11 ottobre 2011

MILANO SMART CITY, MODELLO DEL RINASCIMENTO ITALIANO


Con l’adesione di Milano al programma “Smart city” promosso dall’Unione Europea, la metropoli si candida a una radicale evoluzione della governance, del sistema dei saperi, del suo assetto fisico, del suo sistema relazionale, avviando un processo di riqualificazione urbana che, in sintonia con il documento Europa 2020, sarà “smart – sostenibile – inclusivo” e, aggiungo, creativo.

Smart: il termine nasce nella seconda metà degli anni ’60 e sta a indicare l'”intelligenza accresciuta” dei cittadini e delle organizzazioni pubbliche e private che compongono la comunità, grazie alla disponibilità di strumenti telematici sempre più evoluti. Scopo dell'”intelligenza accresciuta” secondo i suoi principali artefici, Christopher Alexander e Nicolas Negroponte, è superare i rapporti gerarchici, a favore della realizzazione di una società perfettamente simmetrica o orizzontale, grazie alla disponibilità di supporti tecnologici e di nuove reti di TLC che aumentano le conoscenze e le capacità decisionali sia dei singoli cittadini, sia delle organizzazioni che compongono il sistema metropolitano.

Il termine smart non prefigura quindi un’ennesima tappa della città delle macchine, una sorta di città robot, ma ispira un modello innovativo di organizzazione sociale che richiede una classe politica creativa capace di interagire in tempo reale con i cittadini, chiara nelle decisioni, paziente nella discussione e nella divulgazione, flessibile nelle realizzazioni, e consapevole che il governo della città non è più incentrato in modo prevalente sulla soddisfazione dei bisogni dei residenti, ma è generativo, ossia capace di generare relazioni virtuose ovunque e in ogni momento.

GenerativoInclusivo: i modelli smart di pianificazione, fisici e sociali, non hanno nulla in comune con i tradizionali modelli dell’epoca industriale basati sulla delimitazione di spazi fisici e sociali, ma sono generativi, ossia attivano una catena infinita di relazioni e coinvolgono un sistema infinito di spazi. Il primo atto della città smart è, come sta avvenendo in Gran Bretagna, l’integrazione della dimensione fisica della metropoli con quello relazionale, questo obbliga a riflettere sulla missione della nostra metropoli nella nuova dimensione globale. La metropoli milanese smart, quindi, è impegnata a esaltare la nostra capacità di essere inclusivi e non esclusivi, rassicuranti e non arroganti, creativi e coinvolgenti, ossia in grado di accogliere, capire, esportare le culture più diverse.

Questo invita a ripensare Milano nella nuova dimensione euro-asiatica e globale, e a riattualizzare le storiche infrastrutture “generative” dei fondaci lombardi, quei presidi in terra straniera – come Lombard Street a Londra e a S. Francisco o Rue des Lombards a Parigi – attraverso i quali i mercanti milanesi hanno avuto un ruolo di assoluta avanguardia nello sviluppo mondiale. Oggi questa esperienza deve essere riattualizzata per una metropoli smart capace di dialogare con il mondo.

Sostenibile: questo termine indica un modello di sviluppo in cui a una crescita del reddito deve corrispondere una diminuzione del consumo di risorse, specie quelle naturali. Ossia a una crescita positiva di popolazione e/o di reddito l’impatto ambientale può essere costante se l’intensità d’uso delle risorse è decrescente. Una presa di coscienza veramente sostenibile dovrebbe segnare la fine della dilettantesca manhattizzazione di Milano e con essa dell’imbarazzante Piano del governo del territorio, che rende difficile il dialogo della metropoli con la comunità internazionale, in quanto contraddice ogni principio di uso responsabile delle risorse, con l’esaltazione della crescita immotivata del patrimonio immobiliare.

La città smart supporta la sostenibilità in quanto introduce processi immateriali che contribuiscono a minimizzare il consumo di materia: la progettazione della città è così l’esito della sinergia fra atomi e bit, dove la seconda dimensione dovrebbe essere esponenzialmente crescente, per soddisfare l’esigenza di risparmio di materia richiesta dallo sviluppo sostenibile.

Le tappe verso una Milano sostenibile dovrebbero finalmente essere segnate dal rispetto delle convenzioni internazionali, che ci dovrebbe portare al 2030 alla realizzazione di una città attrezzata per affrontare i cambiamenti climatici e caratterizzata dal consumo “quasi zero” di energia da parte degli edifici e delle infrastrutture della mobilità e al 2050 a una città autosufficiente energeticamente, grazie al pieno sfruttamento delle energie rinnovabili, e dal patrimonio naturale potenziato in modo determinante anche in vista di una maggiore autosufficienza alimentare. Risultati che presuppongono il rifacimento delle infrastrutture metropolitane, e la disponibilità di nuove tecnologie, che richiedono invenzione industriale e finanziaria. La smart city, perciò, come occasione per gli imprenditori di uscire dall’attuale declino/torpore promuovendo sistemi produttivi smart e sostenibili radicalmente innovativi.

Creativo: in sintesi la smart city è una città il cui sviluppo si basa sulla creatività, la quale è in relazione a un bene illimitato, le idee. Questo ispira un modello di progettazione urbana in cui l’elemento motore è il capitale umano, quindi la riqualificazione delle infrastrutture della Milano smart deve partire da conoscenza e ricerca. Scopo ultimo della progettazione della Milano smart è identificare unità aggiuntive di bene pubblico, al fine di accrescere la produttività del capitale umano.

Lo strumento di questo modello di sviluppo è l’agenda strategica condivisa, in grado di esaltare la leadership della parte pubblica, rendere trasparenti gli obiettivi che s’intendono perseguire, sollecitare un rapporto interattivo con i portatori d’interesse, per avviare un processo generativo di nuova progettualità, da diffondere in tempo reale a scala nazionale e internazionale. L’agenda programmaticamente si configura come il contributo di Milano al “Green new deal“, per una metropoli capace di riconquistare un ruolo significativo nell’ambito dello sviluppo sostenibile, creando nuova occupazione e nuove relazioni locali e internazionali.

La Milano smart deve essere modello generativo del Rinascimento del Paese Italia.

 

Giuseppe Longhi

 



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