29 novembre 2011

L’ESPRIT DE VIVRE DI MILANO E IL PGT


Il PGT affrontato volutamente da diverse prospettive è stato al centro del confronto promosso da Porto Franco club il 17 novem-bre scorso. A discuterne un panel inconsueto, più donne che uomini: Lucia De Cesaris, il primo assessore di genere all’urbanistica a Milano, Francesca Zajczyk, docente di sociologia urbana e Silvia Sacchi giornalista economica, con loro Marco Vitale, economista attento analizzatore della vita amministrativa e sociale di Milano e Arturo Artom, a rappre-sentare Assolombarda.

L’assessore De Cesa-ris ha preferito inquadrare la complessità della materia ereditata con i tempi entro cui devono essere prese le decisioni: uno scenario che non induce né a suggestioni, né a illusioni rivoluzionarie, bensì impone un approccio di concretezza e di pragmatico riformismo. Innanzitutto bisogna dare risposta a oltre 5.000 osservazioni, bisogna apportare le variazioni possibili a quelle soluzioni proposte che siano in contrasto con la visione del bene comune, che rappresenta l’orizzonte della Giunta Pisapia. Le Linee Guida del PGT, approvate dalla Giunta, sono orientate al rafforzamento della città pubblica, con in evidenza la centralità dell’abitare da declinarsi in un contesto di compatibilità economica dei suoi abitanti attuali e futuri e della qualità urbana da perseguire nel segno della discontinuità dal passato. La qualità urbana con proiezione sull’area metropolitana è una delle correzioni da apportare al PGT ereditato dalla Giunta Moratti & Masseroli, e sospeso nella sua pubblicazione. La qualità urbana da perseguirsi in modo coordinato con la promozione di una diversa qualità energetica e soprattutto con un nuovo piano integrato della mobilità urbana proiettato in una visione metropolitana.

Condividendo le line guida illustrate dall’assessore, Marco Vitale, ha voluto sottolineare che il piano generale di sviluppo di una città non può che fare riferimento alla “visione” della città stessa espressa dai cittadini che vi ci vivono. Per queste ragioni il confronto sul PGT non deve avvenire su aspetti tecnici, trascurando “l’esprit de vivre” di Milano, e quindi porsi come orizzonte la risposta affermativa alla domanda: “siete contenti o scontenti di vivere a Milano”. Vivere e lavorare a Milano, e quindi pensare allo sviluppo della città in funzione dei suoi “drivers” reali, che sono un nugolo di piccole attività imprenditoriali che ricercano risposte adeguate e accessibili.

Francesca Zajczyk ha voluto sottolineare come le radici forti di Milano, che vengono da lontano, hanno tenuto facendo da freno al rischio di “banlieu”, ghetti e separatezze, come avvenuto a Parigi e Londra, e partendo da questo dato positivo per il suo sviluppo la città deve puntare ad aumentare i punti di forza e a ridimensionare quelli di debolezza per rafforzare le potenzialità di radicamento al fine di ripopolare la città, e per questo deve puntare su infrastrutture, servizi, formazione e diffusione della conoscenza per favorire inclusione e l’integrazione. Pertanto per sviluppare Milano non occorrono tanti “mega involucri” ma più politiche di accompagnamento all’insediamento dei potenziali imprenditoriali provenienti da ogni parte del mondo.

Arturo Artom ha messo in guardia sulla perdurante crisi del “real estate”, non ancora esplosa in Italia, e sul rischio di assecondarne politiche espansive, ma di puntare soprattutto su investimenti in infrastrutture e favorire le ristrutturazioni per riuso in un contesto di trasparente fiscalità ma anche di forte deregulation: e a tal proposito ha ricordato la centralità per EXPO diffuso, della proposta del “fuori salone”.

Per Silvia Sacchi la qualità della vita è la questione centrale, rafforzando la sua opinione col ricorso a Vaciago “non farei mai il sindaco di una città che sparisce nei “week-end”. Infine ha ricordato che in una città dove il 58% delle donne lavora non può che essere prioritaria la qualità dei servizi e la flessibilità degli orari, che sono componenti essenziali di una buona ricetta per la qualità della vita. A conclusione di un confronto ricco di contributi, l’Assessore ha confermato che il dialogo avviato con i Consigli di Zona, con gli Stakeholder e con la città sarà improntato a favorire l’accessibilità e l’inclusione e che comunque la priorità è rappresentata perequazione, ovvero nella realizzazione di una qualità omogenea degli accessi ai servizi per tutti i quartieri della città.

 

Giuseppe Merlo



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