25 ottobre 2011

PANDA, WWF: NOI O LUI?


Quando ho visto una cucciolata di panda che giocano e si riposano in una nursery tutta loro a Chendu, nella provincia cinese dello Sichuan, viziati e coccolati come bambini, mi è venuto in mente di proporre provocatoriamente al Sindaco di Milano, che ha ben altre “gatte” da pelare, di destinare il parco Sempione alla riproduzione in ambiente controllato del Panda Gigante. Se lo fanno in Cina perché non lo possiamo fare anche noi? Vi immaginate il parco Sempione con una vegetazione completamente modificata? I Panda necessitano di bambù, siccome in piazza Virgilio c’è già un gran cespuglio di bambù nell’aiuola centrale possiamo dire a ragion veduta che i bambù ce la fanno a vivere a Milano (anche quelli…). Non sussistono pertanto sostanziali problemi climatici alla proliferazione delle piante.

Il nostro bel parco del Sempione, disegnato da Emilio Alemagna, è un cannocchiale prospettico tra il Castello e l’Arco della Pace. Dunque bisognerebbe prima di tutto eradicare tutte le piante, anche pluricentenarie che risiedono nel parco e sostituirle con la più grande varietà possibile di bambù, visto che i panda si nutrono principalmente dei germogli. Nel caso di fioritura sincrona di tutte le specie sarebbe necessario importare germogli freschi per foraggiare gli animali una volta finita la disponibilità. Ve li immaginate i milanesi su viale Alemagna o sul piazzale del cannone dar da mangiare agli animali nei periodi di bassa dei germogli? Bisognerebbe infine integrare la dieta: è noto che il panda accompagna i bambù con uova, insetti e occasionalmente carogne (quali?). Sarebbe opportuno infine creare anche una scenografia tipo Himalaya, nella pianura padana …

Ma vi sembra possibile che si discuta di un grazioso orsacchiotto con una dieta decisamente particolare che è stato preso a simbolo da Sir Peter Scott quale simulacro dell’ipocrisia umana? Ma chi era Peter Scott? Ornitologo, ambientalista, conservazionista e pittore, ha dato vita al WWF. All’atto fondativo era attorniato da: il Principe Bernardo d’Olanda, principe consorte della Regina d’Olanda, già membro del partito Nazista, poi pesantemente coinvolto nello scandalo Lockheed e fondatore del Gruppo Bilderberg da cui dovette dimettersi per il suddetto scandalo; il Principe Filippo di Edimburgo famoso per le gaffes e per essere il padre dell’erede al trono d’Inghilterra; Max Nicholson, ambientalista, ornitologo e Julian Sorell Huxley, biologo, genetista e scrittore britannico.

Il WWF fu fondato l’11 settembre 1961 in Svizzera “Officially life began in Switzerland – It was established as a Swiss Foundation registered in Zurich, and the deed of foundation specified amongst the purposes of the organisation “…the conservation of world fauna, flora, forests, landscape, water, soils and other natural resources…”. Perché? Probabilmente SS.AA.RR andavano in Africa negli anni sessanta a far safari e notarono una incipiente mancanza di materia prima ergo difficile far trofei….

Perché il panda? E’ il simbolo della conservazione della natura: il panda gigante è uno degli animali più minacciati del pianeta perché il suo ambiente naturale sta scomparendo. Il WWF lavora sul campo per garantirne la sopravvivenza. Ora è chiaro che non tutto quello che fa il WWF, panda escluso (anzi….) sia da buttare alle ortiche: quello che non va sono i presupposti culturali su cui si basa il tutto e da cui ne consegue anche la gestione del panda. La “tara” ereditaria del WWF è il Conservazionismo: “Tendenza, impegno alla conservazione dell’equilibrio dell’ambiente naturale, opponendosi a tutti quegli aspetti della moderna civiltà tecnologica che rischiano di comprometterlo” (Gabrielli, Grande Dizionario Italiano)

D’altro canto nessuno ha fondato e per tempo un movimento ecologista / ambientalista basato su presupposti diversi (sic). Leopardi sosteneva che la natura è matrigna, Gould ed Eldredge con gli “equilibri punteggiati” parlano di eventi catastrofici che casualmente modificano il fluire evolutivo. Molto concretamente se oggi fossimo posti di fronte alla scelta se salvare il panda o salvarci, cosa suggeriremmo? Non è però detto che per salvarci sia necessario distruggere l’ambiente né tantomeno il parco Sempione.

 

Riccardo Lo Schiavo

 



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