6 dicembre 2011

INFANZIA E ADOLESCENZA: UNA POLITICA MILANESE


Venerdì pomeriggio oltre trecento persone si sono ritrovate al Teatro Litta per confrontarsi sulle nuove politiche sociali milanesi per l’infanzia e l’adolescenza. Quattro ore di discussione intense di fronte a una platea ricchissima di saperi ed esperienze. Si è trattato solo dell’inizio di un percorso che dovrà continuare nei prossimi mesi per allargare ancora di più il confronto, per approfondire le questioni, per fare sintesi e costruire un’agenda politica.

Un’occasione per indicare una rotta e per cominciare a riempire di significato alcune parole chiave: territorialità e rete, integrazione socio-sanitaria, valorizzazione degli operatori pubblici e del privato sociale, prevenzione. A dare il segno della direzione strategica che la nuova amministrazione vuole intraprendere, la scelta di chiamare al confronto Asl, Tribunale per i minorenni e Centro per la Giustizia minorile. Si tratta infatti di costruire “ponti” reali tra Istituzioni e servizi e di superare i protocolli “spezzatino” – come qualcuno li chiama – che in passato si sono limitati a dividere i compiti tra i diversi partner e frammentare le azioni. Bisogna tornare a co-progettare e in quest’ottica il terzo settore dovrà essere un reale partner della progettazione e non solo un fornitore.

La discussione ha toccato alcuni temi importanti: il garante dell’infanzia, il sostegno alle comunità socio-educative, la sinergia tra servizi educativi, servizi sociali per la famiglia e la neuropsichiatria; la necessità di non lasciare sole le famiglie, il potenziamento dell’affido famigliare, lo sviluppo di buone pratiche di conciliazione, la prevenzione nei servizi per l’infanzia, i minori stranieri non accompagnati, i ragazzi autori di reato. “Ripartire dalle politiche” significa riprendere un processo politico partecipato che ha bisogno di luoghi, di processi, di metodo, per cambiare paradigma culturale, per tornare a pensare, costruire e praticare nuove politiche sociali orientate al bene comune.

Come ha sottolineato Liviana Marelli, membro dell’Osservatorio nazionale Infanzia e adolescenza, occorre costruire nuove politiche dove la centralità di ogni progetto umano recuperi le dimensioni promozionale, preventiva, di cura e di tutela, di presa in carico, di reinserimento sociale quali parti di un pensiero progettuale unico e trasversale, fuori da derive settoriali, prestazionali ed emergenziali. In sintesi si tratta di superare la logica del mero adempimento che ha spesso segnato l’azione degli ultimi anni. Per fare ciò il presidio della relazione con la Regione sarà strategico e il Comune dovrà essere in grado di incrociarne i tempi di programmazione e di esercitare un ruolo sufficientemente dialettico.

Le suggestioni e le proposte nel nome dell’innovazione sono state molte. Rispetto allo sviluppo di reti territoriali, risulta strategico il ruolo che le nuove municipalità potranno avere. In proposito l’idea di cominciare una sperimentazione in una o due zone è vincente. Senza paura e senza temere la sussidiarietà, il Comune dovrà esercitare il suo ruolo autorevole di regia e controllo, valorizzando l’immenso tesoro di esperienze e saperi frammentati e diffusi nella nostra città. Negli anni passati questo compito è stato colpevolmente trascurato dall’amministrazione comunale e delegato alle Fondazioni e al terzo settore. Al contrario, dovrà essere il Comune a facilitare la nascita di reti e collaborazioni, a stimolare collaborazioni e a dare visibilità a progetti e sperimentazioni.

Un’altra strada da approfondire è quella dei Consultori famigliari integrati con una forte attenzione alla collaborazione tra Servizio sociale comunale e Asl, con una formazione congiunta degli operatori: intercettare i bisogni e orientare le famiglie è un compito comune che non può più essere affrontato con la frammentazione e le inefficienze di questi anni. In questi giorni, grazie al primo Forum delle Politiche sociali è cominciata una sfida per Milano, quella di esprimere la propria “capacità progettuale”, il proprio protagonismo, la capacità di orientare e creare esperienza. E’ stato un ottimo inizio. Ora ci aspetta il compito difficile e decisivo di scrivere l’agenda concreta del cambiamento.

Lamberto Bertolé*

*Consigliere Comunale PD – Presidente commissione Casa, Demanio e Lavori Pubblici e Sottocommissione Carcere



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