27 settembre 2011

ACQUA DI FALDA: PROBLEMA O RISORSA?


Si parla poco della falda acquifera di Milano …. e non sempre basandosi su informazioni corrette. Qualche informazione, sul complesso dei dati e degli strumenti di controllo disponibili. è quindi utile anche per essere sempre più consapevoli della risorsa preziosissima che i Milanesi si trovano nel loro sottosuolo e che devono sempre meglio impegnarsi a preservare, in qualità e quantità.

Metropolitana Milanese gestisce da molti anni una rete di monitoraggio dei livelli della falda freatica composta da circa 240 punti rilievo in Milano. I dati piezometrici vengono elaborati semestralmente (a Marzo e Settembre) con l’emissione di carte tematiche con le curve di livello della falda, la soggiacenza e la curva delle differenze con i dati misurati nell’anno precedente.

Tutti sanno che il livello di falda è molto risalito con la definitiva chiusura di numerose industrie pesanti, che per decenni avevano continuato a emungere grandi quantità di acqua dal sottosuolo. Nell’ultimo anno (dati Marzo 2011) la falda freatica milanese ha evidenziato un innalzamento nella zona centrale e nord della città con aumenti variabili tra 0,5 m e 2 m. Il dato si inserisce all’interno di un trend di stabilità, al di là delle oscillazioni cicliche, che si verifica sul territorio milanese dal 1998.

Nel 2008, Metropolitana Milanese ha approntato – nell’ambito dell’Accordo di Programma per il controllo dell’innalzamento della falda nell’area milanese stipulato tra Regione Lombardia, Comune di Milano, Provincia di Milano, Autorità di Bacino del Fiume Po e Magistrato per il Po – il modello matematico della falda milanese che, appositamente messo a punto su un’area molto più ampia (quasi cinque volte) di quella del comune di Milano e appositamente tarato, è in grado di bene interpretare le situazioni in corso e di simulare diversi scenari.

Numerose simulazioni, organizzate in schede standardizzate, hanno permesso di evidenziare anche graficamente gli effetti dei differenti scenari presi in esame, fornendo quantificazioni oggettive degli effetti indotti dagli interventi sul regime idrodinamico degli acquiferi milanesi. Questo “modello di flusso” si è confermato un ottimo strumento di analisi del comportamento idrodinamico della risorsa idrica superficiale e sotterranea, e un potente mezzo di raccolta e organizzazione dei dati finalizzato all’interpretazione e simulazione dei complessi fenomeni di deflusso e interscambio di volumi idrici che si verificano all’interno del sistema oggetto di studio.

Si ricorda che l’acquifero sotterraneo milanese, pur essendo “unitario”, è di fatto articolato su più livelli di falda grazie alla presenza di strati di terreno poco permeabili che ostacolano, in gran parte, la diffusione degli inquinanti negli strati inferiori. Dal 2010 è in corso lo sviluppo di un modello matematico per valutare il trasporto degli inquinanti in falda. Questo “modello di trasporto”, basato anch’esso sul codice di calcolo MIKE SHE del DHI Water Environment Health – utilizza i risultati del “modello di flusso” messo a punto nel 2008 e rappresenta un altro strumento basilare di “supporto alle decisioni” per tutti gli interventi a difesa della risorsa idrica presente nel sottosuolo.

Le simulazioni sono state focalizzate sul fenomeno di inquinamento da nitrati, per il quale sono disponibili dati di monitoraggio sufficientemente distribuiti nello spazio e nel tempo e stime attendibili sull’entità e distribuzione delle fonti di inquinamento. Dato che l’approccio modellistico non è applicabile per i contaminanti legati a fonti “concentrate”, per questi casi sono stati eseguiti appositi studi per la valutazione degli scenari attesi sul territorio milanese, basati sulla valutazione dei trend di concentrazione recenti (2003-2010) e sulle stime previsionali a breve termine (periodo 2011-2014).

 

Fabio Marelli

 



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