8 novembre 2011

MERCI SOSTENIBILI? UN MESSAGGIO AI COMMERCIANTI


Negli ultimi anni i commercianti milanesi, dai negozianti alla grande distribuzione, dagli artigiani al mondo della moda e il terziario che trasporta o riceve ogni giorno merci e riforni-menti, sono saliti agli onori della cronaca prevalentemente e ripetutamente per l’ostilità a interventi di riduzione di traffico e inquina-mento che comportino limitazioni alla circolazione dei mezzi commerciali a Milano, dichiarata dai vertici delle loro associazioni di categoria. Riportando le posizioni delle asso-ciazioni di categoria i giornali hanno così rappresentato i commercianti come una categoria contraria a tutti quei cambiamenti che si propongono di ridurre con varie modalità (tariffa, orari) la circolazione dei veicoli – anche merci – in città.

Eppure, negli stessi anni, è maturata a Milano nella stragrande maggioranza dei cittadini – come dimostrato dagli esiti dei referendum cittadini – la consapevolezza di vivere in una città scarsamente vivibile e molto inquinata, dove il trasporto, con l’enorme numero di veicoli in circolazione, gioca un ruolo primario sia sulla vivibilità, sia sui livelli di inquinamento.

Qualche dato. Le merci vengono trasportate in città prevalentemente con mezzi diesel che, anche se di ultima generazione, emettono grandi quantitativi di NOX (ossidi di azoto). Nel IX e ultimo Rapporto sull’inquinamento in Lombardia pubblicato dal Joint Research Center di Ispra della Commissione Europea, si legge che la progressione delle categorie EURO (1/2/3/4/5) dei veicoli ha avuto scarsissimo impatto sulla riduzione delle emissioni di NOX dei veicoli. Si legge inoltre che a Milano la componente secondaria del particolato atmosferico, derivante in grandissima proporzione dalle emissioni di NOX dei veicoli diesel, supera spesso il 60% del totale del particolato atmosferico.

E ancora si legge nello studio EPIAIR recentemente pubblicato dal dottor. Forastiere con il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del Ministero della Salute (www.ccm-network.it), che l’incremento percentuale di rischio di mortalità cardiaca, cerebrovascolare e respiratoria all’aumento per 10 µg/m³ di NO2 (direttamente proporzionale ai livelli di NOX) è rilevante (da 0,99% a 3,3% ogni 10 µg/m³) e comunque maggiore in relazione ai livelli di N02 di quello relativo derivante dai livelli di PM10.

Fatto sta che i commercianti, nel ruolo di avversari ai cambiamenti per la riduzione e razionalizzazione della circolazione, si sono presentati alla cittadinanza, per dirla in termini semplicistici, come indifferenti ai problemi ambientali e sanitari che da più parte sono stati denunciati come effetto dell’inquinamento atmosferico. Ma è davvero così? I commercianti non hanno forse famiglie, figli piccoli, anziani che subiscono esattamente come tutti gli altri gli effetti dell’inquinamento e della scarsa vivibilità della città? Non subiscono forse loro stessi gli effetti più diretti del traffico lavorando a livello strada?

E allora sorgono spontanee alcune domande. Quanti, ai vari livelli in cui operano, condividono la posizione ufficiale della categoria alla quale appartengono, che – bisogna darne atto – si è attenuata di recente, e quanti invece non sarebbero più soddisfatti di condividere lo sforzo della città per un ambiente migliore, trovando soluzioni di mobilità delle merci che li rendano una componente sociale costruttiva e creativa dell’evoluzione di Milano verso un ambiente migliore?

Quanto il problema consiste nella mancata corretta informazione sul potere inquinante dei mezzi diesel utilizzati per il trasporto merci e sull’impatto importante che può avere la riduzione del traffico anche su aree di dimensione ridotta? Quando alla base è stata proposta una reale alternativa che fosse praticabile in termini di costi ed effettiva disponibilità? I commercianti sono stati messi, in conclusione, in condizione di avere una scelta alternativa a quella odierna? Se la risposta a quest’ultima domanda fosse affermativa, in questi anni, non si sarebbero avvicinati all’associazione di cui faccio parte (www.genitoriantismog.it), così tanti commercianti per aiutarci.

Per rispondere a queste domande, grazie a un gruppo di veri volonterosi, abbiamo presentato a ottobre al Comune un progetto di mobilità di ultimo miglio delle merci con veicoli elettrici e il cui punto di forte rottura rispetto al passato consiste nel trasformare radicalmente il ruolo dei commercianti a Milano. Non entrerò nel dettaglio. Il progetto – che parte da un’ipotesi minima realizzabile a breve termine di consegna delle merci dai commercianti ai clienti, ma può estendersi a coprire una fascia di logistica di prossimità – prevede un trasporto con mezzi elettrici, per definizione non inquinanti e silenziosi, nel centro di Milano.

Il commerciante che partecipa al sistema (msm – merci sostenibili a milano) diventa protagonista della diffusione di buone pratiche. In strada, con un’apposita campagna di comunicazione, appare innanzitutto come cittadino che desidera una città più vivibile e meno inquinata. Nell’ambito del sistema previsto può creare sinergie con gli altri commercianti aderenti e vicini al fine di realizzare, con il sostegno del Comune, aree di vivibilità o piccoli interventi in favore dei passanti (panchine, rastrelliere, piantumazione di alberi) o in favore proprio (aree di carico scarico di prossimità), divenire punto di consegna “porta a porta” per il vicinato, entrare a far parte e diventare protagonista di un sistema cittadino di mobility management che proprio tramite i commercianti, al fine di ridurre i veicoli in ingresso, metta in relazione tutti quelli che, lavorando a Milano, vivono fuori dalla città.

Ed entra in un circuito di mobilità delle merci che, razionalizzando i percorsi, riduce i chilometri percorsi e quindi la congestione oltre che le emissioni. A Milano è giunta l’ora di scardinare l’immagine di questa pretesa ostilità dei commercianti all’ambiente. Commercianti, a ogni livello, battete un colpo. Lo ha detto il Presidente dell’Unione del Commercio non molto tempo addietro: “La qualità della vita in città e la lotta allo smog sono una priorità anche per i commercianti, che vivono più di chiunque altro a contatto con la strada e le polveri sottili”. Ben detto, basta chiacchiere. Ci si metta a lavorare.

 

Anna Gerometta

 



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