20 settembre 2011

RATZINGER COME MLADIĆ?


Su Il Corriere del 14 Settembre (“L’ingiustizia di una accusa” ) Aldo Cazzullo, solleva una serie di importanti questioni a proposito del ricorso presentato il 13 settembre, all’Aja da parte di due associazioni americane di parenti di vittime della pedofilia, perché questa indagine accomunerebbe Benedetto XVI a un Mladić. Senza mettere in dubbio la considerazione che ho per l’illustre giornalista devo dissentire, su un paio di punti importanti.

Primo “i crimini contro l’umanità” non sono necessariamente solo di guerra. Chi abusa sui minori della fiducia affidatagli su cosi vasta scala, commette un crimine davvero orrendo. Tutti o gran parte di noi maschietti cattolici cresciuti a contatto con il clero siamo stati ammaestrati dai nostri pari sui “vizietti” dei buoni padri, che in molti casi erano considerati norma. Riccardo Doelker, l’artista tedesco che con altri rinnovò la ceramica vietrese negli anni trenta, racconta nel suo diario che durante il viaggio in Sicilia dormiva nei conventi, ma ogni volta doveva scappare perché i pii monaci lo scambiavano per l’Angelo mandato a Sodoma e ne volevano approfittare allo stesso modo.

Nella sua matter of factness questo piccolo ricordo spuntato dalle pagine ingiallite di un testimone, ci apre uno squarcio e ci fa pensare ai poveri ragazzi del contado di quei conventi, che la fuga non potevano praticare. Naturalmente la maggior parte dei ragazzi, da queste esperienze si difendeva con la lepidezza e anche se vogliamo con una certa volgarità giovanile. Mia moglie che frequentava il mio stesso liceo in cui il professore di religione era un azzimato gay dichiarato, che dava ripetutamente il suo numero di telefono in classe, si ricorda ancora che non capiva come mai i ragazzi, quando venivano interrogati da Don M. si avvicinano alla cattedra strisciando con la schiena contro il muro, tra le risate di tutti. Chi veniva catturato era ovviamente il più debole, l’adolescente con problemi, il più timido e forse anche il corrotto. E non è difficile immaginare la rete di sofferenze e ricatti in cui la vittima veniva avvolta, soprattutto in piccole comunità, oppure in paesi come la Spagna o l’Irlanda o nel chiuso del mondo cattolico degli Stati Uniti.

Il crimine è davvero orrendo, oltre che per l’atto in sé, che andrebbe valutato caso per caso, come tutti i reati, ma per la ripugnante viltà dell’abuso di fiducia. Un importante e intemerato imprenditore del mio super-pio paese, in Piemonte, ma non le dico dove, da sempre clericale e tanto grande collettore di voti nell’area, da essere regolarmente invitato a colazione dal pontefice, quando viene da quelle parti per vacanze o altro, l’altro giorno mi ha sorpreso sfogandosi violentemente con me per questo tradimento della fiducia. “Mandavamo i nostri figli all’oratorio perché pensavamo che fossero al sicuro, e invece guarda che roba. Intollerabile!” ha concluso. Mi sembra superfluo osservare che l’estensione del crimine e delle sofferenze che causa, non è solo da attribuire a chi pratica, ma anche a chi permette e soprattutto a chi, avendone il potere, non condanna con rigore, per “ragion di stato” o convenienza.

Cazzullo ha parole di miele, come direbbe Omero, per il buon papa Ratzinger, ma quando era responsabile della Propaganda Fide incaricato della questione in USA non solo coprì tutto, ma rimosse l’ecclesiastico che a costo di gravi esposizioni personali aveva denunciato le pratiche. Ne scrisse a suo tempo in modo assai documentato Luca Fontana sul Diario, ma basta avere qualche amico cattolico statunitense per avere una idea della gravità di quell’atto e della estensione e profondità della indignazione e risentimento nei confronti di Ratzinger tra il laicato cattolico statunitense (e anche probabilmente parte del clero).

Il secondo punto è legato al primo, anzi in un certo senso ne è la causa: Cazzullo menziona, in un certo senso a scusante, lo “status giuridico del pontefice, unico capo religioso a essere anche capo di Stato”. Questa è la vera grande anomalia di un cesaro-papismo del quale, da sempre, gli italiani hanno pagato intero il salato conto degli errori e delle nefandezze. Si dice che la Chiesa ha una saggezza millenaria: vero e forse passeranno altri millenni, ma le cose evolvono e non è improbabile (anzi mi sembra che stia proprio avvenendo così) che di qui in avanti per il cattolico italiano coscienzioso la contraddizione tra Chiesa e Vaticano diventi ognora sempre più grande e inaccettabile, soprattutto da quando il Vaticano (stato) ha represso le istanze del Vaticano II (luogo simbolico della massima espressione di illuminazione della Chiesa nel XX secolo). E’ la Ragion di Stato, non il credo cristiano a creare lo IOR, la complicità con i peggiori affari, la copertura delle nefandezze come l’abuso dei minori affidati. E lo iato tra la parola del Cristo, di cui tutti abbiamo bisogno oggi, anche i non credenti come me, e le calze di seta che i cardinali comperano nei negozi specializzati a Roma, si allarga sempre più. Lo scandalo, e la macina appesa al collo degli italiani è il cesaro-papismo che insiste nel volere un piccolo Stato là dove sarebbe legittimo avesse sede solo una grande Chiesa.

E vengo all’ultimo punto, anche questo legato a sua volta al precedente. Qui il giudizio dipende dalla visione di chi giudica. Se noi pensiamo che su questo pianeta l’evoluzione storica contemporanea abbia portato a un punto nel quale l’egoismo implicito nella “nazione”, debba essere temperato da qualche forma di organizzazione sovranazionale, così come è accaduto quando la polis, per emergere, ha dovuto trasferire alcuni diritti fondamentali, come quello di vita e di morte, dalle famiglie agli individui, esattamente come si è verificato con lo stato moderno, che ha creato “aree di eguaglianza” per le persone contro i ceti e le città indipendenti, allora ogni elemento di “universalità” che superi le barriere nazionali va visto con favore, ovviamente compenetrando poi il rispetto di tutti i diritti delle dichiarazioni che stanno alla base dell’organizzazione internazionale oggi.

Oppure si crede che il mondo futuro sarà sempre più un mondo di nazioni dominato da alcune macro-nazioni, tra cui noi non siamo, e allora ogni ragionamento è buono per combattere l'”ingerenza”. Per deplorare l’azione presso la Corte dell’Aja contro il Vaticano, Cazzullo cita Bush in occasione dell’intervento in Somalia, ma non è un buon esempio, e mi sembra molto arduo un confronto tra i due eventi. La hybris nazionalistica di Bush e della sua banda, non solo in Somalia, ma in Afghanistan, Iraq e altrove, ha causato disastri comparabili a quelli della ideologia del Lebensraum, e non hanno riprodotto gli eccessi hitleriani (anche se in proposito però mancano ancora alcuni elementi di conoscenza) solo perché sono stati contenuti proprio dall’esistenza di una comunità internazionale, ma i cui costi sono probabilmente all’origine della crisi finanziaria mondiale e del declino statunitense. In ogni caso, mentre sarebbe deprecabile una ingerenza della massima magistratura internazionale nelle attività del capo di una Chiesa o di una comunità religiosa storica (Father Moon o Scientology sono altra cosa) come la Chiesa cattolica, se il capo di questa chiesa pretende anche di essere un Capo di stato non si può sottrarre allo scrutinio della Comunità internazionale cui sono sottoposti gli altri capi di Stato.

 

Guido Martinotti



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