25 febbraio 2009

TURISMO A MILANO


Il tema del turismo nella città di Milano di questi tempi non è certamente un tema del quale si sente l’esigenza di parlare e di approfondire. La crisi economica internazionale in atto, pone ben altre emergenze e ben più urgenti priorità. Ma, come spesso succede in una società complessa qual è la nostra, se tralasci un aspetto, che appare marginale e secondario, poi finisci per essere travolto dalla velocità degli accadimenti e ti ritrovi a essere in ritardo sulle decisioni da assumere.

Sono anni che il turismo rimane, a Milano, confinato in un ambito, non vorrei dire trascurato, ma sicuramente complementare. La città si sente protagonista nel mondo degli affari e della finanza; degli studi e delle università; della comunicazione e dei servizi; della sanità e della salute, non certamente del turismo.

Per quest’attività si ritiene che siano altre le città leader in Italia: territori che per arte, cultura, bellezze naturali e prodotti enogastronomici hanno vocazioni straordinarie e godono nell’immaginario collettivo dell’ipotetico visitatore di un prestigio e di un primato indiscutibile, superiori all’offerta turistica di Milano.

Mi permetto, però, di osservare che, in varie occasioni, si sono sollevate voci più o meno autorevoli che hanno cercato di dissentire da questo stereotipo e che, al contrario, hanno tentato di porre in essere iniziative e avanzare proposte a favore dello sviluppo del turismo a Milano.

Questo è stato fatto sia per cogliere la modernità del messaggio che il turismo di qualità diffonde; sia per un amore, in alcuni casi profondo e sincero, verso la città di Milano e sia in altri casi consci che il turismo è anche fonte di ricchezza e di ricavo. Non posso, inoltre, dimenticare che al centro del dibattito di questi ultimi mesi si è posto il tema dell’EXPO 2015, con i suoi milioni di visitatori previsti.

Altro argomento “caldo” è il progetto di rilancio della nuova Alitalia con la questione degli aeroporti di Malpensa, di Linate e di Orio al Serio nella vicina Bergamo. Senza sottovalutare l’avvio della tratta Alta Velocità che vede Milano stazione di riferimento della linea Napoli – Roma – Firenze – Bologna – Milano e della linea Torino – Milano e di quella futura verso l’est, Venezia – Trieste.

Per non citare il calendario annuale degli eventi che mettono Milano al centro del mondo nel campo della moda, dell’arredamento, del design, e di molte altre manifestazioni fieristiche ed espositive. Nella produzione artistica la Scala e il Piccolo Teatro sono solamente le punte di una proposta musicale e di prosa ben più consistente e diffusa.

Esiste poi un programma di mostre più specificatamente dedicate all’arte che, anche se non sempre all’altezza di una città che si vuole confrontare con le grandi capitali europee, resta degno di riguardo in particolare se lo si collega al sistema museale permanente. Il patrimonio di storia dell’arte è testimoniato da un circuito di basiliche straordinarie e arricchito da oltre tre secoli di Milano capitale dell’impero romano.

Tutte queste realtà, questi appuntamenti e queste ricchezze muovono già oggi centinaia di migliaia di persone e si prevede ne muoveranno sempre di più. E’ allora giustificato e giustificabile parlare poco e timidamente di turismo a Milano?Direi di no, e vorrei sostenere senza alcun dubbio lo sforzo di coloro che già lo fanno.

Con, però, alcune precisazioni e alcune riflessioni di fondo al fine di mettere a fuoco una strategia chiara e condivisa da perseguire, per evitare confusioni o, peggio ancora, per non rischiare di scivolare malamente sul terreno dell’improvvisazione oppure dell’affarismo.

Il punto è questo: nessuno ha posto il tema con forza e autorevolezza al centro dell’agenda politica della città e nessuno ha svolto un’azione in profondità di orientamento e di sensibilizzazione sul tema del turismo quale motore di sviluppo e di crescita per Milano.

Se così si volesse invece fare, bisognerebbe iniziare ponendo per prima cosa la questione del rapporto tra i turisti e i cittadini residenti. Si tratta di una condizione molto delicata, spesso fragile e instabile e che va costruita e coltivata, per non permettere che i due soggetti vengano a contrapporsi e, come spesso accade, a contrastarsi.

Questa tesi dell’armonia tra turista e cittadino residente non è cara solamente a me, ma è raccomandata da anni di esperienze e di attente valutazioni dal Touring Club Italiano, fonte autorevole e sicuramente attendibile in campo turistico, ed è oggi questione ampiamente verificata nei casi di successo e altrettanto clamorosamente evidente nei casi d’insuccesso.

Il turista e il cittadino residente devono essere idealmente dalla stessa parte, come fossero un unico soggetto.

La città deve essere costruita e gestita per entrambi. Se è gradevole e bella per chi ci vive e lavora abitualmente, sarà gradevole e bella per chi la visita e la vive transitoriamente, finzioni non esistono.

Qui contano i fatti, non le percezioni. Il rumore, il traffico, l’inquinamento, i trasporti pubblici, ad esempio, sono elementi negativi per il cittadino?  Saranno punti negativi e respingenti per il turista.

La qualità della vita del primo soggetto è elemento di giudizio e di attrazione per il secondo soggetto.

Il buon rapporto prezzo / qualità dei servizi (ristorante, albergo, parcheggi, tickets, ecc.) è elemento positivo sia per i cittadini residenti e sia per chi transita nella città.

Questa prima questione di fondo non può essere solamente condivisa a parole, ma deve essere praticata con continuità e con fermezza. Si tratta di una sorta di pre-condizione di base, non soddisfatta la quale, diventa impossibile costruire una politica per il turismo attraente e solida. Anche perché va ricordato che i cittadini residenti, in particolare i milanesi, a loro volta sono abituati spessissimo a diventare turisti e in questa condizione transitoria conoscono molto bene il significato di accoglienza e di qualità dei servizi, che verificano nei loro viaggi.

Se il lettore condivide questa riflessione ed è interessato ad approfondire l’argomento, questa nota sarà necessariamente seguita da altre, perché il turismo è segmento dell’economia complesso, delicato e tutt’altro che facile da analizzare.

Guido Venturini



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