7 febbraio 2012

LA BANCA DEL TEMPO: UNITI PER LA CRISI


Il tempo delle donne non è ancora arrivato del tutto, ma basta guardarsi bene in giro nella rete e si scoprono iniziative che possono diventare paradigmi di creatività e, soprattutto, di servizi cui accedere per affrontare meglio un momento storico e sociale a cui servono risposte nuove. Da un’idea di Grazia Pratella è nata la banca del tempo a Milano, un istituto di credito davvero singolare in cui non viene depositato denaro, ma tempo da scambiare. “Come una vera e propria banca, funziona sulla base dei movimenti in entrata e in uscita (crediti e prestiti di tempo), effettuati da soci, registrati su libretti di assegni e conti correnti personali, periodicamente contabilizzati e verificati in modo da assicurare condizioni di sostanziale pareggio tra entrate e uscite di ogni associato. Ma dei soldi non c’è traccia. A ogni nuovo socio viene intestato un conto corrente – tempo (nel quale si conteranno i movimenti dare-avere), e consegnato un libretto degli assegni – tempo (che verrà usato quando si richiederà una prestazione a un altro socio)”.
Cos’è dunque una banca del tempo? Chiunque può mettere a disposizione degli altri parte del proprio tempo e in cambio può ricevere aiuto e sostegno dagli altri, in questo modo diventa un potenziale socio correntista della Banca. Lo scambio è alla pari: un’ora contro un’ora. Il tempo di un pensionato, che aiuta nei lavori di tinteggiatura, ha lo stesso valore di quello di un insegnante che segue un bambino per i compiti. Il tipo di prestazione oggetto degli scambi permette alla banca del tempo di essere un’associazione libera da vincoli morali, etici o anche solo affettivi, ad esempio non è ammessa l’assistenza e cura alle persone di tipo professionale. I servizi scambiati sono i più disparati. Si va dalle semplici attività di tutti i giorni, a vere e proprie prestazioni professionali: lavori domestici, custodia di bambini e anziani, piccole prestazioni per la casa e il giardino, disbrigo di pratiche amministrative e burocratiche, organizzazione di feste, bricolage, e la lista potrebbe continuare all’infinito.
L’esperienza può essere riprodotta da chi ha voglia di creare network. Per far partire l’attività bastano una decina di persone, amiche e/o conoscenti, che riescano ognuna a coinvolgere altre persone fino ad allargare gradualmente il gruppo iniziale. Le risorse tecniche e strumentali necessarie per aprire e far funzionare una banca del tempo sono modeste: una sede, un telefono dotato di segreteria e fax, un computer. La sede può essere in comune con altre associazioni, così come gli strumenti in comproprietà; possono essere messe a disposizione da Enti locali, oppure procurati tramite forme di auto finanziamento. Chi aderisce specifica quali attività e/o servizi intende svolgere, accende un proprio conto corrente depositando ore al posto degli euro. Nel momento in cui la persona chiederà un servizio a un altro socio pagherà questo servizio emettendo un assegno per le ore richieste e così se sarà lui a rispondere a una richiesta di un altro socio si vedrà consegnare l’assegno con le ore che lui ha chiesto per il servizio elargito. Lo scambio è gratuito ma è previsto un rimborso delle spese vive ove queste ci fossero, ad esempio. gli ingredienti per la torta o per i tortellini fatti in casa.
È lo scambio che tiene in vita la banca del tempo. Lo scambio di tempo è, in prima battuta, scambio di competenze, e le competenze non sono quantificabili. L’unità di misura sono le ore. Al tempo come unità di scambio (come quantità) risponde il tempo come qualità delle competenze, in cui si deposita tutta l’esperienza del singolo. “Lo scambio di competenze diviene anche scambio di esistenze, se è vero che nella competenza (o nel sapere) costruiti nel corso del tempo si cela la trama narrativa della vita di ciascuno, che è quello che è per la somma di rapporti che lo hanno fatto vivere e progredire”.
“Lo scambio di tempo diviene un’opportunità sociale, che mira alla valorizzazione delle relazioni umane, alla parità tra i soggetti, allo sviluppo delle relazioni interpersonali e intergenerazionali, nell’ottica di una comunità che, sulla base di forti spinte ideali vive all’insegna dell’auto-organizzazione e della mutualità. Nel tentativo di far sentire ogni cittadino/a parte attiva della sua comunità, vengono riconosciute le sue competenze, viene incentivata l’appartenenza al gruppo, attraverso lo stabilirsi di relazioni di rete. Inoltre lo scambio di tempo, può dare valore a tutte quelle attività che non troverebbero altrimenti valorizzazione di mercato”.
Si crea, grazie a questa esperienza che vi consiglio di approfondire direttamente dal sito da cui sono tratti i contenuti, una rete umana e sociale che non solo ci permette di migliorare il nostro uso del tempo, ma anche fronteggiare emergenze e necessità che gli stipendi risicati e il caro vita resterebbero senza soluzione. Possono partecipare tutti senza discriminazioni di età, scolarità, genere. Un modo anche per valorizzare le proprie competenze confrontandole con quelle di altri, come racconta l’intervista di Grazia Pratella in cui si coglie il sistema di valori che deriva da questo progetto.

Patrizia Galeazzo



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