17 gennaio 2012

DOPO VIA M. MONTI SI PUÒ VOLTARE A SINISTRA?


All’inizio anno si esprimono i desideri… e molti politici italiani scambiano propri desideri per previsioni o addirittura per proposte (anche se ultimamente vedo molta più prudenza nel fare ipotesi…). Diversi a sinistra e a destra sperano in elezioni (almeno a parole). Tra questi anche Pisapia (dalla Annunziata prima e in intervista all’Unità poi). In verità il voto su Cosentino, la decisione della consulta sul referendum, la lite nella Lega tra Bossi e Maroni… tutto sembra rafforzare il governo Monti, che procede come quelle squadre destinate a vincere lo scudetto: il tiro degli avversari sul palo, il gollonzo che fa tre punti, la svista arbitrale a favore, gli infortuni, le stelle, e certamente il merito proprio.

E lo rafforza anche la sua “alienità” a un certo modus vivendi a cui ci aveva abituato la politica. La distanza dal Berlusconi “storico” è troppo grande nei modi e nella sostanza, ma è pur paradossale che in definitiva Monti faccia ora quel che il Berlusconi “teorico” aveva promesso nel ’94: una rivoluzione liberale nell’Italia delle iper protezioni sociali e corporative.

Quando (nella conferenza di fine anno) Monti ha parlato due ore abbondanti, un mio amico docente di comunicazione radiofonica mi ha detto “Non c’è peggior comunicatore del “tecnico” e del professore… È abituato a una lezione “frontale”, a parlare a un uditorio silente, a decidere lui tempi, temi, modalità… “. Sarà anche vero, ho replicato, ma se tu hai contenuti e autorevolezza questi alla fine fanno la differenza. E subito è arrivata l’intervista di Fazio su Rai 3. È vero Fazio sembra un tappetino, usa l’empatia come metodo perchè gli interlocutori, messi a loro agio, “si sbottonino”. Ma Monti “non si sbottona”, si prende in giro (“posso fare il professore?”), si stacca dai politici senza fare antipolitica (“mi fanno pena i partiti che sono aggrediti dall’opinione pubblica”), solleva il ricco dal senso di colpa, ricordandogli subito il suo debito verso la società (del resto l’Agenzia delle Entrate a Cortina non è un capolavoro comunicazionale?).

Se in via Condotti i cittadini inseguono la Guardia di Finanza, non per strattonarla ma per indicare gli evasori, come dire che Monti non sa comunicare? E poi quell’incontro orgoglioso, a testa alta di fronte alla Merkel: quanti italiani non hanno ricordato con sollievo i tristi siparietti berlusconiani, quella guitteria patetica nel suo voler compiacere che sarà pure un tratto del carattere nazionale ma che, grazie a Dio, non è il solo? E quel mancato inchino al Pontefice, quel porsi in un incontro di Stato con il Vaticano da pari a pari? Di questo passo, andiamo alla Presidenza della Repubblica nel 2013…

Ma se “i Monti crescono” in quale mare naviga la sinistra? La sinistra si trova a dover ridefinire la sua agenda secondo nuove priorità. Intanto, come a destra, ben comprende come il perdurare di Monti la sottoporrà a tensioni crescenti. E poi deve scegliere o promuovere una legge elettorale, per riconsegnare ai cittadini, con la libertà di scelta la rappresentanza, e al Paese, con un aggiornato assetto istituzionale la stabilità di governo.

Molti deputati (anche qui a destra e non solo a sinistra) sono convinti che se tornasse il proporzionale sarebbe la fine per loro (e per il PD e il PDL ma anche per IDV, SEL, Lega…). Solo con un maggioritario “secco” conterebbero i grandi aggregati e le estreme sarebbero in gioco. Ma questo maggioritario non ha ben governato e il diverso premio (regioni al senato/collegio nazionale alla camera) crea la possibilità di pareggi, di maggioranze senza maggioranza. Dunque mediazioni tra un sistema e l’altro potrebbero produrre dei mostri istituzionali bicefali come si è già visto. Neppure ci si può nascondere che splendide ingegnerie istituzionali prive di forte spirito civile sono destinate a rimanere creature esanimi nel teatrino della politica.

Ma il vero mare la sinistra lo affronta sui temi economici-sociali e sull’identità. Qual è la differenza oggi tra sinistra e destra? L’antimafia? Il sostegno alla magistratura? La green economy? La democrazia collegiale invece del presidenzialismo? Sepolto il comunismo col suo muro, non mi pare che ci sia una leadership socialdemocratica, né una “terza via”. Proprio ora che è in crisi il capitalismo finanziario, il capitalismo occidentale, dov’è che qualcuno indica un’alternativa? L’ipocrisia di definirsi “diversi” arriva a un nodo. Non credo che l’attraversata di questo grande mare sarà senza conseguenze. Forse, come Cristoforo Colombo, cercando l’India arriveremo a un altro continente. 2012: anno della scoperta?

 

Pier Vito Antoniazzi



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti