24 gennaio 2012

RIFORME: QUALE SCALA DI VALORI


Il Governo Monti ha presentato il conto agli italiani, che l’hanno accolto con moderata rassegnazione. Le difficoltà del paese nella vita di tutti i giorni hanno fatto capire come non ci fossero più altre alternative. Dopo le pensioni, ecco le liberalizzazioni, dette anche riforme a costo zero, ma che probabilmente per chi gode di privilegi hanno un prezzo molto alto.

Cadono le seguenti restrizioni: divieto di esercizio di una attività economica al di fuori di una certa zona geografica e l’abilitazione a esercitarla solo all’interno di una determinata area (ad esempio i taxi); l’imposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate all’esercizio commerciale; la limitazione di una attività economica ad alcune categorie, il divieto di commercializzazione di taluni prodotti, ma saltano i saldi liberi, si va verso l’addio alle tariffe professionali, quando forse per certe pratiche era forse meglio abolire il ruolo.

Ad esempio, è necessario che una società di capitali debba andare dal notaio per una variazione d’indirizzo, non bastano gli uffici comunali? Eccetera, eccetera. “Crediamo nelle liberalizzazioni”, spiegava nemmeno un mese fa il garante della Concorrenza Catricalà nella sua ultima uscita pubblica di rilievo prima di lasciare l’incarico e insediarsi a palazzo Chigi. A suo parere le liberalizzazioni avrebbero portato ad una crescita intorno all’1,5% del Pil, ovvero 18 miliardi di euro all’anno in più di ricchezza prodotta, un volume significativo destinato poi a crescere ancora di più col passare degli anni.

Confermate in parte le previsioni di Mingardi dell’Istituto Bruno Leoni che diceva:”Monti ha sicuramente più chiaro di chi l’ha preceduto che la prima emergenza è tornare a crescere. Ma è meno abituato a gestire il consenso. Proprio per questo motivo potrebbe stupirci con una forza “thatcheriana”, o rimanere frastornato dall’incontro con la politica nel senso meno nobile della parola». Come commissario per la concorrenza, Mario Monti fu protagonista di un pezzo di storia che ha fortissimamente influenzato il futuro di Microsoft. Fu proprio lui, nel 2000, a cominciare la battaglia contro l’azienda di Redmond -allora guidata da Bill Gates – accusandola di abuso di posizione dominante. Da qui l’appellativo di “Super Mario”, che riprendeva un famoso videogioco.

Nonostante queste premesse, le liberalizzazioni di gas, mercati come quello assicurativo, professioni e banche sembrano abbastanza “all’acqua di rosa”, sempre che il parlamento non le diluisca ancora di più. Chissà se il nascente decretone dirà qualcosa sul duopolio assicurativo che è all’orizzonte? Infatti il processo di concentrazione tra i gruppi assicurativi Unipol e Fonsai, con la regia di Mediobanca, che a sua volta controlla le Generali sta creando un nuovo oligopolio assicurativo con solo due attori: Mediobanca e Allianz. Non a caso banche e assicurazioni sono le meno preoccupate per i provvedimenti di Monti.

La separazione di Snam Rete Gas dall’Eni è rimandata tra sei mesi. Per quanto riguarda i benzinai, il numero degli esercizi ai quali si applicherebbe l’eliminazione dell’esclusiva è molto limitato. Manca la liberalizzazione dei farmaci di fascia c, l’unica in grado di generare un minimo di concorrenza. Per le banche provvedimenti soft, nonostante un emendamento presentato dall’Italia dei Valori poche settimane fa, abbia tentato di far cadere il divieto per le banche di vendere coperture assicurative abbinate ai prestiti e di essere esse stesse beneficiarie, considerandolo solo una pratica scorretta. Le banche sono riuscite, in cambio di una riduzione della commissione sui prelievi con il bancomat, ad aprire i conti correnti per il pagamento della pensione oltre i mille euro a “costo contenuto”e non più a “costo zero”.

Praticamente fino a ora questa manovra non ha saputo incidere realmente sull’evasione, ha proposto poco sullo sviluppo, per non rischiare, in pieno stile democristiano, di scontentare qualcuno, eccetto il sindacato, che si sperava forse addomesticabile. Anche questo come tutti i governi ha l’ambizione di durare, e pertanto deve avere il consenso dei partiti che lo sostengono / ricattano, ma sarebbe stato lecito aspettarsi che il contro ricatto (se mi fate cadere lo andate voi a spiegare ai vostri elettori) fosse utilizzato da subito.

Il rischio è di trovarsi qualche taxi in più, certamente necessario, ma non qualche monopolio in meno. C’è poi la possibilità, che la parte più importante del conto alla fine lo paghino le forze di centrosinistra e in particolare il PD.

 

Massimo Cingolani



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