4 ottobre 2011

ARRIVARE IN REGIONE. SPINTE DAI GIUDICI


Due associazioni femminili milanesi, Articolo 51 e DonneInQuota, hanno deciso di promuovere l’appello in Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Lombardia di Febbraio di quest’anno, continuando così il percorso iniziato la scorsa estate.  Perché hanno impegnato tempo e risorse in una battaglia di diritti difficile, sconosciuta ai più, ignorata da giornali e TV? Perché dal 2005 a oggi le donne italiane sono costrette a lottare a colpi di ricorsi al Tar per vedere rispettato un articolo della Costituzione?

L’avvocato delle associazioni, Massimo Clara, ha commentato così la sentenza “Il Tar ha ritenuto – sbagliando – che le norme a tutela dell’equilibrio nella rappresentanza siano solo programmatiche, e non precettive: siano insomma una dichiarazione d’intenti, senza costituire obblighi giuridici. Ma oggi ampia giurisprudenza contrasta quest’approccio, che tra l’altro svilisce lo Statuto della Lombardia e l’applicazione dei principi della nostra Costituzione”. Perché Articolo 51 e DonneInQuota hanno impegnato tempo e risorse in una battaglia di diritti difficile, sconosciuta ai più, ignorata da giornali e TV?

La pari rappresentanza politica negli organi elettivi è un diritto sancito dall’Articolo 51 della Costituzione Italiana. Inoltre, Regione Lombardia ha nel suo Statuto una precisa norma che recita all’articolo 11 quanto segue: “La Regione riconosce, valorizza e garantisce le pari opportunità tra uomini e donne in ogni campo, adottando programmi, leggi, azioni positive e iniziative atte a garantire e promuovere la democrazia paritaria nella vita sociale, culturale, economica e politica” .

Questa norma è stata chiaramente disattesa dalla composizione della Giunta uscita dalle elezioni del 2010, e pensare che, quando è stato pubblicato nel settembre 2008, lo statuto di Regione Lombardia era l’unico Statuto in Italia a parlare di democrazia paritaria! Una sola assessora, per di più in assessorato di secondo piano, ininfluente dal punto di vista decisionale, non può essere il rispetto del “riconosce, valorizza e garantisce ….”. La battaglia delle Associazioni Articolo 51 e DonneInQuota, è appunto una battaglia per il rispetto delle regole. Dal 2005 a oggi sono quasi una ventina i ricorsi in tutta Italia per giunte monogenere o con solo una donna e da febbraio di quest’anno alcune sentenze hanno stabilito il principio della parità della rappresentanza di genere (Regione Campania, Roma, Regione Sardegna), per cui non possiamo tollerare che in Lombardia si faccia finta di nulla.

Non è ammissibile che in un momento economico così difficile si rinunci al Fattore D, proprio in Lombardia, motore economico, innovativo, europeo del Paese Italia, non è tollerabile che la Regione che ospiterà Expo 2015, non attui il principio di riequilibrio di genere. Soprattutto dopo il risultato delle recenti elezioni, che ha portato a una giunta della città di Milano formata al 50% da donne e uomini. Sono 5.000.000 le donne lombarde ad alta scolarizzazione che votano e pretendono di essere rappresentate e non è accettabile che di queste donne non si sia tenuto conto.

Ci aspettiamo molto dal verdetto del Consiglio di Stato, anche in previsione di una riforma della legge elettorale che, se venissero reintrodotte le preferenze, vedrebbe sicuramente pagarne il prezzo maggiore proprio le donne, che – come ben sappiamo – non vengono sempre supportate dalle segreterie di partito.

 

Angela Ronchini – Articolo 51

Donatella Martini – DonneInQuota

 

 



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