e portarlo a essere più attrattivo specie di sera. Quanto al ripristino del Sistema delle Acque del centro di Milano, questo lascerà ai posteri la conoscenza di un brano di storia della città che un finto progresso ci ha nascosto.

Gianni Zenoni



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