11 ottobre 2011

IL FONDO INFRASTRUTTURE SOCIALI LOMBARDE: DOVE SONO LE PARROCHIE?


Nel 1991 la Regione (con legge Reg. 33/91) ha costituito il Fondo Infrastrutture Sociali per la Lombardia (FRISL). Da allora il Fondo ha stanziato finanziamenti per 1.600 milioni, destinati per il 44% a strutture per la cura e la residenza, 21% scuole e beni culturali, 21% viabilità, 14% ambiente ed energia (Regione Lombardia, Nota informativa n.18 del marzo 2011). Uno strumento apparentemente utile, con progetti anche cofinanziati da enti locali. Da anni però le risorse sono state tagliate. L’80% dei fondi è stato stanziato nel periodo 1992-2000; da allora gli stanziamenti si sono ridotti a poca cosa. Ma ciò che colpisce soprattutto è il contenuto degli ultimi due bandi: quello per il 2008/10 stanzia 12 milioni di euro per la tutela e valorizzazione degli edifici di culto (80 progetti accolti) e quello del 2009/11 stanzia altri 11 milioni per interventi negli oratori lombardi (56 progetti accolti).

C’è da chiedersi: è mai possibile che, tra tutti i fabbisogni per infrastrutture sociali in Lombardia, edifici di culto e oratori siano assolutamente prioritari? Per questi non esistono già ampi finanziamenti a livello nazionale, con l’otto per mille alla Chiesa Cattolica?

Ricordiamo che in origine l’istituzione dell’otto per mille era stata giustificata principalmente per assicurare alla Chiesa Cattolica i fondi per il sostentamento del clero. In realtà il sostentamento del clero assorbe solo un terzo del gettito dell’otto per mille (circa un miliardo di euro l’anno), lasciando ampie disponibilità alla CEI che gode di totale discrezionalità sull’uso di quei fondi, di cui peraltro da solo una rendicontazione molto succinta. Poco meno di 500 milioni l’anno vengono spesi per “esigenze di culto”, tra cui primeggiano le spese per edifici. Molti dei quali probabilmente beneficiano anche dell’esenzione dall’ICI. Non vi è alcuna evidenza di carenze di fondi a livello nazionale per tali scopi.

Nasce il dubbio che il vero movente degli ultimi due bandi regionali sia stato quello di assicurarsi consenso elettorale da parte di ambienti cattolici. D’altronde, chiunque voglia governare in Italia non può fare a meno di corteggiare il voto cattolico, e gli esempi di privilegi economici elargiti a tal fine, dalla destra come dalla sinistra, sono numerosi. Vantaggi economici che però minano la credibilità stessa della gerarchia, quando leva la sua voce contro l’evasione fiscale.

Tornando al FRISL, la stessa Nota informativa della Regione indica che, dei 136 progetti accolti per oratori e edifici di culto, dopo tre anni solo 3 erano stati avviati. Non pare proprio che si trattasse di progetti urgentissimi. Mi pare che la Regione abbia due scelte: o rilanciare il FRISL rivedendone le finalità e risorse oppure, meglio ancora, abolire del tutto questo Fondo che appare solo uno dei tanti rivoli nei quali vengono dissipati i fondi pubblici. Risparmiando così anche sui costi amministrativi e di gestione. Non ha tutti i torti Tremonti quando dice che c’è del grasso da tagliare nei bilanci delle regioni…

 

Giorgio Ragazzi



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