8 novembre 2011

MILANO: QUANTA E COME LA CITTÀ DEL PGT?


La pubblicazione del Documento politico di indirizzo per la gestione del territorio rappre-senta il segnale di apertura del dibattito in questa delicata fase di ridiscussione del Piano di Governo del Territorio al quale dovremmo tutti impegnarci a dare il nostro contributo. Milano sta infatti attraversando una fase molto cruciale della propria vicenda urbanistica perché sono all’ordine del giorno la nuova approvazione del PGT conseguente al riesame delle osservazioni, il recupero urbanistico degli scali con l’adeguamento della cerchia ferroviaria alle esigenze del trasporto rapido di massa e l’Esposizione Universale del 2015 da molti malgrado tutto considerata una grande occasione non solo per Milano ma anche per la Lombardia e l’intero Paese.

Ma si ha purtroppo la sensazione che, anche dalla nuova Amministrazione, ciascuno di questi temi sia stato, almeno fino a ora, considerato separatamente, senza tener conto che, se non saranno affrontati coordinatamente, si incorrerà in gravi rischi e incognite per le prospettive di sviluppo della città. È invece necessario che essi vengano portati avanti in modo strettamente collegato, perché l’efficacia delle soluzioni che potranno essere adottate dipenderà proprio dal loro coordinamento. L’Expo, vista soprattutto come occasione per rilanciare Milano sullo scenario internazionale, dovrebbe rappresentare anche la scadenza per porre le basi dell’armatura della futura metropoli sostenibile e non lasciarci l’eredità, già dimostratasi estremamente negativa per Siviglia e Hannover, di un sito irrecuperabile invaso da padiglioni in rovina, oppure oggetto di speculazione edilizia selvaggia.

Tra le questioni da affrontare, considerando il PGT e l’Expo come strettamente integrati, sarebbe possibile portare avanti un primo importante esperimento di quel governo metropolitano della cui assenza tutti si lamentano ma che, se si eccettua la recente iniziativa di coordinare tra Milano e una trentina di comuni della cintura l’interruzione del traffico privato, non ci si impegna a cercare di attuare, neppure nella semplice prassi amministrativa. E ciò si potrà attuare purché si dia spazio a quella componente della manifestazione, che è stata proposta in varie occasioni come Expo Diffusa e Sostenibile, fatta propria dal sindaco Pisapia e che, in analogia a quanto si verifica con il Salone del Mobile è stata definita “Fuori Expo”

Il recupero degli scali ferroviari dovrebbe essere considerato non solo al fine di avviare finalmente la riqualificazione della semiperiferia della città esterna alla cintura ferroviaria, ma anche affinché il recupero della Circle Line per il trasporto rapido di massa, possa effettivamente diventare una componente essenziale per riorganizzare la mobilità su scala regionale. E perché ciò avvenga il recupero degli scali va inquadrato negli scenari futuri di sviluppo di Milano che il PGT dovrà governare, e al tempo stesso la Circle Line deve essere considerata come opera di interesse strategico per la mobilità a scala metropolitana e regionale

L’esigenza di attuare questo stretto intreccio di politiche deriva dal fatto che il passaggio dal Piano Regolatore Generale, strumento urbanistico statico e prescrittivo che alla prova dei fatti è sempre stato sistematicamente disatteso, raggirato e contraddetto, al Piano di Governo del Territorio presuppone un approccio dinamico basato su uno scenario in divenire da adeguare nel tempo attraverso politiche integrate, e strategie appropriate.

L’idea di città che è indispensabile elaborare per consentire il suo stesso governo, non può certamente essere partorito dalla mente di qualcuno per quanto competente possa essere. considerato. Si deve invece formare e deve crescere attraverso la condivisione delle problematiche tra tutti i soggetti sociali e la partecipazione alla elaborazione delle scelte di piano attraverso il dibattito e l’istituto della consultazione referendaria, di cui i cinque referendum cittadini consultivi di indirizzo sui temi del traffico urbano, verde e consumo di suolo, Expo, risparmio energetico e sistema dei Navigli milanesi hanno rappresentato un’esperienza molto significativa.

QUANTITA’

Sono totalmente d’accordo con la decisione assunta alla nuova Amministrazione che lo strumento urbanistico che regolerà lo sviluppo di Milano nei prossimi anni, venga sottoposto a una drastica revisione ridiscutendo le centinaia di osservazioni che la precedente amministrazione aveva evitato di prendere in considerazione rigettandole in massa.

Si è così evitato sia di annullare in toto il PGT approvato in fretta e furia e con molte lacunosità da Masseroli, sia di mandarlo avanti tentando poi di emendarlo tramite delle varianti che avrebbero richiesto procedure molto più lunghe e onerose, mentre le osservazioni che verranno riesaminate e accettate in questo seconda tornata avranno l’effetto di varianti automatiche.

Una revisione generale del PGT attraverso il riesame delle osservazioni è resa necessaria anche perché consente di portare a compimento un dibattito interrotto in quanto gli adeguamenti sortiti dall’acceso dibattito che si è avuto in Consiglio Comunale con la presentazione di centinaia di emendamenti nella fase di adozione del piano, non potevano essere considerati sufficienti a qualificarne i contenuti.

Infatti, per quanto si sia ottenuto la riduzione di tre milioni di metri cubi di costruzioni con l’aumento di un milione di metri quadrati di verde; l’obbligo di realizzare in ogni intervento almeno il 35% di edilizia sociale; di subordinare l’eventuale realizzazione del tunnel dall’aeroporto di Linate a Rho all’approvazione del piano della mobilità; di vincolare le Ferrovie dello Stato a investire i proventi derivanti dal recupero degli scali alla realizzazione di un nuovo anello di metropolitana che utilizzi il tratto della cintura ferroviaria esistente; che gli interventi previsti sull’area dell’Expo dopo il 2015 abbiano un carattere “ambientalmente sostenibile”; che si metta in atto un sistema premiale aggiuntivo finalizzato a sostenere il risparmio energetico e, infine, la riduzione da 0,2 a 0,15 mq/mq e del conseguente gettito volumetrico delle aree agricole del Parco Sud sono certamente tutti aspetti importanti.

Ma che nella loro formulazione definitiva si possono annoverare come mitigazioni di carattere quantitativo degli abnormi incrementi demografici ipotizzati, degli indici di edificabilità, delle volumetria e dei potenziali impatti sull’ambiente. Sono infatti personalmente convinto che, se anche il controllo delle quantità in gioco rappresenta un aspetto sostanziale delle politiche di governo della città e della sua gestione urbanistica, esso non è condizione sufficiente a garantire la qualità degli interventi a scala urbana e architettonica.

QUALITA’

Tra i punti sopra citati non si è menzionato praticamente nulla a proposito della perequazione, che resta una questione oscura ed estremamente critica non soltanto sul piano urbanistico ma anche su quello economico e del mercato immobiliare. Infatti con una applicazione della perequazione non appropriatamente governata e modulata, anche in assenza del gettito volumetrico che era stato assegnato alle aree del Parco Agricolo Sud, verrebbero resi disponibili da un giorno all’altro, milioni di metri cubi edificabili, senza criteri e regole certe per governarne gli effetti.

Anche nel Documento politico di indirizzo per la gestione del territorio, la questione è citata occasionalmente e non è stato chiarito come le volumetrie generate dalle aree non edificabili potranno essere trasferite su quelle edificabili, dando luogo a quel processo di densificazione che dovrebbe evitare un ulteriore consumo di suolo, ma che finirà per stravolgere lo scenario urbano, incentivando il fenomeno già in atto a causa dei grandi interventi, al cui completamento stiamo assistendo con preoccupazione

Come ho già avuto modo di osservare in varie occasioni, se gli assessori e i consiglieri comunali, che si accingono a ridiscutere le osservazioni del PGT avessero assistito alle simulazioni di alcuni interventi campione presentate nel maggio dello scorso anno dall’Ordine degli Architetti, forse si sentirebbero incoraggiati a tentare di ottenere qualche sostanziale miglioramento. non solo e non tanto sul piano delle quantità in gioco che resteranno comunque ragguardevoli, quanto sul piano della qualità dei prevedibili effetti di trasformazione architettonica e paesaggistica della città.

C’è infatti il rischio, se non la certezza, che l’effetto combinato di perequazione e densificazione possa essere del tutto ingovernabile. E non pare proprio che ci si possa aspettare molto da una fantomatica authority a prevalenza pubblica, che dovrebbe vigilare sulla materia. Infatti, indipendentemente dalla quantità di volumi edificabili che la perequazione genererà, se non sarà definito entro quale regime giuridico avverranno gli scambi dei diritti volumetrici, tale organismo avrà ben poche possibilità di operare in un quadro di legittimità.

Si è parlato di una borsa delle volumetrie, ma non si sa ancora nulla riguardo a come potrà essere organizzata e su che base potrà essere definito il loro valore: se facendo riferimento a quello dell’area di provenienza o a quello dell’area in cui verranno trasferite. Su tutta questa complessa e cruciale materia, è necessario che il Documento politico di indirizzo si esprima con chiarezza. (continua)

 

Emilio Battisti



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