18 febbraio 2009

IL GAMBER DEL LAMBER – UN MARCATORE ECOLOGICO


Austropotamobius pallipes – Specie dalle esigenze ecologiche piuttosto strette (temperature non superiori ai 25 ° C, acque basiche, elevate concentrazioni di ossigeno disciolto), abita acque correnti anche sorgive e si rinviene in torrenti montani o collinari o più raramente nel tratto medio dei fiumi maggiori o in laghi naturali o artificiali. In Italia è diffusa soprattutto nelle regioni centro settentrionali.

E’ lungo poco più di dieci centimetri, ha le zampette chiare e due robuste chele per difendersi. Vive nascosto in piccole tane, ama poco la compagnia dei suoi simili ed è sostanzialmente pacifico. Durante il periodo della riproduzione si trasforma, diventa violento e può addirittura arrivare a mutilare o uccidere la femmina che si rifiuta di rovesciarsi sul dorso per l’accoppiamento frontale.

La scomparsa della specie da molte località avvenuta massicciamente all’inizio degli anni ’70 è stata causata dall’alterazione degli habitat dei corsi d’acqua, da inquinamento di vario genere (pesticidi, fertilizzanti, rifiuti organici) e dalla pesca di frodo. (fonte ministero dell’Ambiente)

La specie è considerata purtroppo vulnerabile in base ai criteri della IUCN red list a causa della presenza di Crostacei esotici introdotti dalle attività umane, in particolare sfuggiti ad allevamenti. Tale presenza genera competizione per le risorse disponibili, e contagio da malattie sconosciute alla specie autoctona ma il rischio di estinzione  deriva anche dall’inquinamento organico da metalli pesanti che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque, che rende impossibile la presenza del gambero.

Il progetto di tutela e reintroduzione del gambero d’acqua dolce Austropotamobius pallipes è iniziato nel 2002 attraverso la collaborazione tra il Parco Agricolo Sud Milano e il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università degli Studi di Pavia.Purtroppo la relazione 2006 non da esiti confortanti.

Monitoraggio degli interventi di reintroduzione del gambero di acqua dolce A.Pallipes,Http://www.unipv.it /acquint/ pdf_collegati /agricolo /relazione agricolo sud202006_def.pdf

Ma in passato, il risotto con i gamberi era noto anzi…

560 kg di gamberi era la quantità giornaliera consumata dai 200.000 abitanti della Milano del XIII secolo.

Fino alla prima guerra mondiale, i gamberi acqua dolce avevano una larga parte nella gastronomia lombarda. Purtroppo l’inquinamento delle acque e l’estensione delle costruzioni e le industrie, hanno fatto quasi scomparire i gamberi d’acqua dolce, e con essi il famoso risotto che si fa ancora in Valganna, dove evidentemente le acque sono meno inquinate che altrove.

Quello del gambero di fiume è un classico esempio di come in passato si facesse un saggio uso del territorio, senza sperperarne le risorse e anzi connotando la vita cittadina con figure tipiche quali: Arrivava «quel di gamber» portando la sua merce in un cesto infilato nel braccio: Gh’è quel di gamber pescaa in del Lamber cotti col sale e l’erba bonna! Oh quanti gamber Salati e bonni! Cinq ghei a l’etto Cinquanta al chilo Gamber del Nilo! Gamber del Nilo!

G.Staccotti http://www.anticacredenzasantambrogiomilano.org/cucina/gamberi in lombardia.pdf



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti