8 novembre 2011

MALPENSA, VOLI LOW COST E “CODE SHARING” DI ALITALIA


Dopo assemblee, discussioni, articoli e polemiche sui contenuti del masterplan presentato da SEA al Ministero dell’Ambiente e dopo la stagione delle osservazioni liberamente presentate, per legge, da chiunque avesse qualcosa da far notare, sembrava che fosse calata su Malpensa una relativa calma. Ma ecco la bomba, cioè lo stop alla procedura deciso dalla Commissione ministeriale VIA/VAS. Per ora nulla di definitivo ma, in attesa di avere maggiori dettagli sulla portata di questa decisione, possiamo indagare brevemente sull’aria che tira nell’aeroporto di Malpensa, oggetto di uno dei piani di sviluppo temporaneamente “parcheggiati”.

L’aria che tira, nel senso fisico, è sempre poca per la normale assenza di vento e per la frequente inversione termica che provoca persistenti alte concentrazioni di inquinanti e infatti, per questo motivo, sarebbe meglio costruire gli aeroporti in zone con buona ventilazione e l’optimum è sulle coste. Ne discende che Malpensa è ubicato nel posto sbagliato. Nell’interno dello scalo di Malpensa l’aria o, per meglio dire, l’atmosfera è un po’ dimessa, sotto tono, perchè le strutture che anni fa, cioè fino all’inizio del 2008, vedevano passare ca. 65.000 passeggeri al giorno ne vedono ora poco più della metà, circa 35.000.

Questa è, con le dovute approssimazioni, la fotografia attuale del Terminal 1 (T1) di Malpensa e, siccome i terminal aeroportuali sono ormai dei centri commerciali, la depressione del “centro commerciale T1” è palpabile, inoltre non è nemmeno migliorata l’efficienza perchè, di fronte al calo dei clienti (i passeggeri), sono stati ridotti anche gli addetti, i lavoratori aeroportuali. Ridotti in proporzione ma, forse, anche oltre perchè questi fenomeni non sono mai lineari e, in questi casi, magari si approfitta della situazione per sfoltire un po’ le fila, a seconda dei contratti, con la cassa integrazione o, per i molti precari, con il mancato rinnovo. Precariato a Malpensa? Alcuni anni fa i Sindacati denuciarono che i lavoratori precari erano oltre il 65% degli occupati.

C’è più vita nel Terminal 2, interamente dedicato alla compagnia low cost Easy Jet, che ha ormai conquistato il titolo di primo vettore di Malpensa per numero di voli e di passeggeri. Anche il T2 è dotato di un vasto centro commerciale di cui pare difficile dire se sia fiorente o no perchè resta il dubbio se chi ha pagato meno il biglietto sia poi disposto a spendere i soldi risparmiati al così detto duty free, dove ormai è tutto più caro che altrove. L’efficienza? No, qui c’è più intasamento, cioè più code. Forse il passeggero attirato dal low cost potrà chiedersi, al ritorno dal suo viaggio: “fu vero risparmio?”

I passeggeri arrivano a Malpensa da un vasto bacino che comprende Firenze e Trieste, coprendo fino a 800 chilometri andata e ritorno più il costo del parcheggio e, in qualche caso, un pernottamento nelle vicinanze e se poi la data di prenotazione è vicina alla data del volo il biglietto costa ormai di più, i bagagli da mandare in stiva sono a pagamento e altre opzioni sono monetizzate, tipo il servizio a bordo “mica gratis”. Viaggio low cost? No, grazie… forse… Ma ormai qualche compagnia low cost ha cominciato a offrire dei voli decentrati in alcuni dei numerosi aeroporti minori secondo il criterio di portare il servizio all’utenza, non l’utenza al servizio che è la deleteria linea guida del concentrare tutti in un grande aeroporto, cioè il sistema “malpensocentrico”.

Nell’aeroporto, come si diceva, gli aerei sono soprattutto quelli di Easy Jet che opera 110-130 voli al giorno. Alitalia è il secondo vettore con 90-110 voli ma praticati in “code sharing” con circa venti diverse compagnie. Significa che, acquistando un biglietto AZ, l’aereo, oltre che Alitalia, potrebbe essere Air France, China Southern, Darwin, Egyptair, Etihad, KLM, Korean, Lot, Malev, Tarom, ecc. Dopo Alitalia segue Lufthansa con circa 80 voli e poi il deserto, Air France 20, Iberia 18, British Airways 8… Questa è la situazione dell’ex presunto grande hub, mai oltre il 14° posto in Europa, ora salvato dal low cost.

Si consideravano varie prospettive dopo il dehubbing di Alitalia che, nell’aprile 2008, avviò il declino di Malpensa, c’erano proclami di grandi recuperi, c’era il “salvataggio” della cordata per Alitalia, si voleva far credere in una rivalità tra Air France e Lufthansa ma, in realtà, confermata dalle decisioni di Alitalia, si abbatteva su Malpensa la scure del mercato. Considerato che ora il traffico totale è di 400-500 voli secondo i giorni della settimana, senza il contributo dei 120 voli di Easy Jet, che ovviamente costituiscono traffico “drogato”, sarebbe stata ben altra storia.

 

Beppe Balzarini



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