24 gennaio 2012

IL PUNTO SULLA DARSENA


La situazione di degrado della Darsena con-seguente all’inizio e alla successiva sospensio-ne dei lavori per la realizzazione di un par-cheggio sotterraneo ha dato luogo a una se-rie di messaggi pubblicati sulla stampa o resi noti in pubblici incontri che richiedono una va-lutazione delle opportunità e dei rischi sottesi alle proposte di intervento prospettate. Ovvia-mente i rischi sono quelli che corre la Darse-na come bene culturale relativamente all’inte-grità del suo valore storico testimoniale e sim-bolico culturale.

Credo che si possa legittima-mente affermare che la Darsena,  in quanto manufatto con una storia di oltre centocinquanta anni e soprattutto in quanto elemento costitutivo dello storico sistema dei Navigli Lombardi (ben documentato dai dialoghi Gardella / Beltrame pubblicati su ArcipelagoMilano), debba essere considerata bene appartenente al patrimonio culturale della Nazione così come definito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ma anche come componente essenziale dell’identità paesistica della Lombardia tutelata dal Piano Paesaggistico Regionale

A seguito di questa preliminare e prioritaria considerazione è giusto chiedersi quale sia il limite delle trasformazioni ammissibili per un manufatto storico affinché conservi il suo valore di bene culturale, con riferimento a trasformazioni dimensionali, materiche, d’uso e soprattutto dell’immagine consolidata nella memoria della comunità di appartenenza. Comunità di appartenenza non solo locale, ma, per quanto detto, anche sovralocale.

È soprattutto opportuno porsi questa domanda a fronte del seguente quesito referendario che nel giugno scorso è stato approvato dal 94,36 % dei votanti. “Volete voi che il Comune di Milano provveda alla risistemazione della Darsena quale porto della città e area ecologica e proceda gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità?”.

In vista si una sua attuazione è opportuno definire le potenzialità e i limiti operativi del tema “risistemazione della Darsena” tenendo conto delle seguenti criticità che si presentano allo stato attuale.

* Il degrado estetico ambientale conseguente all’abbandono delle pratiche manutentive normalmente effettuate prima dell’inizio delle opere per il parcheggio sotterraneo. A questa situazione indecorosa i cittadini singoli o associati hanno reagito con indignazione amplificata a scadenze periodiche dalla stampa, che è risultata determinante per la promozione del referendum.

* A fronte della corretta richiesta di restituire l’acqua al bacino della Darsena, per recuperare l’immagine consolidata di cui ha goduto fino al momento dell’inizio delle opere di cantiere e per soddisfare alla richiesta del referendum di ripristinare la funzione di porto della città, si sono avanzati dubbi sulla tenuta delle sponde sia idraulica quanto strutturale. Per le possibili opere di consolidamento si sono ipotizzati costi molto elevati che hanno fornito un valido argomento per proporre più economici “usi impropri”, ad esempio giardinetti di quartiere. Si segnala che la Regione ha approvato recentemente il Piano Territoriale Regionale d’Area dei Navigli lombardi, che comprende un manuale per la corretta manutenzione spondale elaborato da Politecnico e Soprintendenza.

* Occorre chiarire cosa si intenda per area ecologica così some viene proposta nel testo referendario. È necessario ribadire che la Darsena è da ritenersi prioritariamente un bene culturale e come tale ogni intervento deve essere finalizzato alla valorizzazione dei suoi caratteri storico/culturali. È improponibile richiedere che la vegetazione spontanea cresciuta come forma di degrado per l’abbandono venga considerata un biotopo da conservare tale e quale. Si ricorda che a questa ipotesi si opporrebbe la stessa Soprintendenza alla quale compete per legge valutare l’ammissibilità di interventi riguardanti il patrimonio culturale assoggettato alla tutela di legge.

* A proposito di beni culturali occorre considerare anche che le indagini archeologiche del 2004, preliminari alla realizzazione del parcheggio, hanno messo in vista 400 metri di mura spagnole che si trovavano interrate nella spazio tra la Darsena e viale D’Annunzio. È stato portato alla luce anche il basamento ligneo della prima conca del XV secolo, questo reperto è stato datato e mantenuto in acqua per evitare che la modifica delle condizioni ambientali in cui si era mantenuto fino a ora potesse comprometterne irrimediabilmente la conservazione. Allo stato attuale non esiste un progetto di ragionevole attuazione per la sua esposizione al pubblico. La Soprintendenza ritiene che mura spagnole e assito possano essere nuovamente interrati.

* Occorre infine tenere conto che nel 2004 era stato bandito un concorso per la “valorizzazione dell’ambito monumentale della Darsena” vinto dal gruppo Bodin, Guazzoni, Rizzatto, Rossi. La precedente amministrazione Moratti nel 2009 aveva deciso di recedere dalla decisione di realizzare il parcheggio, dando avvio a una serie di contestazioni che sembra essersi conclusa nell’ottobre scorso con la sentenza del TAR della Lombardia che ha condannato l’impresa costruttrice a un risarcimento e fondamentalmente ha dato via libera al Comune per il recupero della Darsena. L’Assessore Castellano ha annunciato alla stampa che si rivedrà il progetto Bodindiscutendone a un tavolo tra diversi assessori a cui parteciperà anche la società Expo“, integrandolo con il progetto della Via d’acqua.

Si rileva che dal 2004 le condizioni del bando hanno subito alcune significative modifiche, infatti non si avrà più un parcheggio sottostante con i relativi manufatti in superficie (accessi, sfiati, griglie, ecc.), inoltre si pone la necessità di tenere conto di tutte le criticità sopra esposte successivamente intervenute (reperti archeologici, compatibilità dell’area ecologica, tenuta delle sponde), e soprattutto delle mutate disponibilità economiche che potrebbero limitare le previsioni originarie del progetto, che nella sua sommaria esposizione consultabile su internet prevedeva anche il recupero della conca di Viarenna.

La Repubblica del 20 dicembre segnala che la società costruttrice “Progetto Darsena” ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sopra citata. L’Assessore Castellano si dichiara tranquilla e ribadisce che il progetto di riqualificazione non verrà fermato. A fronte della improrogabile necessità di mettere mano al recupero della Darsena prima dell’apertura dell’Expo 2015, credo che sia giunto il momento di comunicare ai cittadini che hanno sottoscritto il referendum le decisioni che l’amministrazione comunale intende assumere pubblicando innanzi tutto il relativo progetto esecutivo non appena definito.

P.S. – Il giorno 12 gennaio 2012 il Sindaco Giuliano Pisapia e l’amministratore delegato di Expo 2015 Spa Giuseppe Sala hanno tenuto una conferenza stampa nel corso della quale è stato presentato il piano di riqualificazione della Darsena di Milano, che riparte dal progetto vincitore del concorso nel 2004. L’architetto Sandro Rossi ha illustrato con alcune diapositive il progetto adeguato alle mutate condizioni preliminari, soprattutto la decisione di non realizzare il parcheggio interrato. Penso si debba prendere atto della volontà dell’Amministrazione di affrontare la riqualificazione della Darsena, impegno confermato da un investimento previsto di circa 17 milioni di euro con i quali la Società Expo 2015 realizzerà le necessarie opere entro il 2014 nel più complessivo quadro del progetto delle Vie d’Acqua, che dispone di altri 175 milioni di euro. Alcune problematiche più sopra esposte nel dicembre scorso (in particolare l’eventuale valorizzazione dei ritrovamenti archeologici) non trovano ancora una puntuale soluzione, che forse verrà meglio affrontata nell’incontro previsto per il 5 febbraio al Teatro Dal Verme. Per ora rimangono come riferimenti per la valutazione del progetto esecutivo per il quale si spera si abbiano successivi momenti di comunicazione della sua evoluzione verso rappresentazioni più esplicite della qualità complessiva degli interventi. Dall’attuale proposta di progetto sembra essere esclusa la riqualificazione della Conca di Viarenna, si auspica che, insieme al recupero di altre testimonianze della memoria dei Navigli in città, possa trovare spazio nel progetto di dopo-Expo al quale ha fatto cenno il Sindaco Pisapia nella conferenza stampa.

 

Umberto Vascelli Vallara

 



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