13 settembre 2011

LA DEMOCRAZIA NASCE ALL’AREA CANI


Esiste a Milano un esempio di democrazia partecipata e di autogestione e non sono né centri sociali né fabbriche occupate, ma le aree cani. In queste zone si rispecchia fedel-mente Milano, non per nulla quelle del centro hanno l’erba curata e sono sempre rifornite di sacchetti per la raccolta delle deiezioni cani-ne, mentre più ci si avvicina alla periferia più si notano cancelli rotti, erba rovinata e minor pulizia.

Le Aree Cani sono zone studiate e re-alizzate appositamente per razionalizzare l’uso e la frequentazione degli spazi verdi pubblici da parte dei cani e dei loro padro-ni. Sono create all’interno di zone a verde pubblico (giardini pubblici, parchi etc.), sono delimitate da una recinzione in rete metallica e sono segnalate da appositi cartelli. All’interno della superficie sono posate delle panchine per i padroni degli animali, mentre i contenitori per la raccolta degli escrementi sono a ridosso delle recinzioni perimetrali.

Il loro scopo è facilitare la convivenza fra persone e cani nelle aree a verde pubblico, lasciando a ognuno, nelle rispettive zone di competenza, la massima libertà. Per i cani ciò significa niente guinzaglio e museruola. Il Garante degli animali è una figura presente in molte amministrazioni locali per occuparsi dell’organizzazione dei canili, di promozioni di tematiche legate all’abbandono di cani e gatti e di raccordo tra le varie associazioni del territorio. Di solito questa funzione dovrebbe essere svolta a titolo gratuito da volontari.

Con la Moratti invece l’incarico è stato interpretato in maniera diversa: un dirigente esterno al Comune, nominato dal sindaco e ben pagato dai contribuenti. Questa figura dovrebbe avere come obiettivo la difesa dei principi e dei valori fondamentali per il benessere e la protezione degli animali, e curare in particolare le relazioni con le associazioni protezionistiche e animaliste presenti sul territorio. Con queste va sviluppato un dialogo e un confronto sui temi della tutela degli animali per un migliore coordinamento delle iniziative in programma, per un maggior livello di collaborazione con le istituzioni e per un’integrazione efficace dei contributi della società civile e dei singoli cittadini.

L’area cani, oltre permettere di socializzare a milanesi di tutte le razze e di tutte le età, uniti dall’amore per i propri animali, è anche un momento di crescita culturale mediando i conflitti che spesso nascono a causa dei cani e si “rimprovera” chi non si adegua alle regole di convivenza quali la raccolta degli escrementi del proprio animale. Inoltre spesso, anche a causa della cattiva amministrazione delle aree, in particolare fuori dal centro, non è inusuale tassarsi per comprare sementi di erba per provvedere direttamente alla manutenzione, per non parlare di chi si porta da casa pinze e cacciaviti per aggiustare i cancelli spesso rotti.

In alcune aree sono stati eletti, su base plebiscitaria, dei “capiarea”, frequentemente persone anziane che hanno più tempo da dedicare ai loro compagni a quattro zampe ragion per cui presidiano maggiormente l’area, rimproverando, in maniera sempre benevola, chi non rispetta le regole di coesistenza. Sarebbe opportuno che questi volontari avessero anche un minimo di potere sanzionatorio verso chi ad esempio fa correre i cani fuori dai recinti o sporcare senza pulire: si potrebbe proporre una figura simile ai nonni che si occupano di sicurezza stradale davanti alle scuole. Consiglio a chi ci governerà per i prossimi cinque anni di frequentare qualche volta le aree cani, per capire Milano e i suoi cittadini.

 

Giovanna Menicatti




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