20 settembre 2011

cinema



 CARNAGE

di Roman Polanski [Francia Germania, Polonia, Spagna, 2011, 79′]

con Kate Winslet, Christoph Waltz, Jodie Foster, John C. Reilly.

 

Stanno ancora scorrendo i titoli di testa quando Polanski decide di mostrarci con un campo lungo un parco giochi per bambini nel quale, in un parapiglia tra ragazzini uno armato di un bastone, colpisce un coetaneo in pieno viso. E’ proprio sulla parola armato che il regista dà inizio al tentativo di conciliazione tra i genitori e a Carnage, la sua ultima opera cinematografica. Penelope (Jodie Foster) e Micheal da una parte, e Nancy (Kate Winslet) e Alan (Christoph Waltz) dall’altra, si incontrano per discutere dell’accaduto. L’ipocrisia dei quattro personaggi si nasconde inizialmente dietro uno scambio pacifico di opinioni e un tentativo di riavvicinamento dei rispettivi figli. Questa ipocrisia iniziale lascia però rapidamente spazio a un vero e proprio duello dai toni crudeli.

Il luogo che fa da sfondo al loro duello è la casa di Penelope e Michael. I quattro protagonisti rimarranno prigionieri di queste quattro mura che appaiono come una vera e propria arena da cui nessuno può esimersi dal combattere. Le instabilità e le crepe nelle rispettive coppie lacerano rapidamente le alleanze familiari. Scatenano un tutti contro tutti che permette a Polanski di mostrare e ridicolizzare le nevrosi e gli isterismi di questa borghesia contemporanea. Il regista si diverte a svestire i suoi attori dai panni civili per mostrarci la misoginia, il razzismo, i pregiudizi e l’omofobia che realmente costituiscono la natura di questi personaggi.

Quelli che appaiono rappresentanti di tipologie umane diametralmente opposte come Penelope e Alan si dimostrano attaccati agli stessi valori materialistici. Se la prima si sente persa e disperata per del vomito su un libro, il secondo non esita a dichiarare che nel proprio cellulare finito in vaso di fiori c’era tutta la sua vita. Il regista adatta magnificamente la pièce teatrale di Yasmina Reza, God of carnage. Lo fa con un ritmo di dialogo tambureggiante e una predilezione per i primi piani dei personaggi. Esalta così la capacità di questo grande cast di mostrare allo spettatore tutte le maschere che pian piano vanno perdendo. Il pregio del film è di mostrarci il decadimento della figura del genitore contemporaneo. Polanski crea un crescendo maestoso di dissacrazione di questo ruolo che tutti e quattro i protagonisti, messi completamente a nudo, sono costretti ad ammettere di non saper svolgere.

 

In sala a Milano: Eliseo, Colosseo, Orfeo, Anteo, Apollo, Ducale, Plinius, The Space Odeon, Arcobaleno, UCI Cinemas Certosa, UCI Cinemas Bicocca

 

MILANO FILM FESTIVAL

 

Italy: Love it or Leave it” ha vinto il concorso lungometraggi della 16esima edizione del Milano Film Festival. Tutte le informazioni sul film sono su http://www.italyloveitorleave.it.

Mercoledì 21 settembre alle 23.50 va in onda una breve versione del film su Rai 3 con il titolo Cercasi Italia Disperatamente.

 

Marco Santarpia

 

 

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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