13 dicembre 2011

teatro


SERVO DI SCENA

di Ronald Harwood, traduzione di Masolino D’Amico – regia Franco Branciaroli

con T. Cardarelli, L. Galantini, M. Giglio, F. Branciaroli, V. Violo, D. Griggio, G. Lanza

scene e costumi Margherita Palli e Luci Gigi Saccomandi

Una qualità che senza dubbio non manca a Franco Branciaroli – oltre ovviamente al talento – è l’auto ironia. In Servo di scena, infatti, interpreta un grande attore che non può non ricordare, fin dal suo ingresso in scena, Branciaroli stesso. Certo, il protagonista del testo di Harwood è un vecchio capocomico alla fine della sua carriera, che perde i sensi e fatica a ricordarsi le battute, mentre chi lo interpreta è uno dei migliori attori italiani in attività.

Però la voglia di Sir Ronald – che si fa chiamare Sir pur non essendolo – di essere protagonista, al centro della scena, mattatore incontrastato e dominatore del palco, non può non far venire in mente, a chi ha seguito con attenzione gli ultimi anni della sua carriera, il Branciaroli che interpreta sia Don Chisciotte che Sancho Panza (con le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene, suoi predecessori nel ruolo di grande attore) in una bellissima e divertente versione del romanzo di Cervantes. Oppure il Branciaroli che esagera un po’ nel voler interpretare tutti i personaggi principali dell’Edipo Re, anche Giocasta (!).

Si può dire che i personaggi interpretati da Branciaroli siano spesso come “riscritti” da lui, e assumano – senza tradire il testo originale – una “branciarolità” che consiste nell’essere, e allo stesso tempo essere consci di esserlo, eroici e vili; auto-ironici, insomma. Eroico e vile, in Finale di partita, era il Branciaroli-Hamm (io credo che Beckett se lo fosse immaginato proprio così, ma spesso – soprattutto in Italia – è stato ed è interpretato diversamente). Eroico e vile era il Branciaroli-Galileo. E eroico e vile è il Branciaroli-Sir Ronald, che dedica tutta la sua vita a diffondere la poesia di Shakespeare e onora il teatro fino all’ultimo respiro, fino all’ultima goccia di sudore, ma allo stesso tempo si dimostra completamente insensibile ai sentimenti e ai desideri di chi gli sta intorno, a partire dalla direttrice di scena innamorata da anni di lui, fino al suo dresser Norman.

Il testo, da cui Peter Yates ha tratto un film nell’83, è ambientato nella Londra del 1942 bombardata dai nazisti, e racconta le vicende di una compagnia che porta in giro per i teatri le opere di Shakespeare. Il dresser – “servo di scena” nella traduzione di D’Amico – che sarebbe il vero protagonista dello spettacolo, interpretato ottimamente da Tommaso Cardarelli, è l’unico a credere ancora in Sir Roland nonostante i problemi di salute, ad assecondare la sua volontà e i suoi vezzi, a cercare di spronarlo/ svegliarlo/ incoraggiarlo nei momenti di buio e a difenderlo dagli attacchi dei membri della compagnia che vorrebbero annullare la recita di Re Lear prevista per quella sera. Ma alla fine resta ferito dall’aridità del grande attore che, nei ringraziamenti del suo libro – che non finirà mai di scrivere – si è dimenticato, non solo di ringraziarlo, ma anche di citarlo.

Il fatto che siano citati i macchinisti e i tecnici di palcoscenico, che rendono possibile la magia del teatro, e non l’uomo che per anni lo ha vestito e svestito ascoltando i suoi capricci, mostra come l’attenzione di Sir Ronald fosse tutta proiettata verso se stesso e nei confronti dell’umanità – che non voleva privare dello Shakespeare quotidiano in tempo di guerra – ma non comprendesse gli esseri umani che lui aveva intorno. Una bella commedia, divertente e amara, con un cast di validi attori ad accompagnare Sir Branciaroli.

 

 

In scena

 

Al Teatro Elfo Puccini il 13 dicembre debutta il Sogno di una notte di mezza estate, regia di Elio De Capitani, che sarà in scena fino al 22 Gennaio.

Al Teatro I dal 12 al 18 dicembre Maria. Oratorio di suoni e voci, di Aldo Nove, regia di Renzo Martinelli e, a seguire Interrogatorio a Maria di Giovanni Testori, con Milva Marigliano.

Al Piccolo Teatro Studio fino al 18 dicembre Toni Servillo legge Napoli.

Al Teatro Grassi dal 13 al 18 dicembre Sarabanda di Ingmar Bergman, regia di Massimo Luconi.

Al Teatro Manzoni fino al 18 dicembre Tante belle cose, di Edoardo Erba, regia di Alessandro D’Alatri.

Fino al 17 dicembre al Teatro Franco Parenti Evgenij Onegin di Puskin con la regia di Flavio Ambrosini.

Allo Spazio Tertulliano, fino al 18 dicembre, Diario di un killer sentimentale, dal romanzo di Luis Sepulveda, regia di Giuseppe Scordio.

Al Teatro Out-Off fino al 22 dicembre continua il Quel che volete (la dodicesima notte), regia di Lorenzo Loris.

Al Teatro Carcano dal 12 al 18 dicembre L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello, regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.

Al Teatro Verdi fino al 22 dicembre continua Favelas: stanza bluff generation, di e con Angelo Raffaele Pisani, Gianluca De Angelis, Gianmarco Pozzoli.

Al Teatro Litta dal 13 al 31 dicembre Romeo e Giulietta, regia di Claudio Autelli.

 

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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