24 gennaio 2012

MILANO E LA NUOVA POLITICA: LAVORI IN CORSO


Da giugno il vento è tornato a fare il suo giro oppure è davvero cambiato? La città sta me-glio o peggio ora rispetto a un anno fa? I nuo-vi milanesi si sentono più integrati o sempre lontani e cittadini di serie B? I ragazzi che studiano, lavorano, vogliono divertirsi sentono la città più vicina o sempre incapace di rispon-dere alle loro esigenze? Gli amministratori pubblici sono ritornati credibili e affidabili agli occhi dei cittadini? Potremmo continuare all’in-finito con questi interrogativi in apparenza generici ma in realtà corrispondenti alla situa-zione di grave disagio pubblico e privato in cui stiamo vivendo. In realtà mai come nei momenti di crisi profonda, di difficoltà in aumento le persone sono costrette a darsi da fare, ad aguzzare l’ingegno per trovare vie di uscita.

Cosi è in ciascun ambito privato, cosi prova a essere la politica in cui situazioni e vicende immobili da tantissimo tempo, oggi sembrano avviarsi a soluzione rapida, ma purtroppo non indolore. Mai come ora la comunità dei cittadini diventa centrale per affrontare le pesanti conseguenze di provvedimenti dovuti alla gravissima crisi finanziaria attuale, ma comunque sentiti come ingiusti da larga parte della popolazione. Nei momenti di eccezionali situazioni di crisi, sempre – la storia ci insegna – l’esempio da seguire e i sacrifici da compiere sono venuti dall’alto, da chi ha responsabilità di governo e di indirizzo parlamentare. È su questi terreni che si misurano le capacità di leadership e di guida politica di un Paese.

Lontani da qualunquistiche invettive contro la casta, e da nostalgiche invocazioni di “lider maximi”, ma al tempo stesso consapevoli della crisi ormai irreversibile della attuale forma partito, riteniamo che un serio ragionamento su progetti innovativi di organizzazione democratica del consenso nel XXI secolo vada affrontato e ricercate in tempi non biblici soluzioni condivise ed efficaci.

A questo fine, sicuramente – come già in passato – Milano rappresenta un osservatorio politico di primissimo piano. In questa città a partire dagli anni ’80 hanno preso vita il socialismo “da bere” craxiano, il Tele – Comando del signor B., la secessione padana della Lega. Fenomeni politici tra loro profondamente diversi e assolutamente lontani dalla nostra idea democratica di vita in comune, tuttavia espressione degli”istinti animali” dell’individuo – competitività, difesa del territorio, successo personale – concetti da tempo sepolti sotto la coltre del duopolio Bianco/Rosso che ha guidato politicamente l’Italia dal dopoguerra fino alla caduta del Muro di Berlino. Ora siamo nuovamente di fronte a una svolta epocale: così come nel ’68 e nel ’93-’94 anche ora i giovani, le donne, gli eterni precari, i nuovi italiani ma soprattutto i cittadini “normali” hanno di nuovo ritrovato la voglia e il coraggio di tornare per le strade per occuparsi in prima persona del proprio futuro, reclamando a gran voce un ruolo attivo nelle decisioni pubbliche.

Il bene comune torna in primo piano quale valore guida di un rinnovato civismo che pone al centro del proprio agire il Municipio quale istituzione amministrativa più vicina alla gente. Dalla consapevolezza di avere ritrovato un forte legame diretto con gli elettori, deve partire il nuovo corso della azione politica di Giuliano Pisapia. Anche in tempi estremamente duri come quelli che stiamo attraversando, la cittadinanza ha dimostrato – e ogni giorno continua a dimostrarlo – maturità e attenzione nei confronti di provvedimenti e iniziative difficili da “digerire” e complessivamente è sempre pronta a sostenere il cambiamento promesso e annunciato dalla nuova Amministrazione.

Tuttavia questa apertura di credito non può essere considerata a tempo indeterminato, soprattutto se vengono ripetuti errori, dilettantismi, polemiche e indecisioni che si credeva dimenticati/superati per sempre. Palazzo Marino abbia il coraggio della impopolarità, proponga alla comunità progetti “sfidanti”, ponga l’interesse pubblico come bussola del proprio agire, ma prima di tutto muti radicalmente le modalità di rapporto con la città, instaurando un dialogo davvero continuo, trasparente e aperto con la gente. In questi primi mesi, è soprattutto mancato il metodo della comunicazione politica: timido, episodico e poco efficace. Così facendo si è mostrata solo la parte purtroppo necessariamente negativa (i sacrifici, le nuove tasse, i divieti) senza contestualmente rendere noto il progetto – il nuovo modo di concepire la città – e confermare la ragione per continuare a credere nelle promesse elettorali.

Il tempo per correggere la rotta esiste ma occorre agire subito con un linguaggio differente e con modalità operative nuove. Di seguito riproponiamo alcune proposte del Movimento Milano Civica, utili per essere discusse insieme:

1) I lunedì del Sindaco: il Sindaco potrebbe incontrare a distanza – via web – i cittadini, per raccontare la vita e il lavoro del Comune. Non una conferenza stampa ma un dialogo più “caldo” e cordiale;

2) La Giunta in città: ciascun assessore – a turno – potrebbe occuparsi di una delle nove zone di Milano, costruendo ad hoc un percorso di comunicazione personalizzata sui bisogni della singola zona. I Consigli di Zona sono il contenitore istituzionale appropriato per il dialogo con la città e con le organizzazioni presenti sul territorio (in primis, i Comitati per Pisapia). Un lavoro di coordinamento in questo senso non dovrebbe essere difficile da realizzare e in più otterrebbe il consenso dei cittadini che si sentirebbero finalmente presi in considerazione;

3) Il Comune in diretta: davanti a Palazzo Marino o in piazza Duomo o al Castello si potrebbero realizzare display in cui ogni giorno le principali notizie sull’attività del Comune vengono portate alla conoscenza dei milanesi. Le informazioni potrebbero essere scritte non solo in italiano ma anche in inglese, francese e in spagnolo per facilitarne la lettura ai nuovi milanesi.

In ultima analisi, ciò che emerge è la persistente assenza di un serio e innovativo progetto di colloquio e di informazione quotidiana alla città. In tal modo non riesce a evidenziarsi il pur rilevante sforzo quotidiano di cambiamento che Giuliano Pisapia e la sua amministrazione stanno seriamente tentando in una città cosi complessa e piena di aspettative. Il consenso ricevuto dalla larga parte dei milanesi non può e non deve essere messo “in banca” ma investito in un percorso di rinnovamento civico alimentato da quotidiani e diretti scambi informativi tra eletti ed elettori.

 Nanni Anselmi*

 *presidente Movimento Milano Civica

 



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