12 luglio 2011

PISAPIA. UN’ESTATE TRA SCILLA E CARIDDI


Sembra proprio che il sindaco Pisapia debba navigare i prossimi mesi tra due scogli, come Ulisse tra Scilla e Cariddi: Expo e PGT. Sembrano due scogli distinti ma, invece, sono legati tra di loro come da una sorta di ponte sullo Stretto: il ponte degli affari immobiliari. A questo punto dovrebbe essersi risolta la questione dell’acquisto delle aree: una pesante eredità che costringe a seguire una via comunque onerosa per il Comune ben di là da quello che avrebbe potuto essere ma sappiamo in che conto la Giunta precedente e in genere in centro destra tenga il bene comune, ossia la posposizione perenne agli interessi della casta e dei suoi amici e supporter.

A fronte di questo sacrificio ci deve almeno essere una contropartita perché, piaccia o non piaccia agli altri attori che sgomitano al proscenio, Expo 2015 è Milano e il sindaco Pisapia l’ha sempre avuto presente anche se gli è costato inghiottire bocconi amari. Mi spiego. Nessuno oggi può con certezza dire come finirà la storia ma, Dio non voglia, andasse a finire male – un insuccesso di pubblico e/o un disastro funzionale tra ingorghi e disservizi – la figuraccia ce la fa Milano. Chi si ricorderà a cose finite e fuori della cerchia dei Navigli della società EXPO 2015 SPA, dei suoi amministratori, dei suoi pasticci e delle sue nebbie? Nessuno. La faccia è e sarà quella di Milano e con lei quella dei milanesi e del loro sindaco.

Per questa ragione abbiamo credo il diritto-dovere di essere informati giorno per giorno di quel che succede, di che programmi si stanno facendo, di chi si occupa di cosa, di chi ha in mano la regia complessiva dell’operazione. Sapere e poter discutere e poter esprimere eventuale dissenso: niente cambiali in bianco visto che fino ad ora quelle emesse sono andate protestate. Potremmo fare un lungo elenco delle cose che vorremmo sapere ma certo la più urgente è un nuovo piano finanziario, dopo le giravolte degli ultimi tempi tra le dichiarazioni dell’amministratore delegato Sala e quelle del segretario del BIE Vicente Gonzalez Loscertales, giravolte che hanno molto cambiato lo scenario.

Veniamo ora al PGT, altro bello scoglio che ha rischiato di dividere la maggioranza. Non sono valse a nulla tutte le argomentazioni dei sostenitori della strategia di riesaminare le osservazioni e di accogliere quelle accoglibili prima di adottare il PGT: il drappello di chi vuole il PGT subito non si è arreso facilmente agitando forsennatamente lo spauracchio della paralisi dell’edilizia milanese. Che fosse una panzana l’ha detto in un comunicato stampa anche l’avvocato Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, fonte politicamente insospettabile, che addirittura considera l’approvazione del PGT quasi una jattura per un mercato dove ormai l’offerta attuale non trova assorbimento, per non parlare di quello che tra poco andrà sul mercato, frutto del vecchio Piano Regolatore.

Allora eccoci al ponte sullo Stretto: l’operazione Cascina Merlata che, senza l’approvazione del PG ed essendo ferma a un accordo di programma che deve essere ratificato dal Consiglio Comunale, rischia di diventare più difficile, meno lucrosa e che, senza un planivolumetrico definitivo che la colleghi all’area dell’Expo con un ponte a carico di quest’ultima, perde una delle sue migliori e prestigiose penne. Da queste colonne ma anche da quelle di Repubblica ho cercato di far capire quali siano gli intrecci milanesi a proposito di Cascina Merlata, operazione condotta da Euromilano, che è diventato il salotto buono dell’immobiliarismo milanese e che ospita e ha ospitato nel suo consiglio di amministrazione sia la destra che la sinistra. Ecco perché ci sono tanti mali di pancia. “Follow the business” – segui gli affari – se vuoi capire la politica.

Luca Beltrami Gadola



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