11 ottobre 2011

IL PARADOSSO DEL PD MILANESE


Dal 1990 a oggi il centro sinistra milanese ha subito una lunga serie di sconfitte con due eccezioni: le provinciali con Penati e le comunali con Pisapia. La vittoria di Pisapia è stata salutata dal popolo degli elettori del centro sinistra con un po’ di enfasi come una liberazione e l’avvio di un’epoca nuova. La prima iniziativa assunta dal Pd per affrontare questa nuova fase è stata quella di porsi il problema di come rifondarsi/rigenerarsi, di come fare il congresso e selezionare una nuova classe dirigente di ggiovani (rigorosamente con due g).Temi non proprio appassionanti per gli elettori.

Come sempre si misurano diversi schieramenti: 1) gli autonominati rifondatori a loro volta divisi tra varie etnie e leadership; 2) gli eteronominati (dai rifondatori) conservatori (o ” la nomenclatura”) accusati di poltronismo, passatismo e penatismo; 3) gli “svizzeri” che tendono alla neutralità attiva cioè a trarre il massimo giovamento dalla situazione; 4) i “benaltristi” quelli cioè che dipendono esclusivamente dagli equilibri di romani

I motivi di questa situazione possono essere cinque:

a) il gruppo dirigente del Pd è composto in larga misura di masochisti che non sopportano di avere vinto e di non potersi flagellare in santa pace; b) il gruppo dirigente pensa sotto sotto che la vittoria di Pisapia non sia una vittoria del Pd ma nonostante il Pd, che ha visto sconfessato sia il proprio candidato a sindaco (cui ovviamente una parte imputa la massima responsabilità mentre altri la imputano alla pochezza della nomenclatura) sia la linea politica che occhieggiava a Fli (sostenuta peraltro da settori innovatori e conservatori); c) il gruppo dirigente del Pd teme che lo schema Pisapia si riproponga alle regionali e con una nuova legge elettorale alle politiche; teme preventivamente una debacle, un precoce prepensionamento, il ruolo da portatori d’acqua, una etero direzione. Come disse Pirro: “un’altra vittoria così e sarò rovinato”.

d) il gruppo dirigente del Pd non esiste, esistono tante tribù che si ritrovano periodicamente e che vogliono il controllo della macchina (utile soprattutto a presentare le liste) per primeggiare l’una sull’altra tra una elezione e l’altra (siano esse primarie e istituzionali); e) il gruppo dirigente sa che l’arrivo di decine di eletti, di assessori, di consiglieri di zona, di nominati negli enti cambia gli equilibri consolidati, le amicizie, le gerarchie e vuole razionalizzare il tutto.

Le vicende sestesi aggiungono un tocco di vivacità alla richiesta di rigenerare il Pd. La lieta gaiezza con cui in molti hanno seppellito quello di cui si diceva: “… il nome ideale da mettere in campo per la corsa a Palazzo Marino, … Avremmo bisogno di un clone di Penati, … Penati è una macchina da guerra in campagna elettorale … “, prefigura una fase di conflitto interno dove ci sarà sempre un puro più puro che ti epura. Il paradosso è quindi quello di un gruppo dirigente in stato confusionale perché ha vinto e mentre gli elettori non hanno ancora finito di festeggiare.

La soluzione forse è quella di prendere atto che un gruppo dirigente non serve più, che il modello di partito ipotizzato dallo statuto è già vetusto, come dimostra la simpatica esperienza delle primarie napoletane. Occorre prendere atto che i gruppi consiliari operano in piena autonomia senza indicazioni da parte di nessun segretario, che le candidature si scelgono attraverso primarie di coalizione in relazione al tipo di legge elettorale, che vi possono essere divergenze radicali su alcuni temi che non possono né devono essere ricondotte a unità, che le leadership e le candidature non seguono più un cursus honorum, che più che le tessere serve usare la rete etc.

In fondo si tratta di chiudere definitivamente con la disastrosa idea di partito avanguardia che ha provocato solo danni; quindi non più un partito di ex ma un ex partito.

 

Walter Marossi

 

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti