19 luglio 2011

BAMBOCCIONI: FARCELA, NONOSTANTE TUTTO


Caminante no hay camino, se hace camino al andar…, così il poeta spagnolo Antonio Machado invita a considerare che bisogna accettare di camminare senza sentiero, di trovare il sentiero nel corso del cammino. Oggi tanti, troppi giovani e meno giovani sono alla ricerca del proprio sentiero e devono fare i conti con i fantasmi inquietanti della crisi globale, della disoccupazione, del precariato e dell’incertezza di prospettive previdenziali. Ma non si arrendono e continuano a cercare.

Uno di loro Matteo Fini – classe 1978, laureato in Scienze Politiche con un curriculum di tutto rispetto, un contratto pluriennale di docenza nel Corso di Matematica generale dell’Università degli Studi di Milano, coautore di numerose pubblicazioni scientifiche – dopo alcuni anni di pseudocarriera universitaria, ora non sa di preciso che cosa farà da grande e vive sulla sua pelle la precarizzazione del lavoro di ricerca. Uno delle decine di migliaia di docenti a contratto presso gli Atenei, aggiornati e qualificati, ma non ‘strutturati’, i primi a diventare ‘esuberi’ e a essere ‘tagliati’.

In questa situazione che lui stesso definisce tragicomica, Matteo non è il tipo che si perde d’animo e nel frattempo ha deciso di andare a caccia di storie vincenti, di giovani che ce l’hanno fatta e ce l’hanno fatta qui in Italia, senza entrare a far parte del ‘club dei cervelli in fuga‘. Un precario, Matteo, che in compagnia dell’amica giornalista Alessandra Sestito ha scovato coetanei che si sono inventati il loro lavoro e che con tenacia e determinazione hanno raggiunto obiettivi e traguardi al di sopra di ogni aspettativa. Giovani di talento che hanno realizzato grandi progetti partendo da se stessi.

A quattro mani Alessandra e Matteo hanno scritto undici di queste storie, a partire da quella dei gelatai Federico Grom e Guido Martinetti che hanno realizzato il sogno di fare il gelato come una volta e di farlo conoscere in tutto il mondo: oggi i punti vendita del gelato Grom sono distribuiti in cinquanta città nel globo. Alessandro Fogazzi, ideatore dell’orologio di silicone col marchio Too late, ha fatto esplodere la febbre degli orologi colorati, venduti nelle gioiellerie e in negozi di prestigio in un packaging accattivante e ad un prezzo inferiore ai venti euro. E poi si sono fatti raccontare la storia di un artista emergente del jazz italiano, Gianluca Petrella, nato in una famiglia di musicisti di Bari, che sbarcava il lunario accompagnando con la banda i funerali: a soli undici anni Gianluca già imbracciava il suo pesante trombone.

E hanno incontrato Sara Caminati, che si è inventata la figura professionale del Personal Digital VIP e cura la comunicazione sui social network, affiancando personaggi pubblici nella gestione dei loro siti e nei contatti in rete. Dal 2009 colleziona premi nazionali e internazionali per l’eccellenza e l’innovazione tecnologica. E molti altri giovani donne e uomini, che sono oggi saldamente al timone del loro progetto e continuano a mettere in gioco tutta la loro creatività. Il libro Non è un paese per bamboccioni si divora, come dice Luca Telese nella Prefazione, anche se non si conoscono gli autori.

Io, che conosco Matteo da quando iniziò gli studi liceali (ero all’epoca la ‘sua’ prof. di Italiano e Latino) l’ho divorato e ne sono orgogliosa! Matteo non è né disilluso, né sfiduciato e anche in questo periodo in cui non insegna all’Università ha saputo impiegare il suo tempo nella ricerca e nel racconto di storie che dimostrano come, nonostante tutto, sia possibile farcela: un editore ha pubblicato il libro e questo messaggio di fiducia ha un veicolo per diffondersi. Prossima tappa per Matteo: realizzare il ‘suo’ sogno!

 

Rita Bramante

 

 

 


 



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