20 dicembre 2011

PIAZZE E MONUMENTI A MILANO


Nel disegno delle città, oltre alle cortine edilizie, agli edifici storici, agli edifici che rappresentano funzioni e servizi pubblici, sono presenti altri elementi decorativi che hanno grande impatto visivo, tra questi ci sono i monumenti, le opere d’arte e le fontane. La loro collocazione nel disegno urbano contribuisce ad arricchire la città e consente che diventino “punti cospicui” dello spazio che li accoglie. Gli elementi urbanistici più adatti ad accogliere queste testimonianze sono le piazze, gli slarghi o le grandi strade o viali, che spesso poi prendono il nome della personalità o del fatto cui sono dedicate.

Le opere d’arte e le fontane hanno un impatto emotivo minore dei monumenti, non avendo contenuti che si riferiscono direttamente alla Storia, costituendo di fatto solo un aumento della componente decorativa dei siti in cui sono posati. Ma ambedue queste ultime categorie a Milano non hanno avuto fortuna. Ricordo le fontane storiche e anche quelle moderne spesso desolatamente a secco o che assumono aspetti banali (come quelle recenti di corso Como), o avvilenti per la città come quella attiva in piazza San Babila dove un grande architetto milanese ha ripetuto, a Milano, la copia di quelle da Lui già realizzate a Sondrio e Grosio.

Le opere d’arte, prevalentemente sculture, possono diventare “punti cospicui” per la loro qualità come quelle di Pomodoro in piazza Meda, di Cappello in piazza VI febbraio e Cascella in piazza Repubblica, ma anche trasformarsi in scherzi di cattivo gusto come il dito di Cattelan in piazza della Borsa o addirittura prive di contenuto artistico, come l’agglomerato di profilati metallici color giallo in piazza Amendola. Ricordiamo con disappunto anche la poco dignitosa figura fatta dal Comune per il Raggio di Luce davanti alla Stazione Centrale, vincitore di un Concorso Internazionale subito realizzato e appena dopo demolito.

Così, mentre opere d’arte e fontane hanno semplicemente funzione decorativa, i monumenti attraverso le epigrafi incise sul loro basamento, che riassumono il periodo e le motivazioni che resero meritevole il personaggio o il fatto storico, informano su episodi della Storia della città o del Paese. È quindi normale che una città dalla Storia importante abbia un buon numero di monumenti distribuiti sul territorio in posizione di grande e facile visibilità. I monumenti contribuiscono a rappresentare la memoria culturale delle città, e sono altrettanto significativi per il disegno degli scenari urbani, poiché danno consistenza alle prospettive di vie e viali o arricchiscono l’arredo urbano di piazze o slarghi. Essi sono anche la dimostrazione dell’orgoglio e della riconoscenza che i cittadini sentono verso coloro che hanno dato fama alla loro città, dimostrando un sano spirito campanilistico e anche nazionalistico quando si tratta di personaggi o luoghi cari alla loro Patria. I cittadini confermano così di condividere il concetto di meritocrazia premiando chi ritengono essere i migliori tra loro.

In alcune forme particolari questi esprimono anche la tenerezza e l’amore per i personaggi, come gli esempi nei quali questi sono rappresentati seduti al loro caffè preferito, a Pola per James Joyce, a Lisbona per Fernando Pessoa e a Londra dove Churchill e Roosevelt sono rappresentati seduti su una panchina in una importante via dello shopping. In Grecia, dove sembra che il senso della patria sia molto più sentito che da noi e dove anche il più piccolo paese ha più di un monumento, notiamo anche la riconoscenza per i filelleni Europei che si sono battuti a fianco dei Greci per la loro indipendenza. A Pilos nel Peloponneso gli abitanti di questo piccolo paese hanno costruito al centro della loro piazza principale un monumento con i busti degli ammiragli Codrington inglese, De Reney francese e De Heyden russo che sconfissero nella battaglia di Navarino (antico nome di Pilos) le flotte turche ed egiziane, dando il via alla guerra per l’indipendenza della Grecia.

Premesso tutto ciò mi sembra che a Milano in questi ultimi decenni orgoglio, campanilismo, patriottismo e meritocrazia siano passati in second’ordine. Infatti ai cittadini meritevoli si intitola una via spesso periferica o un parco con una targa nella quale l’informazione è ridotta al minimo. (unica eccezione per Montanelli dove negli ex Giardini Pubblici, chiamati ora col suo nome, hanno piazzato un monumento che peggio non si poteva e con una laconica epigrafe). A Milano quando questi ci sono, sono spesso fuori contesto o nel posto sbagliato. Mi riferisco a due posizioni importanti del Centro Storico: l’opera “post-duchampiana” di Cattelan in piazza degli Affari davanti alla sede della Borsa, che rappresenta un segno di disprezzo alla stessa funzione e l’altro, il monumento alla Giustizia, che essendo ben ben nascosto in un cortile di servizio all’interno del Palazzo di Giustizia non rende buon servizio alla funzione che rappresenta. Ambedue rendono così vano il legame visivo tra le Istituzioni e la loro Pubblica Rappresentazione.

Per la Borsa si tratta di monumento/provocazione del quale la città non sentiva affatto il bisogno. Da quando è stato presentato, l’Amministrazione ha cercato di sistemarlo da qualche parte, ma dato il suo contenuto singolare, nessuno lo ha mai richiesto. Il tema non è poi così originale, perché nell’Anatolia Orientale alla periferia della città di Kars c’è un monumento incompiuto (per i noti contrasti politici tra Turchi e Armeni) rappresentato da una mano, però con tutte le dita, se gli si mozzano quattro dita è uguale a quella di Cattelan. Ma quella voleva avere un significato nobile, questa è solo un segno di disprezzo. In questi ultimi tempi abbiamo visto nei telegiornali, dato il momento critico dell’economia, scorci dei palazzi delle Borse mondiali, che affacciandosi su piazze hanno spesso davanti il monumento-immagine tipico della loro funzione: il toro. Se si sentiva la necessità di un monumento in piazza degli Affari, desolatamente vuota, è a questo animale-immagine che ci si doveva riferire.

L’altro monumento, che rappresenta la Giustizia, dello scultore Attilio Selva realizzato negli anni trenta del secolo scorso in un elegante mix di pietre e bronzi, è da allora collocato all’interno del Palazzo di Giustizia, in un nascosto cortile di servizio utilizzato oggi come parcheggio, ma che forse allora era il cortile d’onore. È possibile che nessuno abbia mai pensato di spostarlo in una posizione più opportuna e cioè nell’atrio principale che si affaccia su corso di Porta Vittoria o meglio ancora sulla grande scalinata di accesso all’ingresso principale dando così un decisivo contributo alla riqualificazione della scena urbana davanti al Palazzo e rinforzando l’immagine di questa importante istituzione?

Ma allora cosa succede a Milano? Perché questa carenza di monumenti, questa mancanza di rispetto verso i cittadini emeriti o la rappresentazione di funzioni istituzionali, che si trasforma poi in indifferenza al disegno della città e dei suoi spazi vivibili. A Milano i monumenti presenti risalgono ad altri tempi e sono situati prevalentemente nel centro storico. Al di fuori di questo, piazze e slarghi sono spesso desolatamente vuoti od occupati da oggetti che sono difficilmente catalogabili come monumenti, quasi a perdere il loro significato urbano, e dimostrando così una incredibile insensibilità dei Pubblici Amministratori verso la Storia della città e verso il riconoscimento dei suoi cittadini più meritevoli. Perché intitolare ai Milanesi benemeriti vie quasi sempre periferiche, e anche quando queste sono centrali come quelle attorno al nuovo Teatro Strehler e dedicate a Grassi e Strehler, questi non potevano essere meglio ricordati da un monumento che li raffigurasse seduti sulla piazza davanti al Teatro, invece che da due banali targhe stradali sulle viuzze adiacenti? E così per la Merini, Raboni e altri.

Il “Rinascimento di Milano” deve ricominciare dal recupero dei suoi trascurati spazi pubblici, dotandoli di monumenti che abbiano un senso logico con i siti, magari iniziando a mettere i monumenti “giusti” al posto “giusto”.

 

Gianni Zenoni

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti