17 gennaio 2012

libri – PATRIA



PATRIA

Un’idea per il nostro futuro

Emanuele Conte e Roberto Della Seta

Garzanti, ott. 2011, pp.173, euro14,60

Perchè parlare di patria oggi? Che senso ha fare un breve viaggio storico nel significato della parola patria da parte dei due autori, Emanuele Conte, ordinario di Storia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma tre e Roberto Della Seta, saggista, già presidente di Lega Ambiente e senatore della Repubblica?

La nitida risposta è già nell’introduzione: perché la decadenza progressiva del nostro Paese dipende dalla debolezza dell’idea di patria, non solo nella percezione dei più, ma della nostra stessa classe dirigente, incapace, per biografia ed etica di identificarsi in un grande progetto comune, di riconoscersi in valori universali condivisi, al di fuori di gretti interessi e convenienze personali, di coltivare il senso patriottico e l’orgoglio di essere italiani.

C’è dunque bisogno di più “patria”. Ma che fare? Solo scommettendo su socialità, solidarietà, cambiamento, fiducia nel futuro, potremo uscire dall’immobilismo attuale, suggeriscono gli autori.

Il paradosso è che l’Italia fatica tutt’oggi a riconoscersi in uno stato unitario, dopo 150 anni di storia, a causa anche del peso della Chiesa romana, nonostante abbia vissuto grandi avventure storiche, la romanità, il medioevo, il rinascimento, il risorgimento, la resistenza, l’azionismo e la Costituzione, che hanno dato un grande contributo all’idea di nazione moderna e di patria. Si pensi al duplice concetto di patria transnazionale nell’epoca romana, per cui il cittadino si riconosceva nella patria naturale, il suo municipio di origine ma anche nella patria communis, artificiale, Roma. O nel medioevo, alla patria fondata sulla fedeltà feudale, che presupponeva sia la fedeltà del vassallo al suo signore, sia alla corona, (vedi il Regno di Sicilia di Federico II).

O alla patria municipale dei comuni medievali, dalla quale scaturiscono due fili di storia: 1) la tradizione civica, 2) la dimensione conviviale. La prima, fondamento dello stato moderno, si basa sulla libertà e il consenso individuale a un progetto comune, su una rete di rapporti sociali e politici, propri alla cultura del luogo, non alla natura. La seconda attiene alla socialità informale, agli stretti rapporti familiari, ai beni comuni, alla bellezza dell’ambiente, al buon vivere, specificità del carattere italiano. Ma la tradizione civica male interpretata può portare a perniciosi particolarismi e localismi molto attuali, la convivialità estrema alimentare pericolosi familismi, fino ai clan malavitosi.

Nel rinascimento si conferma l’idea di patria, con la nascita della teoria politica. Nel ‘700 patria si coniuga alle parole libertà, umanità, repubblica, avversità al dispotismo, valori universali per tutti i popoli considerati uguali. Nell’800 invece la parola patria muta radicalmente e si diversifica in due concetti:1) la patria-nazione, che volge a un nazionalismo fondato sul sangue e sulla terra, foriero nel ‘900 di razzismi odiosi con il fascismo e il nazismo; 2) la patria del patriottismo repubblicano democratico, valoriale, mistico di Mazzini e quella di Cattaneo, concetti ripresi poi dal partito d’azione. Marx nega valore alla parola patria, a favore dell’internazionalismo e, nonostante Gramsci, questo pensiero sopravvivrà nelle sinistre egemoni del dopoguerra. Nemmeno allora si è veramente posto mano a un progetto statuale unitario, per la spaccatura della società, tra Dc e PC.

Oggi, esortano gli autori, è necessario riconoscere alla parola patria il suo alto significato di progetto comune su valori e simboli condivisi, propri a cittadini dalle identità plurali, per una patria meticcia, come la storia l’ha formata nei secoli, al fine di tentare di colmare il divario tra nord – sud, ricchi – poveri, classe politica – cittadini, mali cronici dell’Italia. (Marilena Poletti Pasero)

Il libro verrà presentato da Paolo Mieli, a cura di ULI il 25 febbraio, ore 18, a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


16 maggio 2023

DAL GIARDINO ALL’INFERNO

Oreste Pivetta



19 marzo 2021

L’ULTIMO TRENO

Dario Balotta









21 febbraio 2021

I NON-LUOGHI DEL CORONAVIRUS

Cristina Bellon



11 febbraio 2021

ATTUALITÀ DI UN MODELLO URBANO

Michele Caja


Ultimi commenti